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I servi e il balcone

Tiè

E dal balcone-orpello
di palazzo Grazioli
lui canta lo stornello
a sguaiati usignoli,
fa il verso dell’ombrello
a modesti manipoli
che offron tremanti il collo
d’inconfessati tremòri.

 

Aggiornamento del dopo-voto di fiducia: ve l’avevo detto, no?

Caro Grillo, 2: tu non hai fretta, noi sì

Rifondiamolo pure, ma con un progetto. (MsPeterlin)

Caro Grillo, tu scrivi che non hai fretta, tu sei il tempo.
Quelli come me invece hanno aspettato abbastanza, non hanno molto tempo e soprattutto non si sentono in sintonia con questo tempo.
Quelli come me non sperano, né hanno sperato, che che l’Italia cambi con il pdl o il pdmenoL ed hanno smesso di votarli da tempo e spesso cercano alternative.
Una di queste, caro Grillo, per alcuni di noi sei stato anche tu.
Quelli come me, e ora parlo a titolo personale, pensano che lo snobismo di giudicare sia chi vota diverso sia vota conforme sia comunque antidemocratico.
Non si è ottenuta la democrazia per selezionare gli affini su basi elitarie o intellettuali,  ma per confrontarsi.
Per cui, si vincano o perdano le tornate elettorali (per quel che può valere l’espressione vincere in questo caso di elezioni amministrative) pensiamo che comunque vengano prima i cittadini e i loro diritti e solo dopo, casomai, l’apprezzamento verso chi si è fatto eleggere.

Quelli come noi sanno bene che le promesse sono tante e belle, ma sono i fatti a parlare.
E fin qui quello che ho scritto potrebbe voler essere pure inteso, da m5s ossia da te e Casaleggio, come acqua che scorre dal rubinetto.

Invece quello che non è acqua è, probabilmente, quello che scrivi tu quando, nel post di oggi dici: “L’obiettivo del M5S è di cambiare il Sistema, le regole del gioco, di introdurre nella Costituzione strumenti di democrazia diretta, oggi totalmente assenti o disattesi. “
Allora qui la questione diventa seria. Se per cambiare il Sistema vogliamo intendere eliminare sprechi e privilegi, cambiare questa politica di destra (con o senza la elle) che, solo per far qualche esempio, se ne sbatte del lavoro e dei lavoratori, che ci vuol portare a lavorare a 1 dollaro l’ora, che elargisce emolumenti da satrapi ad assessori e basso politicame vario, deprime l’istruzione pubblica, svende i beni dello stato (roba nostra), trasforma farmaci e salute in business per multinazionali…  allora ci siamo anche noi e la battaglia è la nostra, ma ci vogliono ricerche serie, progetti di fattibilità e progetti esecutivi.
Se invece cambiare il Sistema significa appollaiarsi su posizioni di principio allora anche eventualmente “introdurre nella Costituzione strumenti di democrazia diretta, oggi totalmente disattesi” non avrebbe significato e, se permetti, è pure contraddittorio.
E’ chiaro infatti che se alcuni strumenti nuovi devono essere introdotti non è pensabile che essi potessero funzionare prima di esistere.
Invece, caro Beppe Grillo and Friends, la Costituzione era cosa molto buona (non a caso la destra vuole cambiarla) e aveva funzionato già alla grande.

Noi eravamo, infatti, riusciti ad ottenere, tramite la nostra Costituzione, diritto al lavoro, allo studio, alla salute e così via; li avevamo ottenuti e potevamo proseguire su quella strada eliminando, tuttavia, la corruzione.
A cosa servirebbero, invece, strumenti di democrazia diretta se i nostri giovani non lavorano, i nostri adulti vengono sbattuti fuori, i nostri anziani invitati a morire alla svelta? Non vogliamo umilianti redditi di cittadinanza, non vogliamo elemosine, vogliamo l’applicazione dei diritti costituzionali dove è già tutto scritto, ricordi? Magari ricordiamolo anche a Casalegno.

“Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

 Non è una novità che l’obbiettivo serio di una forza politica, movimento o partito che sia, è il progetto fondato su idee chiaramente dichiarate, e non può essere solo un obbiettivo di cambiamento della serie “fatti più in là e lascia fare a me” perché allora la domanda sarebbe banale, e te la fanno in molti: “fare cosa”?
Ottimo ridurre le spese e rendicontarle, grazie per farlo; ma per far questo basterebbe far funzionare gli organismi di controllo: e nel frattempo noi?
Noi cosa dobbiamo ancora aspettare e perché?
Il problema è, anche se so che le parole potrebbero non piacere, squisitamente etico e politico. Se chi occupa il potere nella cosa pubblica lo fa per ambizione e non per servire lo stato e i cittadini, allora potremmo cambiare dieci costituzioni e cento sistemi elettorali ma il nostro mondo, la nostra Italia, continuerà ad essere diviso in sempre più ricchi e volgari e sempre più poveri e disperati. Con o senza tv.

Ecco perché non solo noi abbiamo capito e ti capiamo, ma noi abbiamo una certa urgenza ormai, e al contrario di te, abbiamo anche fretta.
Nel frattempo ci piacerebbe tanto tenere Alemanno lontano dal Campidoglio. E lasciare libertà, come sempre, di coscienza a tutti. Anche a chi probabilmente si asterrà annullando la scheda. Io probabilmente lo faccio.

Cordialmente

Marcia su Brescia, senza pudore

Il fatto che un gruppo di persone abbia manifestato chiassosa scontentezza quando fu ri-eletto Napolitano e sia stato tacciato di marcia fascista su Roma impallidisce e scompare (ma dovrebbe invece far arrossire di vergogna rabbiosa chi si era inventato il parallelo) di fronte a un vice-premier di un Governo in carica coll’alto patrocinio del colle e che dichiara di marcerà a Brescia in omaggio al pluricondannato e interdetto dai pubblici uffici e tuttavia imperversante come la peste aviaria. Del resto il nostro Angelino non ha perso nessuna occasione di distinguersi: da ex ministro della Giustizia  ha infatti partecipato a una buffonesca ma ugualmente grave invasione del tribunale di Milano organizzata in appoggio al solito Silvio perseguitato da certa giustizia.
Cave Angelinum! Nessuno accuserà impunemente il suo papi putativo!
Ma forse l’intenzione era diversa oggi; a Brescia a far peccato e domani in Abbazia a far penitenza. (Se poi vada o non vada, a questo punto cambia poco: quel che ha scritto ha scritto)

E vado di rima estemporanea:

Angelin fedel scudiere
segue prono il cavaliere
ma il potere assai l’alletta
fianco a fianco al prode Letta.

Così persa ogni misura…
fa assai squallida figura.

Frate Cipolla, Fratel Bersy e i fedeli creduloni oggi come ieri

Sono sicura che ricordate tutti la novella di G.Boccaccio “Frate Cipolla”. 
E’ utile per capire quello che è capitato tra sabato e oggi.
Boccaccio, all’inizio, la riassume così: “Frate Cipolla promette a certi contadini di mostrar loro la penna dell’agnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo.”
E parafrasando. “Frate Bersy promette agli italiani di mostrar loro il gran banchetto dell’Italia Giusta col giusto presidente, ma in luogo di questi trova i ravioli avvelenati del franco tiratore e i m5s aspri e acerbi, allora tira fuori dal freezer un pacchetto di capitan findus quirinalizio, e mentendo afferma che il banchetto giusto sia quello.”
E il popolo loda, mangia e dice pure che era un miracolo. Infatti, come scrive Boccaccio: “tutti s’appressarono a frate Cipolla e, migliori offerte dando che usati non erano, che con essi gli dovesse toccare il pregava “