
diversi tra loro, eccellenti e profum_ati
Oggi, senza un motivo particolare, ma sull’onda di una reazione infastidita al petulante ricorrere del concetto di eccellenza anche in ambito scolastico, e addirittura nella scuola dell’obbligo, ho scritto questa frase sul mio stato di fB :
Parlano di eccellenza a scuola come se ogni scuola fosse l’Accademia o un dottorato; ma la buona scuola non è quella che seleziona presumibili eccellenze, è quella che sa attendere ed ascoltare.
Prontamente un’amica mi risponde:
Potresti scrivere alla nostra dirigente scolastica e spiegare questo semplicissimo concetto?
Impulsivamente allestisco la lettera che ora copio, incollo e rivolgo, visto che vanno di moda le lettere aperte, a tutti i Dirigenti Scolastici fautori della sindrome dell’eccellenza (altrui).
Gentile Dirigente (del cavolo nero)
per caso Ella pensa che istruire sia come piantar cavoli?
Benissimo: allora certamente sa che ci sono tante specie di cavoli: ad esempio il cavolo romano, quello calabrese, il siciliano, il maceratese, il cavolo cappuccio, la verza, il cavolfiore eccetera eccetera ed anche il cavolo nero alla cui specie ella forse è particolarmente affezionata.
Ella sa anche, certamente, che ogni cavolo ha il suo seme, il suo sviluppo e il suo tempo per portare a compimento il ciclo vegetativo e per dar frutto; e non ignora che a seconda della esposizione, del clima, dell’altitudine e non solo: anche in ragione della qualità del terreno e della sua fertilità ogni frutto di ciascun cavolo produce diversamente.
Probabilmente due piante di cavolo della stessa specie … anche se allineate in file disciplinate e corrette, annaffiate e curate nello stesso identico modo raggiungono la maturazione in tempi diversi tanto che nell’orto domestico possono essere raccolti a scalare.
Se i cavoli, che sempre cavoli sono e non persone, hanno queste modeste ma complesse esigenze come può pensare che i ragazzi raggiungano la loro eccellenza tutti insieme? E come fa a pensare che esista un certo tipo di eccellenza buona per ciascuno?
O forse fraintendo ed Ella pensa che gli individui debbano essere selezionati solo in base alla velocità?
Dunque, esimio Dirigente Scolastico del Cavolo Nero non ci riduca gli innominabili a cavolini di Bruxelles e rifletta sulla parabola del cavolo. Altrimenti potrebbe alzarsi la ribellione del cavolo rosso… e allora sarebbero cavoli amari.
Rifletta esimio Dirigente, e osservi con rispetto i cavoli, tutti i cavoli pure quelli cinesi o romani, pure quelli che non abbiamo qui citato: possono essere incredibilmente belli e sorprendenti. E perfino dotati di un certo profumo
Con ossequi e minestre varie
Mariaserena
Roma, 16 Ottobre 2012