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La Luna e l’Abete

I poeti si sono chiesti dove fosse la luna, hanno provato a interrogarla, se ne sono lasciati ammaliare, hanno immaginato di raggiungerla volando, hanno immaginato il “mal di luna” come una superstizione o ne hanno fatto dominatrice di sabba o sogno di amanti, l’hanno sempre desiderata quasi immergendosi nella sua luce indefinibile e magica. Per non parlare dei musicisti.
Nessuno può guardare la luna rimanendo indifferente, specie a Natale.
E se d’estate la luna sorge quasi offuscata dalla lunga luce di giorni interminabili, d’inverno invece appare amica e guida tempestiva di sere e notti che appaiono troppo lunghe quando aspettiamo, insonni, la luce del giorno.
In questi mesi di guerra, di popoli senza più luce né calore io immagino le notti di persone disperate e tremanti, immagino piccole luci fumose sotterranee e maleolenti.
Ma penso anche: dov’è la luna per loro? Immagino che quella luce della luna, seppure avvelenata da esplosioni che angosciano, uccidono e ammorbano anche i cieli delle campagne e delle pianure, sia una loro amica silenziosa, forse l’unica.
Di notte, quando la luce chiama i semi a germogliare, le piante a crescere, le rugiade a condensarsi in gocce dissetanti le zolle e le foglie, di notte le creature umane, animali, vegetali e perfino i solchi di terre violate cercano, io penso, la luna e si protendono verso di lei.
Anche oggi, come ieri e come sempre.
Dov’è la luna? Lei sta al suo posto nel movimento cosmico infinito e silenzioso.
Ho una vecchia foto di un abete che con i suoi rami si tende verso la luna quasi a sfiorarla mentre lei ride nel cielo.
Spero che quel sorriso illumini la conversione dalla guerra alla pace, dalla ferocia agli affetti.
Lei aspetta.

Guerra vera macelleria

Guerra : Macelleria senza tempo anche dai grandi Libri

“Senza dubbio una delle ragioni principali per cui il mondo rifiuta di far onore a noi, balenieri, è questa: la gente crede al massimo che la nostra professione si risolva in una specie di macelleria e che, quando siamo attivamente occupati nella medesima, noi siamo circondati da ogni sorta di lordure. Macellai lo siamo, questo è vero. Ma macellai anche, e macellai dei più sanguinari, sono stati tutti i condottieri di guerre che il mondo invariabilmente si delizia di onorare. E in quanto alla faccenda dell’allegata sudiceria del nostro mestiere, verrete presto iniziati a certi fatti sinora quasi del tutto e da tutti ignorati […]
Ma anche concedendo che la taccia in questione sia giusta: quali disordinati e scivolosi ponti di baleniera sono paragonabili all’innominabile putrefazione di quei campi di battaglia da cui tanti soldati ritornano a godersi gli applausi delle dame?”
Hermann Melville, MOBY DICK, traduzione di Cesare Pavese, cap. XXIII

maledetta sia la guerra sempre

La vicenda drammatica e tragica del corpo di spedizione italiano in Russia, che affiancò l’armata tedesca, dovrebbe essere emblematica.

Una monarchia e un dittatore (nostri) e un Führer circondato da una corte di delinquenti asserviti alle sue ambizioni spediscono i loro eserciti ad invadere mezza Europa e i territori delle “colonie”.

Mi scuso per la semplificazione.

Centinaia di giovani italiani, alpini e non, partirono, comandati, sui carri merci, stipati come carne da macello verso terre lontane e giustamente ostili.

Tra questi mio padre, militare di leva a cui fu lasciata solo la possibilità di essere spediti in Africa o in Russia. (E poi tanto li mandavano nella direzione opposta a quella scelta, e fu Russia).

Ragazzi sui vent’anni, senza corredo adeguato al ghiaccio e alla neve, convinti che in poche settimane sarebbero tornati dalle mamme, dalle famiglie: quelli che sono partiti in migliaia sono tornati in poche centinaia spesso malati e comunque sbandati da un regime criminale che è ancora la nostra vergogna.

Carne da cannone, si diceva in passato? Sempre solo carne da macellare a causa delle follie ideologiche e le ambizioni di persone maledette che pagano sempre troppo tardi per le tragedie che causano, per le generazioni che falciano con la guerra, per le famiglie devastate, le città distrutte, i bambini orfani e le donne violentate. Eccetera.

Oggi cosa cambia?

Certo qualcosa cambia: rischiamo anche le scorie e le esplosioni nucleari.

Ma la dinamica dei poteri è sempre la medesima.

Gli alpini così come la grande maggioranza dei militari (che allora erano di leva visto che il servizio militare era obbligatorio e oggi da noi no) erano la cosiddetta “meglio gioventù che va sotto terra” come dice una delle loro canzoni.

Maledetta guerra, maledetti siano quelli che non vogliono vedere altra scelta e poi ce la impongono.

Maledetti siano sempre.

Ma quelli che fomentano la morte della ragione e la celebrano?

Sulla coscienza avranno altre migliaia di morti.

Se vuoi la #pace, non spegnere la luce

Mariaserena Peterlin

Gira un post giudizioso della solita #Gabbianelli: spegnere, ridurre, abbassare uso dell’energia elettrica. Come se tutta la nostra vita, e non solo le piccole utenze di casa, non dipendesse dall’energia che, in Italia e in qualche caso in Europa, non produciamo più. Come se ospedali e farmacie, centri commerciali e fast food, conservazione dei vaccini ma anche del latte, carne, vegetali ecc o pompe di benzina e gasolio, come se tutti i mezzi di trasporto ecologici e non, come se tutta la comunicazione cellulari compresi, elettrodomestici come se …

Come se ci potessimo sentire salvi e tutelati se le fabbriche non producessero più pannolini, pannoloni, carta igienica o shampoo per capelli tanto spegniamo i phon e la lavabiancheria? Come se (aureo consiglio!!) lavare piatti a mano si potesse fare con l’acqua gelata, se arriva, e non consumasse più acqua e energia che usare la lavastoviglie AA++++++ (e via di crocette)

Lasciamo perdere.

Abbiamo pianto e ululato chiedendo ristori per poche settimane o mesi di chiusure e limitazioni, ma avevamo il frigo pieno, il riscaldamento acceso o il condizionatore a palla e la perfida Amazon che ci faceva da balia. O eravate tutti eremiti che si nutrivano di locuste ed erbe e si scaldavano pregando?

E ora, grazie Milena, ci illudiamo che se diamo segnali con le lampadine all’orso inferocito e feroce togliendogli l’uso della luce dei led di casa lui si fermerà?

Ma parliamo seriamente e smettiamola col pauperismo mentale.

O si lavora seriamente per la pace o è la fine di questo modello di pseudo civiltà. Pseudo civiltà, ma piace.

O la politica diventa intelligente o meglio fare scorte… di fette biscottate, per resistere un paio di settimane.

Altro che spegnete spegnete spegnete.

Ma questi sono i nostri media, purtroppo: gabbanelli compresa.