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Grillo e grillini: che paura!

No, lo dico come cittadina fai da te, non sono particolarmente in ansia su quanto sta accadendo in questo insolito dopo elezioni dominato dal M5S uscito in modo del tutto prevedibile dalle urne, e che solo la solerte arroganza delle caste poteva sperare di dribblare andando ancora una volta in gol con un risultato risicato ma utile da nazionale di calcio. In me, ostinatamente e diversamente pensante e curiosa, prevale proprio la curiosità.
Ascolto o leggo l’indispensabile e noto il livore astioso della stampa e dei media verso Grillo. Un livore che si accanisce pure su quello che non è stato ancora fatto e che non è ancora accaduto. Un astio che cerca argomenti costituzionalistici di cui come cittadina non tecnicamente provveduta di strumenti giuridici, ma in grado di applicare una logica elementare vedo lo sgangherato affannarsi capzioso. Tirano gli ultimi tratti, ma li tirano senza pudore. Ad esempio se Grillo afferma che i deputati eletti in una formazione non dovrebbero mutare casacca allora si invoca con accoramento la libertà di coscienza. L’argomento appare adamantino, però non lo è.
Per essere liberi di coscienza non è necessario cambiar casacca: per decenni abbiamo infatti visto illustri astenuti e assenti al momento del voto, e non mancano esempi. Abbiamo visto partiti con correnti dialettiche o velenose. Insomma ne abbiamo viste di crisi di coscienza prima che le crisi fossero solo quelle colitiche, colesteroliche o de panza come piace dire oggi. E abbiamo visto scendere il generale e giustificato sdegno su chi ha cambiato casacca un tanto al chilo o pro domo sua traghettandosi addirittura dal partito del magistrato (detto anche manettaro) a quello dell’insulto quotidiano alla magistratura stessa.
Dunque, e senza voler prender né partito né cappello, da cittadina comune penso che l’argomento non sia poi così robusto. Mentre robusta è la rabbia e determinata è la convinzione con cui si viene seminando paura.

Certo è ben comprensibile la reazione dei giornali e dei media tv contro M5S: un istintivo rigetto, a ferita aperta, contro chi li ha in vario modo insultati dalla rete e adesso, avendo vinto, li schiva.
E’ evidente che i media difendono se stessi e il loro modo di essere casti nella casta. I media se ne infischiano di tante persone che, con tasse e canoni, li hanno finanziati e finanziano proprio loro gli intoccabili medesimi che li hanno inondati per mesi con messaggi più o meno subliminali o sfacciati. Nonostante tutto i cittadini paganti e tartassati non si sono lasciati intontire e, non avendo individuato un partito accettabile e decorosamente votabile tra quelli storici, hanno votato Grillo (o altri) meritandosi il nasino arricciato di uomini e donne levigati e ben allevati dal regime.
Eppure gli elettori di quelli che sono sbrigativamente definiti “grillini” potrebbero esser considerati con maggior rispetto (opinione personale della comune cittadina ovviamente) di quelle e quelli che hanno votato l’arcoriano della fetida palude e che sono sempre tanti, troppi.
Quanto infine ai pericolosi cospiratori grillini che si riuniscono e… non parlano come non ricordare che per lunghi oscuri decenni la casta si è riunita intorno a risotti, crostate o in soffici resort esclusivi per cicale e cicalecci, pagati peraltro dal solito spremutissimo contribuente onesto e ora al verde, senza nemmeno che si sapesse che parlavano e di che o se prendevano accordi e su cosa?
La situazione è fonte di perplessità, ma per ora che senso che senso avrebbe far prevalere una paura conservativa e miope? La paura rende deboli, quindi è strumentale.
Il caos, se tale fosse, non è ovviamente preferibile ad un buon programma, ma piace forse la quiete dei “democratici” sussurri esclusivi e non divulgati se non tra pochi? In passato i nostri vecchi meno informati, ma che ne avevano viste tante dicevano : “fa tutto schifo” (e avevano visto giusto), “ci vorrebbe una guerra per fare un bel repulisti” (beh, qui davvero spericolati e dissennati).
Se però il caos di questa crisi reale potesse contribuire a far luce e a smantellare un sistema che non solo ha trionfato facendo fallire noi, ma adesso tenta di salvare se stesso schiacciandoci definitivamente allora come sottrarsi alla tentazione di studiare con attenzione il caos auspicando che si possa sgrovigliare la matassa senza violenze.
Insomma tra grilli di oggi e voraci cicale del passato non mancano stonature,  probabilmente occorre rifarsi l’orecchio cercando una musica nuova più che nuovi accordi.

 

Noi o loro: essere cittadini o prede

                              – GUFO DI PALUDE –

Nello sfacelo della palude sociale e politica che ci asfissia c’è la consolazione (pur magra, ma sempre consolazione) che finalmente qualcuno comincia a rifiutare il “noi”.
Politicamente corretto, ma distruttivo.
Anche io ormai rifiuto un “noi” di autocommiserazione o assolvimento: “noi italiani siamo cosi”.
Ci sono persone e persone, ci sono non pensanti e pensanti. Noi siamo pensanti, attivi e costruttori di futuro, iniziando dal quotidiano e dal presente prossimo; “loro” sono non pensanti, sono passivi, sono creduloni e disposti al compromesso.
E’ una grande differenza. O passano faticosamente il confine o rimangono nell’acquitrino, e se la vedranno col predatore.

L’antipolitica, la “maledizione” popolare e Monti

Ferrer, come Monti? prova a fronteggiare la rivolta per il pane
nel capitolo XIII dei Promessi Sposi

“Il Governo ha dovuto fare cose molto sgradevoli, ma la percezione di quel che fa questo maledetto governo, anche se non è rosea, ha un livello di gradimento molto più elevato rispetto a quello dei vari partiti”, (Monti premier).
Potremmo obbiettare, e con ragione, che la percezione non è un dato oggettivo, che le cose fatte non sono sgradevoli ma inique (il che è parecchio diverso) che gli piacerebbe che il suo governo avesse il fascino perverso di chi vien definito maledetto, ma in realtà trattasi di governo classista e orientato all’ingiustizia nonché pomposamente atteggiato a una immeritata rispettabilità; e potremmo aggiungere tanto altro.
Preoccupa, tuttavia, assai di più il continuo attacco alla politica, e ai partiti superstiti che se da un lato sono ben modesti rappresentanti di un pensiero politico che non c’è più dall’altro lato sono, attualmente, e in attesa di rimpannucciamenti ormai indispensabili tutto quello che abbiamo. Infatti se è vero che in molti non ne possiamo più di questa classe politica e che la vogliamo mandare a casa a calci, almeno virtuali, nel sedere è altrettanto vero che il paese ha gravemente bisogno di politica e di ritrovare una rappresentanza adeguata alla vita sociale, alle esigenze dello sviluppo e cultura, al futuro e a tutto ciò che da serio progetto è diventato, attualmente utopia quando non (ahimè) pio desiderio.

Ma premierMonti rema contro, Ox! ox! guardaos: non si facciano male, signori. Pedro adelante con juicio (ma consiglierei di leggere tutto il profetico capitolo manzoniano qui citato) e tra sorrisetti e ammiccamenti procede, ineluttabile come la notte in inverno.  Ogni suo nuovo intervento rosicchia credibilità alla politica, ed ogni ulteriore scandalo degli attuali politici sparsi nei numerosi parlamenti e parlamentini che incombono su di noi peggiora le cose dandogli risposte sventurate (come Gertrude, alias monaca di Monza).

È allarme democrazia? Difficile rassicurarsi.