Pochi giorni or sono (credo sia stato lunedì scorso) sono capitata su Rai3 mentre andava in onda Agorà con illustri ospiti tra i quali Chicco Testa, Gianfranco Fini e gli altri che ve li dico a fare? Governativi.
Si parlava, tra l’altro, del presunto scandalo della presunta assunzione di 150mila (bum!) precari della scuola.
Erano presenti moralisti del lavoro secondo i quali i docenti precari non si possono assumere “senza concorso e quindi senza merito” mentre tutti dovremmo sapere che, al contrario, tra i precari ci sono invece fior di vincitori di concorso, con lauree magistrali e scuole di specializzazione all’insegnamento (frequenza biennale, tirocini, tesi finali) tenuti ingiustamente a bagnomaria e appesi alle supplenze quando ci sono mentre nel frattempo i colleghi di ruolo hanno classi affollate e devono accetta orari più pesanti.
Come se non bastasse durante la trasmissione c’è stato un collegamento in esterna con Palermo dove era atteso Matteo Renzi per inaugurare l’anno scolastico nella scuola dedicata a don Puglisi.
Fuori dalla scuola erano insegnanti che manifestavano.
Ho sempre guardato con disagio (ma è un mio problema di signora che vorrebbe un mondo decorosamente abbigliato) le alle manifestazioni in cui i docenti si presentano scarmigliati, urlanti e con tenute da spiaggia libera, tuttavia le ragioni sia di quelli anziani sia di quelli giovani erano giustificate e comprensibili.
Incomprensibile e odiosa invece è stata la reazione ad un “vecchio” maestro che, bloccato in servizio dalle note normative, diceva “dopo 42 anni di servizio sono stanco e vorrei cedere il mio posto a un giovane che ha voglia di lavorare”.
“Che vergogna!” ha commentato una voce da studio.
Già. Vergogna lavorare per quarantadue anni.
Come come paragonare, infatti, l’aplomb dei levigati, abbronzati, eleganti signori super manager o ex presidenti del Senato freschi di Capalbio et similia o anche i mattinieri rampanti renziani che invocano la competizione tra lavoratori a quel nugolo di lavoratori sudaticci ed esasperati? Per gente così è necessario pensare a trasformare i dirigenti scolastici in giudici simili a quelli del Masterchef d’America; perché no? Qualcuno che lanci i registri sulla faccia del docente, o che gli vomiti addosso insulti, che lo sottoponga al pressure test di duecento compiti da correggere in 30 minuti e via dicendo.
Sicuramente meglio che regolarizzare la posizione di cittadini e dar loro la dignità del lavoro.
Sgomitate plebei, sudate e imparate a dire : sì chef, grazie chef, come è umano lei chef, anzi: signor Dirigente la supplico mi umili pure, io sono disposto ad uccidere per avere il titolo di Masterprof.
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Maria Serena Peterlin
Ascolto, osservo e leggo. Mi interesso di letteratura. Mi occupo di formazione, scuola ed educazione. In questo blog parlo soprattutto di problematiche giovanili e di interessi culturali e questioni di attualità. Pubblico qui i miei scritti, racconti, ricordi, foto e disegni e le mie libere parole-
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