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I lavoratori e il riscatto del lavoro

Purtroppo da alcuni anni, e (lo dico con amarezza e senza vanto) io l’ho più volte scritto: il gioco dei potenti è stato quello di contrapporre e creare divisioni nella società: prima tra generazioni, poi tra classi sociali adesso tra diversi tipi di lavoratori. Questo gioco infame fa vincere sempre il banco ma, se volessimo, potremmo contestarlo, contrastarlo e forse iniziare a vincere.
Invece grandissima parte degli italiani non si accorge, cade nel tranello, vota male e fa il gioco di Berlusconi, di Monti, di Renzi o di chi altri? Non sono qui a sciorinare verità e non penso di averle in tasca, mi pongo quindi anche io molti problemi e cerco di evitare di generalizzare. La mia riflessione, pur se espressa con semplicità, riguarda un aspetto che mi sta molto a cuore: anche se si vorrebbe far apparire che i lavoratori non sono importanti, anche se si tenta di metterli in una competizione suicida e utile solo al profitto, anche se si esaltano i vincenti o i “bravi” (vai a capire come individuati) che in realtà sono spesso utili servi, anche se… e si potrebbe continuare,  penso che i lavoratori abbiano il dovere/diritto di difendere la loro dignità tornando ad essere solidali, uniti e, soprattutto, consapevoli del loro ruolo che è fondamentale.
Lo so, sono o posso apparire antica, ma nel mio cuore e nella mia mente sono stampate vecchie parole a cui non rinuncio: “il riscatto del lavoro “.
Sta infatti anche al lavoratore ottenere e imporre (quando è in posizione cosiddetta garantita) che il lavoro non sia solo fatica, ma anche riscatto. Unirsi è fondamentale, è l’unica possibilità di uscire da questo tragica palude che spegne il pensiero e uccide il futuro; con o senza sindacati, ovviamente.
http://www.archiviodistatobologna.it/…/2-1894-%C2%ABil…

Imputati anziani 2, alzatevi e … lavorate

Ha ragione, in linea di principio, il giovane che commenta su fB  il mio post precedente quando individua la colpa dello sfruttamento, della precarietà, della perdita di diritti in coloro che hanno permesso che questo accadesse. A mio avviso ha ragione anche quando accusa chi ha approfittato di norme che distribuivano vantaggi, e aggiungerei che quelle norme facevano scivolare senza intoppi i grandi privilegi. E’ noto infatti che chi ci ha governato (e governa in tanti enti, aziende di stato, giunte e assemblee, consigli:comunali, provinciali, regionali, e perfino (pare) nella magistratura (cfr Mose e Venezia, Expo e Milano ecc ecc) si è aggiudicato ben di più di una discutibile e immeritata baby pensione da 800 euro .
Però insisto : contrapporre generazioni distoglie dall’evidenza che la distinzione va fatta tra onesti e disonesti, tra profittatori e sfruttati.
Amaramente dobbiamo tuttavia ammettere che anche nella categoria ladri-disonesti ci sono vari livelli. C’è quello che timbra 10 cartellini, quello che si si finge invalido, quello che aggira la legge evadendo;c’è anche tutta una palude mefitica di perniciosi imbroglioni che sguazzando nella  disonestà mediocre o piccola consentono invece che prosperi la grande disonestà e magari la votano e confermano in caso di elezioni.Ci sono poi i grossi ladroni, i corruttori, i manipolatori della politica con cortigiani e cortigiane al seguito.
Solo pochi fortunati tra noi potrebbero affermare che i servizi pubblici (a Roma ad esempio) funzionano, o possono essere contenti dell’assistenza sanitaria (a tutti i livelli) o della scuola e così via. Non penso che chi è riuscito ad infilarsi, eludendo o manipolando concorsi o surfando sulle raccomandazioni, in un “posto” tranquillo e, per ora, stabile, si metta ad armare una rivoluzione.
E ce ne devono esser parecchi visto come sono andate e spesso vanno le tornate elettorali.
Dunque mi permetto di insistere: non facciamone una questione generazionale.
E confermo: io ho visto mediocri far carriera anche a scuola spazzando il fondo di Istituto con l’aspirapolvere o aggiudicandosi incarichi; a volte ho visto anime, e qualcos’altro, in vendita anche per meno di 30 o 80 denari. A volte basta una gita.
Ma il cielo è sempre più blu.
Ma visto che siamo in tema di canzoni: provate a spiluccare tra i testi dei cantautori degli anni passati, non ci sono solo sapori di sale e mare e abbronzatissime,ci sono denunce forti e chiare. Ci sono denunce spiattellate e dichiarate anche se, bomba o non bomba, le parole scomode poi sono state fatti saltare tra le tette delle velinone del berlusca o tra le paure delle connivenze.
Aggiungo una citazione illuminante, da Pierangelo Bertoli. Tanto tanto diverso da poter cantare, a muso duro, così.

Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario

Imputati anziani, alzatevi

C’è chi denuncia e risolve i problemi del paese intervistando le baby-pensionate; quelle che andavano in pensione con 14 anni, 6 mesi e un giorno arrivando a 20 di servizio col pagare il riscatto degli anni del corso di laurea e scandalizzando nel profondo coetanee e coetanei che rimanevano sul lavoro per altri lunghi decenni.
La crociata è anche di Myrta Merlino (nipote del noto mago?).
Penosa faccenda per i tanti, come noi, che hanno invece lavorato investendo sul futuro dei figli, che hanno creduto in quel futuro per vederlo poi scippare con violenze motivate da illogici turpiloqui che negano diritti.
Spesso ridotti ad esser senza futuro, senza casa e castrati nel profondo gli attuali “giovani” sono oggetti di facile manipolazione, e quella manipolazione scatena tante specie di rancori fino ai paradossi criminali dell’anziana che subisce ripetuti tentativi di avvelenamento da topicida, o di quei genitori accoltellati, o di quei nonni o zii variamente bastonati.
Ma loro continuano: voi anziani ecc ecc , avete avuto ecc ecc, avete permesso ecc ecc., ci avete buggerati ecc ecc. Sentenza: colpevoli!

Miserabili miserie pilotate e volte ad approfondire il solco del conflitto che invece di contrapporre categorie sociali e sociologiche (?) quali poveri vs stra-riccastri, onesti vs corrotti e corruttori, cultura vs ignoranza, lavoro vs sfruttamento che cosa vogliono ottenere? Semplicemente altro potere contrapponendo fra loro le generazioni e generalizzando squallidamente.
Chi ci casca ? Tanti.
Chi ne è responsabile: non pochi tra le destre e perfino (nessuno se ne accorge?) anche tra gli attuali pd.
Chi amplifica e diffonde? Beh ed esempio la tv magica alla Merlino per dirne  una. Ma non solo.
Anzi, dovesse servire, facciamo ‘sto cancelletto: #Myrtamerlino

Unomattina e il verbo montiano secondo bocconi e ab_bocconi e via con lo slogan su vecchi e giovani

