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Guerra vera macelleria

Guerra : Macelleria senza tempo anche dai grandi Libri

“Senza dubbio una delle ragioni principali per cui il mondo rifiuta di far onore a noi, balenieri, è questa: la gente crede al massimo che la nostra professione si risolva in una specie di macelleria e che, quando siamo attivamente occupati nella medesima, noi siamo circondati da ogni sorta di lordure. Macellai lo siamo, questo è vero. Ma macellai anche, e macellai dei più sanguinari, sono stati tutti i condottieri di guerre che il mondo invariabilmente si delizia di onorare. E in quanto alla faccenda dell’allegata sudiceria del nostro mestiere, verrete presto iniziati a certi fatti sinora quasi del tutto e da tutti ignorati […]
Ma anche concedendo che la taccia in questione sia giusta: quali disordinati e scivolosi ponti di baleniera sono paragonabili all’innominabile putrefazione di quei campi di battaglia da cui tanti soldati ritornano a godersi gli applausi delle dame?”
Hermann Melville, MOBY DICK, traduzione di Cesare Pavese, cap. XXIII

Letteratura e… ?

storia-morante

Elsa Morante

Come sanno meglio di me gli studiosi e gli addetti ai lavori si discusse lungamente, nel secondo dopoguerra sul rapporto tra letteratura ed impegno civile (anche inteso come politico, in verità).
In quei tempi di ricostruzione da macerie inimmaginabili era sembrato imprescindibile e prioritario, anche a noi ragazzi d’allora, l’impegno dell’intellettuale anche in letteratura.
E si prendevano distanze, perciò, soprattutto da languori e sentimentalismi, da solitudini immerse in melanconie solipsistiche, da espressioni inerti di se stessi e fine a se stesse.
Impegno si chiedeva, e che diamine!
E abbiamo avuto potenti scrittrici e scrittori (lasciatemi citare almeno Elsa Morante) che hanno affrescato la storia ed espresso la vita e la sorte dell’uomo come oggi più non si sa fare.
Eh lo so, lo immagino. I vecchi rimpiangono il passato. Lascio passare questo ribaldo luogo comune con il qual si marchia la differenza e ci si illude di eliminarla, specie quando questa differenza va ad onore, e come no? proprio di quei vecchi, di quelle vecchie che, come me, si mettono il passato sulle spalle come fosse l’ermellino di un imperatore, di una imperatrice.

E tuttavia, concludendo: non sopporto il verseggiare ombelicale che parla di singulti e succhi gastrici come se fossero impeti del cuore.
E non sopporto la narrativa che si spalma su un virtuale (nemmeno troppo) materasso per raccontare eventi chiusi in una bolla di sapone di rapporti a tre, a due, a cinque.
E i tramonti, le lune, le albe sparpagliati tra l frasi mi fanno lo stesso effetto degli allucioni fotografati al mare: basta.

Si chiaro (come diceva la mia professoressa di Italiano) sia chiaro che io dico “basta” per me.
La mia resistenza al verseggiare o narrare privato, privatistico, privè sarà minoritaria, ma ostinata.
E non posso impedire a nessuno di aspirare bramosamente l’odore di secrezioni private convincendosi che siano Chanel.

zan zan Svegliatevi bambini

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Libri fondamentali oggi?

Gira su fB un gioco al quale tento di resistere. Mi piacerebbe l’idea di rispondere alle care persone che mi hanno chiesto di redigere l’elenco di 10 libri per me fondamentali e tuttavia sto resistendo e mi chiedo: Leggere letteratura oggi?
Aggiungo qui di seguito la mia risposta, per ora, possibile.
Ecco cosa succede, amiche e amici cari che mi avete coinvolta nel gioco dei libri , cerco di spiegare a me stessa la mia renitente resistenza nel mettermi all’opera e stilare l’elenco.
Lo dico in due parole.
Il mio vizio ostinato di considerare la lettura non solo qualcosa di bello ma anche un mezzo per crescere e far crescere mi porta oggi (e sottolineo oggi)in queste ore e momenti a deviare da una lista prettamente letteraria.
Penso a una lista di libri che raccontino come siamo finiti nella prima guerra mondiale, come ne uscimmo malissimo, l’avvento del fascismo e la nostra storia recente, ma anche la storia della Rivoluzione Francese.
Accanto a questi aggiungerei i libri che hanno raccontato la Resistenza; dall’Agnese va a morire di Viganò, al mio libro (probabilmente) del cuore: Fenoglio, Il partigiano Johnny. Ma ho in mente anche Pavese.
Bene: tra Chabod, Lussu e Georges Lefebvre aggiungerei qualche altro in cui la letteratura è un mezzo e non un fine.
Fondamentalissimo dunque (sempre per me) Elsa Morante, La storia, e Primo Levi naturalmente sia Se questo è un uomo sia La tregua.
Insomma la letteratura senza lune, sospiri, malinconie solipsistiche ed egotistiche.
Praticamente, ma si, buttiamola in caciara: una istigazione a mandare a quel paese Banderas e le sue galline innamorate (che tanto mi ricordano l’attuale leader piddì e le sue collaboratrici)…

Vocazione

??????????La mia vocazione era la letteratura, e le ho dedicato amore e studi; poi questa specie di mondo estraneo s’è fatto avanti invadendo anche la mia e le nostre vite: agguati, imboscate, brutti risvegli si sono personificati in realtà che perseguitano la mia fantasia che tende invece al vedere il bello e il buono che pure c’è.
Chi sono gli invasori  del mondo estraneo? Sono tutti quelli che stravolgono il bello e il buono trasformandolo in profitto, turpitudini, violenze di ogni misura.
Voglio tornare alla mia vocazione. Voglio scendere. Questo schifo non posso ostacolarlo, posso però provare a spolverare i pensieri e rivolgerli altrove.
(E se qualcuno si sdilinquisce per sanremo e i due scorfani malpescati che berciano di bellezza mi dirò che è solo un incubo che finisce appena il sole, che sorge ancora, illumina per noi il cielo: dopo l’alba è comunque, anche se nuvoloso, ancora abbastanza azzurro da nutrire i pensieri).