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Politica: gli sono ET tra noi (che non siamo figli delle stelle)

da un post di Fabrizio Centofanti su fB

da un post di Fabrizio Centofanti su fB

Saturati da un lato da grida e azioni scomposte che noi non useremmo mai e dall’altro da sorprendenti invocazioni al rispetto e da accigliate ammonizioni alla tolleranza zero, ci chiediamo se nelle istituzioni non siano atterrati, inattesi, extraterrestri che reagiscono con meravigliata sorpresa e con irritato fastidio da ciò che accade nella nostra incivile e popolare realtà quotidiana.
E ci chiediamo da dove provengano questi nuovi ET diversi, in verità, e poco amabili rispetto all’originale: alcuni dicono dal pianeta di Insaputa, altri dalla galassia lontanissima di Intoccabile, altri ancora dalla costellazione, che pare sia piuttosto affollata, di Privilegilandia.
A differenza degli ET suddetti, noi terrestri di lungo corso, figli e nipoti non delle stelle, ma di terrestri di molto più di sette generazioni, non siamo particolarmente sorpresi da quello che accade.
L’hanno chiamata in tanti modi: antipolitica, disaffezione dalle istituzioni, indignazione verso la corruzione, sfiducia nei politici, collera verso gli stipendi “stellari” dei supermanager: ma la avrebbero potuto chiamare anche povertà, esclusione, ingiustizia sociale, privazione: in una parola Italia degli anni duemila.
Per queste ragioni noi comuni terrestri italiani non ci stupiamo se sentiamo invettive, improperi, parole disperate quando andiamo al distributore di carburante, al mercato, al ricevimento dei docenti, in coda agli sportelli, in fila dal medico o in farmacia, o peggio a trovar malati negli ospedali.
No, non ci sorprendiamo, ormai quello è il linguaggio che la gente normale usa e quelli sono i suoi stati d’animo o meglio di malanimo.
Quella è l’amarezza per lo sbriciolamento sistematico di ciò che le nostre speranze e il nostro lavoro potevano costruire. Se è vero che ci sono tra noi quote di piccoli o medi evasori o furbi (di chi la colpa tra l’altro?) è anche vero che il degrado morale e culturale avrebbe dovuto essere un problema da risolvere e non una scusa.
Ma tornando ai nostri Extra Terrestri che gli diciamo? “Noi Tarzan, voi Jane?”
No, più bassamente diciamo: “Ma dove eravate? Siete sbarcati dall’astronave per viaggiare sotto scorta e ora siete attoniti e non capite?”
Invece, signori ET è tutto piuttosto chiaro, pensateci e lo diciamo senza parole alate e con tanta pazienza: tira tira la corda si spezza.
Se è vero che le parolacce volgari sono sbagliate, brutte, fastidiose e cafone è anche vero che la democrazia non è messa a rischio dalle parole, ma dai fatti e i fatti li fanno quelli che decidono e comandano. Siete sbarcati per comandare? Beh non è così semplice in un paese di gente innervosita e disamorata.
C’è anche un’altra evidenza, e ve la ricordiamo solo perché voi provenienti da un altro pianeta vivete ovviamente altre dimensioni storiche: la storia, qui da noi, non si ripete mai, non da sola. Invece sono i comportamenti e le decisioni che si possono ripetersi e voi, Extra Terrestri Itoccabili o di Insaputa o di Privilegilandia,  state riportandoci indietro nel tempo. No, non per vostra colpa! Come potevate saperlo da lontani anni luce?
State tornando al nostro Medioevo, quello feudale delle immunità, delle ordalie, degli schiavi.
Eh sì: scherzi dovuto ai salti nell’iperspazio: può accadere, sapete? È già stato scritto.

Famiglia all’italiana, ma quale?

A Montecitorio si tiene una mostra fotografica che documenta i cambiamenti della famiglia italiana attraverso le immagini del nostro cinema; titolo “Famiglia all’italiana”. Pubblicità a manetta su giornali e media televisivi tramite anche interviste a soliti noti, i monsignori, i politici (Lupi) e altri. Un investimento in fase di piena fase di crisi e aumento delle tasse, una delle solite iniziative per mettersi in evidenza e rilanciare un’immagine affaticata della famiglia? In parte sì; ma niente da dire su una documentazione di immagine cinematografiche, a patto, però di ricordare che la realtà è sempre stata un’altra, che l’immagine rappresenta un altrove (mi vien da dire ben_altrove), e che la famiglia nelle immagini del cinema non è mai stata, tranne rare eccezioni e al contrario di quanto si afferma nelle presentazioni dell’evento, quella vera con il suo vero vissuto.
La pubblicità ci dice che “da ‘Assunta Spina’ a ‘Piccolo mondo antico’, dal ‘Cuore grande delle ragazze’ ad ‘Anche libero va bene’, il cinema italiano rende omaggio alla famiglia per quel che è” ; ma è proprio questo il punto: i problemi, edulcorati o inaspriti, non sono i veri problemi e l’immagine è altro rispetto al vero.
Tuttavia è noto che far passare una visione razionale non è agevole, a meno di non accettare il compromesso che il vero non sia altro che una mediazione tra tante visioni personali.