Se la Storia fosse maestra di vita allora non ci sarebbero più guerre.

Il nostro passato, infestato di guerre, invasioni e dominazioni e relative conseguenti tragedie sarebbe definitivamente classificato come esempio da non imitare e archiviato.
Ma non succede.
Tuttavia mentre il tempo passa tutto cambia profondamente e radicalmente: società, economia e concetto di sviluppo, trasporti e consumi, conquiste scientifiche, istruzione e comunicazione.
Tutto cambia e solitamente si considera sorpassato e inapplicabile oggi quello che accadeva ieri o accadde l’altro ieri, anche ciò che potremmo considerare positivo (ad esempio io personalmente penso a istruzione, famiglia, regole sociali per dire qualcosa di semplice e comprensibile).
E nemmeno i paralleli tra passato e presente si dovrebbero perciò considerare credibili.
Ma allora perché stabilire, come fa ad esempio molto giornalismo (Gad Lerner, uno per tutti) un parallelo tra la resistenza italiana al nazifascismo con la situazione tra Zelensky e Putin?
Perché l’unica possibile scelta del passato potrebbe essere anche l’unica possibile soluzione a un conflitto del presente?
Se tutto cambia allora cambiamo anche noi, anche la Storia, la nostra Storia, e che sia diversa. cioè davvero nuova e ispirata a tutti i princìpi che sono stati, in questi decenni, proclamati, festeggiati, diffusi e celebrati in assise internazionali, convegni, congressi e meeting peraltro costosissimi e pagati dal solito popolo che poi viene mandato al macello, già perché poi?
Perché c’è la guerra, il nemico è alle porte e la patria si difende. Col sangue degli altri, preferibilmente.