Archivi tag: pd

Se le #sardine non son leoni

dalla loggia 4Sì è vero, ammetto, è difficile dar loro credito a lungo/medio termine e considerare credibili questi giovini alla #Mattia #Santori, infatti a un osservatore disincantato non appaiono una generazione di credibili contestatori, (stavo per dire, dotati di attributi mentali e fisici adeguati, ma non lo dico) come quelli delle generazioni in eskimo.
Appaiono piuttosto come dei beneducati rampolli bon ton che concedono solo alla riccioluta chioma un messaggio di disordine ordinato. E blanditi e corteggiati ci han messo del loro per sembrare figurine Panini di un album scaduto. Con applausi del papà Bonaccini o dello zio Zingaretti.
E tuttavia proprio quelle, da me amate, passate generazioni in eskimo, e o a gonna a fiori, hanno generato, per lo più intendiamoci ma non solo, figlie e figli e nipoti di tal guisa riccioluti e beneducati, insomma figli di un galateo minore, diciamolo.
Amici miei, che devo dire? Questi abbiamo il resto è sogno.

Speranze? Sardine sono, e non squali e nemmeno piranha e tanto meno leoni marini, ma allora per lo meno escano dalla scatola che di speranze ex-catologiche non catalogate abbiamo tanto bisogno.
Che san Pilastro vi benedica, figlioli miei, contestatori immaginari.
Amen

Guerra o pace sociale? la filosofia della gallina.

depositphotos_94386388-stock-video-during-the-day-a-personMi dicevo in questi giorni quanto fosse, tutto sommato, più allestire (si fa per dire) una Rivoluzione con la maiuscola quando era evidente il tiranno, lo zar, il re o anche un partito, nel quale identificare un nemico sociale; quando chi ti metteva le mani in tasca, chi ti levava la casa o ti impediva di andare per legna, sfamare la famiglia, curare i malati e seppellire i morti senza pagare balzelli pesanti aveva una precisa identità.
Era più semplice quando imbavagliavano gli oppositori, quando mettevano semplicemente in galera a pane e acqua chi protestava o quando spedivano in colonie, al confino, o nelle galere a remare fino alla morte, o quando, risalendo risalendo, ti buttavano nel circo a sfamare leoni e gladiatori sanguinari.
Invece adesso tutto è represso, ma tutto è assorbito, spento, riciclato e mistificato: adesso, ed è peggio, ci guardiamo tutti in cagnesco e i poveri non possono nemmeno stendere la mano. Se lo facessero, e qualcuno spericolatamente lo fa ancora, si può sentir dire che se l’è cercato, meritato e ben gli sta.
Infatti, solo per fare uno stupido esempio, adesso girano poveri veri o presunti che fanno finta di spazzare il marciapiede per “meritarsi” l’elemosina, ma sempre elemosina è.
E in questo rancore circolare (altro che economia circolare!) perdiamo di vista il fratello, l’amico, il compagno; insomma il prossimo con cui, caso mai arrivasse un baffone adeguato, sviluppare un’azione energica, forte e anche contro le norme, ma efficace sul piano politico e sociale. Chi possieda un  piccolo pollaio domestico sa bene che se vuole inserire delle galline in una gabbia o un recinto in cui esista già una popolazione di pennute rischia di vedere sgozzare le nuove venute a furia di assalti con gli artigli (ce l’hanno anche i polli) o colpi di becco. Le apparentemente miti e sciocche galline domestiche, quelle che ti regalano l’ovetto buono e sano, si difendono dalle galline migranti, immigrate, inserite nella loro società gallinacea semplicemente spacciando presunti nemici anche se il cibo non cala: ma diminuisce, secondo loro (sono galline, signora mia!) lo spazio “vitale”. C’è da imparare dalla gallina.
Allora oggi, come galline? siamo tutti contro tutti, dalle contrapposizioni generazionali alle lotte per il tetto e via col tango. Amaro ma sempre fascinoso tango della morte, perché non dirlo? quello che ballano addobbati con piume e volants, quello dell’immagine e del modello prevalente ossi la violenza che attira, affascina, soggioga ma trascina in un vortice stupido, volgare, nevrastenico.
Far pace col cervello? Ovvero cervelli sfrattati come scrive oggi Anna Lombroso nel Simplicissimus.
E a proposito: ma avete visto il look della Raggi (povera, a me fa addirittura simpatia) l’hanno conciata vestita da gallina o da impianto di irrigazione alla prima del Rigoletto. Pace col cervello? coccodè, casomai.

