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Social, politici e info. Ma anche blog

pcSe è vero che troppi politici sono troppo presenti su social è, a mio avviso, anche vero che quando i media riferiscono le loro dichiarazioni accade che sovente le manipolano sia nel sintetizzarle sia nel modo in cui accostano le diverse frasi di diversi politici sia anche nel taglia e cuci che ne fanno.
È altresì vero, sempre secondo me, che su social posso leggerli o anche non, mentre se ascolto un tg per cercare di capire cosa accade nel mondo mi viene imposta una sequenza di informazioni costruita ad arte e non sempre in modo oggettivo
Allora concludo che se i media e Confindustria attaccano la presenza su social dei politici (a cui è lecito certamente chiedere la maggiore sobrietà possibile) è altrettanto vero che fino a ieri il potere dei media e dell’informazione era controllato da finanza&soci in modo assoluto
🤨
Invece oggi no e non solo i politici presentisti, ma anche alcuni di noi possono esprimersi e dir qualcosa.
Scrivo quest’ultima frase pensando soprattutto a noi #blogger, piccoli o importanti che si sia, e a all’uso utile che possiamo fare di questo mezzo. Non penso ad un utile moralistico, bensì ad un utile sociale. Chi di noi pensa di poter trasmettere un messaggio che va nella direzione del bene comune può farlo, ed è utile che lo si faccia.
Se è vero che una goccia non riempie il mare è anche vero che tante gocce possono riempire almeno un bicchiere. E non è poco. Come dice qualcuno : nessuno di noi è inutile, e sta a noi cercare di fare il mondo migliore.
È vero che ci sono i famosi o le famose influencer che scrivono per ottenere molti contatti e quindi denaro. Ma nessuno vieta di scrivere per diffondere pensiero e idee.
Buona scrittura a tutti.

Una finestra sul Bene Comune

finestra sulla SalariaSi parla così spesso e tanto del Bene Comune che questa espressione è diventata quasi un refrain che, come spesso accade per gli slogan, si va svuotando di significato. Più che al Bene Comune  sembra che per ora si tenda ad avere a cuore e si sponsorizzi il vantaggio personale di prevalere sugli altri; del resto questa è una mentalità diffusa e promossa da un lato dalla meritocrazia e dall’individualismo dall’altro. Forse i tempi e le tendenze potranno, gradualmente, cambiare, ma
nella stretta contingenza del presente, invece, se consideriamo con disincanto, come si muovano e cosa esprimano i post e i commenti sui social del dopo-elezioni, possiamo notare come solitamente manchino di rispetto verso scelte o preferenze diverse dalle proprie.
Queste ultime, invece di essere rispettate sia dai politici che ne devono trarre le conseguenze, sia anche dagli altri cittadini che hanno creduto di far bene orientandosi in modo opposto, contrario o comunque differente sono dileggiate mentre si inacidiscono i giudizi e si stigmatizza il prossimo.
Il nostro osservatorio di gente è, però, la vita, è la relazione con gli altri, è la quotidianità di esperienze, di ricerche, di bisogni comuni; per queste ragioni noi non offendiamo e non sfottiamo coloro che esprimono pensiero o voto elettorale divergente dal nostro.
Il “nemico” comune, per usare un’espressione forse troppo facile ma chiara, non è l’altro, bensì  proprio la divisione sovente fomentata persino dai dissennati politici che danno pessimi esempi.
In realtà in tanti vorremmo che il nostro orizzonte, quello su cui valga la pena di finalmente spalancare le imposte,  fosse il Bene Comune per tutti noi e che riguarda aspetti vitali come la pace, le opportunità per tutti, i diritti umani e civili tra i quali la salute, il lavoro e l’istruzione, la libertà e l’eguaglianza.

Ma allora se siamo d’accordo che così tante sono le cose in comune allora anche il progetto per la costruzione futuro potrebbe essere condiviso e comune.

Il patto sociale, altra espressione a noi cara, ma che si ricorda poco, indica la necessità del confrontarsi e dell’esser liberi tutti di esprimere un’idea e una scelta.
La mia opinione, come quella di molti blogger, è personale frutto di elaborazione critica autonoma, tuttavia siamo consapevoli come le nostre voci, benché pubblicamente diffuse, non possano aggiudicarsi un significativo peso o riscontro mediatico salvo poi essere scopiazzate ed esibite da coloro che invece hanno  riscontri e vantaggi ben oltre i loro meriti.
È un modo di fare che scimmiotta la peggiore politica, quella che tanto ci ha deluso e continua a deluderci. E a proposito di pessimi esempi annoterei a margine come molti politici usano spesso metafore e linguaggio da stadio di calcio.

Ma noi non vogliamo imitarli e non andiamo ad uno scontro tra tifoserie esaltate. Del resto, se ci riflettiamo un attimo, le tifoserie sono costituite anche da gente che pur vivendo ai margini,  venera idoli miliardari con cui nulla hanno in comune.
Quel tanto che noi abbiamo, invece, in comune non dovremmo disperderlo, ma dovremmo riconoscerlo e perseguirlo.
Non branco né curva, ma gente, persone e cives che si parlano e per farlo volentieri riaprono e spalancano le porte e le finestre.