Il palinsesto televisivo non si smentisce nemmeno in piena fusione agostana. La rigida sequenza è pressoché liturgica: la mattina inizia con le pseudo-news che aperte dallo stilema “ilpremiermonti ha detto”, continua  con un dialogo tra un manipoletto di esperti, segue una rubrichetta di medicina dosata ed allarmante che ti aiuta ad anestetizzare la paura della crisi con quella del colesterolo o del neo o del calo ormonale e a seguire, ad libitum, vanno in scena consigli per gli acquisti al mercatino rionale, le ricette e le giulive preparazioni culinarie. Del pomeriggio-sera tacere è bello, anzi meglio. L’indomani si replica.In questa fiera di luoghi comuni passati al microonde si propone anche lo stand di Unomattina estate dove non mancano originali argomenti pensosi: oggi ad esempio si parlava degli under 40 precari e ipersfigati VS gli over 50 stabili e ipergarantiti.
Non se ne può più. Ma forse questa insofferenza riguarda il cervello e il fegato di chi pensa, e non il pubblico abituale di rai 1 o affini.
Fa dunque bene ilpremiermonti a snocciolare la sua giaculatoria a Rimini.
Fa bene perché è ragionevole approfittare dell’onda propizia (e lui ha appena lusingato un’area politica) per accendere una lumino sulla, secondo lui, possibile fine delle crisi.
Fa bene perché se è vero che “chi pecora si fa il lupo se la mangia” allora vale anche la proprietà reciproca “chi lupo è si mangia la pecora distratta.”
Fa bene perché non spetta a lui accendere il riflettore sulle vistosissime smagliature di un ragionamento, più patacca di un elogio del pedalino bucato tutto da scrivere, che sempre più abbocconi prendono sul serio.
La contrapposizione tra presunti giovani under 40 e presunti agiati over 50 è infatti smaccatamente strumentale alla voluta frantumazione della unione sociale che esisteva nel nostro paese e non solo.
La contrapposizione giovani vs vecchi è una sorta di pensiero dominante creato per disinnescare la solidarietà costituita da una virtuosa catena sociale e che in passato aveva ottenuto proprio gli stessi diritti che oggi ci sono negati.
Quella catena sociale era costituita, in qualche caso, anche dalla solita famiglia italiana, ma in altri casi da una consolidata tradizione culturale di fratellanza tra cittadini e si va spezzando anche chiudendo ospedali, tagliando posti di lavoro, erodendo cultura e sviluppo e non solamente allungando l’età pensionabile o potando l’albero del welfare.
Lo slogan sciorinato quest’oggi nel tendone del lunapark unomattina proclama che “i precari stanno pagando le pensioni a chi ha lavorato 40 anni ed adesso si gode da maiale pasciuto i suoi diritti garantiti”. Beh, davvero avvilente per chi ci crede.
Tuttavia si sta riuscendo, con la complicità di accademici, sociologi, economisti ecc a far passare per credibili dei semplicistici slogan cancellando, nel contempo, la nostra storia sociale.
Inutile dunque tentare di ricordare che i precari sono comunque nipoti o figli di chi li sostiene, con affetto e denaro, e che oggi ha ben poco da godere vedendo come sono trattati i suoi “giovani”.
Potremmo anche dire che le false vacanze e i cortile dei vergognosi di cui ha parlato Anna Lombroso nel Simplicissimus2 sono una realtà non solo per i precari.
Potremmo anche ricordare che i diritti sono sempre stati una conquista e mai una concessione o anche semplicemente documentare l’orda, (evidentemente anaffettiva e gaudente?) di nonni, a volte un po’ barcollanti, che impestano le strade di paesi e città con nipoti di tutte le età da accompagnare a scuola o al parco, per cui far la spesa e cucinare, da vestire-lavare-intrattenere, a cui comprare scarpe e videogiochi.
Ma chi ascolterebbe, e a che servirebbe di fronte agli argomenti di premiermonti o elsafornero?
Grandi giornalisti, accademici, pubblicisti e opinionisti hanno il megafono e forse non è azzardato immaginare che abbiano precise istruzioni.
Noi, al massimo, abbiamo nostri pensieri, sentimenti e parole che arrancano per difendere la nostra storia personale e quella della nostra Repubblica, nata dalla Resistenza (come si osava dire una volta) e nella quale la generazione degli adesso ottanta-novantenni, che lentamente si spegne, ha ricostruito il paese lavorando e non facendo le pratiche per false invalidità.
C’è rimasto appena solo il tempo per la domanda di riserva: quando anche tutti questi vecchi presunti agiati e agevolati saranno spenti, e non ci vorrà molto, vedremo finalmente lo spread azzerato, il merito premiato, i posti di lavoro disponibili? Signor premiermonti lei profetizza dall’alto del suo aplomb cipressino, non ci dica altro per favore. E non ci faccia lezione. Ci basta, e avanza, Rai 1.