Prima i giovani, perché no?

alba su Roma 70Io penso che se ci consoliamo con generiche stelle (per qualcuno l’oroscopo, per altri un monile e per tanti altri ancora un movimento politico o quasi) è anche perché il Sole è sparito dal nostro orizzonte e soprattutto dall’avvenire delle nuove generazioni.
Facile puntare il dito contro presunzione di populismo o accuse di ignoranza; ma fate attenzione: non sono state le generazioni dai 40 in giù a corrompere la politica, a irridere le ideologie, a spazzare via i riferimenti a una vita equa, sociale e solidale, a abolire l’idea che si possa costruire per il futuro una vita NON canagliesca e competitiva sostituendo una vita proiettata in avanti con una vita di divani, paghette, birrette e peggio.
Sono stati i vati e le vecchie muse del liberismo a condurre questa danza macabra e putrefatta. Ed hanno contagiato anche una parte di quarantenni, ma per fortuna, o per nostra vecchia resistenza, non tutti. Non importa se abbiamo voci piccole, noi ci siamo.
Dunque io dico abbasso alle vecchie logiche, e avanti ai giovani: che provino, che sperimentino, che facciano errori; ma che siano i loro.
In questo day after che segue i risultati elettorali ascolto discussioni in cui si chiamano in causa “le prassi consolidate” oppure il “si è sempre fatto così”, o anche una conta di numeri che vale certamente, ma che non può e o non dovrebbe essere la logica di chi pensasse al bene comune. Invece la politica e le intelligenze questo dovrebbero avere a cuore e non la difesa ad oltranza di vecchie posizioni.
In questo credo che sia ragionevole l’affermazione dei 5stelle quando dicono ai vecchi poteri: avete condotto a questa situazione l’Italia, avete fatto errori per oltre 40 anni, adesso lasciateci provare.
Invece si tendono trappole e trappoloni astiosi.
Altro che Bene Comune…
Voi vecchi avete sbagliato e corrotto.
Io sto con i giovani, finché natura me lo concederà.

Le colpe dei vecchi politici (con o senza leopolda)

Come sostiene il nuovo Masaniello o Cola di Rienzo, personaggi che la Storia nel suo lungo e non sempre silenzioso cammino non manca di proporci periodicamente, la vecchia classe politica ha colpe gravi. E non si tratta di quelle di aver perso voti.
Lui, Matteo-Masaniello-Cola, se la prende con i vecchi del suo Pd, ma potremmo negare che quelli degli altri partiti siano innocenti e che le devastazioni a cui assistiamo li esonerino da responsabilità?
Il fatto è che i vecchi, o le vecchie generazioni, le loro colpe le hanno e sono evidenti. Hanno anche grandi meriti, ma il riconoscerli non appartiene alla famelica e arrembante brama di potere della gente nuova e possiamo questa volta tacerne.
Aver lasciato crescere la corruzione,  aver trasformato la politica in una sorta feudalesimo vergognosamente volto ai vantaggi personali, al nepotismo, al familismo, aver concesso che scandali fossero riassorbiti nel magma e che il potere si ammantasse di privilegi inossidabili e, il che è forse più grave se possibile,non aver maturato un pensiero in grado di sostenere il confronto col presente sono colpe gravi. E altre che tutti sappiamo potremmo aggiungerne.
Ma la più odiosa è probabilmente quella di non aver voluto e saputo educare e far crescere una nuova generazione di politici colti, responsabili, seri, preparati.
E, senza farla troppo lunga, ecco qua il Masaniello populista, il tribuno arrogante o, se preferite, il vitello d’oro in bluejeans abbarbicato ai twitt.
Non sorprende che si diletti a ghignare sull’uso del digitale secondo lui sconosciuto ai vecchi. Sorprenderanno solo coloro che lo voteranno ancora: alcuni di noi possono aspettare e verificare. Ma chi ha perso lavoro, speranza, futuro non può aspettare e non porta a casa il pane della leopolda.
E questa è una colpa vostra, vecchi politici, e non provate a negarlo. Colpa vostra. Maxima culpa.
Noi cittadini comuni abbiamo educato i figli molto meglio, e la maggior parte di questi nostri figli subisce dignitosamente i colpi di avversa fortuna o, meglio di avversa politica. Colpa vostra. Gli sbeffeggiamenti del vitello d’oro leopoldino ve li meritate tutti.