Ancora sul mio no a Gomorra

tv-ragazzi-1Leggo sempre con interesse opinioni diverse dalle mie; specialmente quando stimo chi scrive. Tuttavia la mia formazione e la mia esperienza di lavoro mi portano inevitabilmente a considerare non solo l’eventuale valenza artistica di una visione proposta dalla decima musa o dai suoi derivati, ma l’impatto, l’effetto, le conseguenze e la possibile influenza di qualunque tipo di comunicazione, ed in particolare della comunicazione di massa. Non sono qui ad esprimere una nostalgia piagnucolosa di film come i capolavori di Frank Capra o della tv degli anni cinquanta o sessanta (nonostante siano indubbiamente indimenticabili sia alcune trasmissioni del sabato sera, sia gli spettacoli Dario Fo, sia gli sceneggiati tratti da opere letterarie, sia alcuni grandi giornalisti come Soldati, Zatterin, Biagi, Zavoli e così via).
Ben vengano, invece, proposte nuove, giovani, interessanti che si avvalgano di tecnologie raffinate oltre che di idee di rottura e creative.
Come persona che ha assistito alle prime trasmissioni tv, ma soprattutto e anche come insegnante, ho visto via via crescere la potenza e gli effetti dei media sulla formazione e l’educazione dei ragazzi e decrescere, invece, quelli della cultura famigliare, e perfino di quella sociale. Ma questo è ovvio e perfino banale, visto che che oggi le famiglie e le fasce d’età genitoriali sono tutte composte di persone nate e cresciute sotto il segno della televisione e dei suoi messaggi. Non è una realtà su cui si possa sorvolare.
Il mezzo mediatico è potente, e condiziona anche gli adulti, non solo i ragazzi.
Quanto sopra mi porta sempre a riflettere su ogni tipo di comunicazione di massa, da quelle dei talk politici e non, alle fiction fino alla stessa pubblicità.
Nessuno di noi è immune, ma certamente un eventuale bambino come anche una persona adolescente e in formazione, e lo dicono anche alcuni psicologi, riceve un impatto molto invasivo che può essere positivo (potenzialmente) ma sovente è negativo o addirittura fuorviante.
Dunque anche se uno spettacolo risulta affascinante o pregevole dal punto di vista artistico (e vorrei vedere, visto l’investimento che se ne fa e il ritorno che ci si attente) a me non pare che questo sia un metro sufficiente a considerarlo in modo favorevole e per approvarlo. E anche se noi fossimo un filtro potente e assoluto oltre che formativo siamo tenuti a sapere che i nostri bambini e ragazzi vivono in una società di relazioni in cui non tutti ricevono la loro stessa formazione.
Il fenomeno del bullismo, ad esempio, non è praticato da una ragazza o un ragazzo educati e seguiti come noi tutti vorremmo, ma probabilmente da quelli che vivono con persone che li lasciano in balia della tv o
, come mi raccontava un mio studente, da papà che si spalmano sul  divano e dicono “famose ‘na canna insieme”. Giovanilista da immaturo a vita. A ragazzi così un “eroe” di Gomorra che effetto farà? Forse di ripugnanza, forse no. E la “realtà” proposta dalla fiction è principalmente questa: la rincorsa del denaro comunque, l’anestesia del pensiero dovunque.
Potremmo anche obiettare che i ragazzi passano più tempo su web che davanti alla tv; ma proprio su web i video della tv e non solo quelli sono sempre a disposizione.
Tornando alla riflessione su come si valuta un fenomeno artistico, essa ha riguardato in passato opere che oggi troviamo nei libri (per chi legge) o nei musei (per chi li visiti). Ma attualmente la comunicazione, non percorre prevalentemente quei luoghi e strade, dunque se io rifletto se una visione sia utile, bella, interessante, piacevole o quello che si vuole, non posso solo dire che mi piace o non mi piace.
Potrei ironicamente dire che, molti secoli or sono sono piaciuti anche i gladiatori alle prese con le belve, ma non entravano nelle case. Questo non significa che si possa generalizzare, ma dobbiamo ammettere che oggi la pervasività di messaggi penetranti è totale o quasi. Quando si mette in scena il dominio del male violento e dominante  che escluda ogni altra forma di relazione sociale sarebbe bene fermarci a riflettere.
Perfino Renzo Arbore afferma (lo ha fatto ieri sera) ha confermato che considera profetica e anticipatrice la canzoncina in cui canta :
tu nella vita
comandi fino a quando
ci hai stretto in mano
il tuo telecomando
e dice una cosa indiscutibile, ma niente affatto leggera. La tv comanda sui nostri orientamenti, sui pensieri, sui modelli di vita e perciò la nostra scelta è fondamentale; ma le personalità giovani e inesperte non sempre possono scegliere per il meglio i loro modelli.
Del resto, ribadisco, nel mio post precedente avevo scritto: vorrei esprimere il mio parere solamente come lettrice e studiosa di letteratura che ha insegnato nelle scuole a ragazzi adolescenti”: solamente.
A volte l’esperienza empirica su numeri più vasti della nostra realtà domestica induce, costringe, aiuta a riflettere.

Cambiare è possibile

ABSTRACT - di Francesco Maggi NadageminiBasta sdilinquimenti, e da adesso linkare/parlare di:
musica: solo per rianimare le passioni
cibo: solo per sostenere la rabbia
poesia: solo per ricordare come potremmo essere e capire quanto vogliono farci cadere in basso
gatti: solo per ricordare che esistono strategie
natura: solo per contemplare il contrasto con l’ipocrisia interessata
foto: per vedere se hanno la faccia anche questi magliari imbroglioni
i viaggi: per capire che le strade ci sono, ed anche le mete.

Daje.