Archivi tag: governo

Guerra vera macelleria

Guerra : Macelleria senza tempo anche dai grandi Libri

“Senza dubbio una delle ragioni principali per cui il mondo rifiuta di far onore a noi, balenieri, è questa: la gente crede al massimo che la nostra professione si risolva in una specie di macelleria e che, quando siamo attivamente occupati nella medesima, noi siamo circondati da ogni sorta di lordure. Macellai lo siamo, questo è vero. Ma macellai anche, e macellai dei più sanguinari, sono stati tutti i condottieri di guerre che il mondo invariabilmente si delizia di onorare. E in quanto alla faccenda dell’allegata sudiceria del nostro mestiere, verrete presto iniziati a certi fatti sinora quasi del tutto e da tutti ignorati […]
Ma anche concedendo che la taccia in questione sia giusta: quali disordinati e scivolosi ponti di baleniera sono paragonabili all’innominabile putrefazione di quei campi di battaglia da cui tanti soldati ritornano a godersi gli applausi delle dame?”
Hermann Melville, MOBY DICK, traduzione di Cesare Pavese, cap. XXIII

Io non voglio sparare

 

98255

La cacciata dal Paradiso Terrestre Scuola Emiliana del XVII secolo olio su tela, cm 74×63, in cornice dorata

Quando avevo le mie figlie piccoline, le guardavo giocare e pensavo che se qualcuno avesse voluto far loro del male io stessa lo avrei voluto uccidere; una madre difende i suoi piccoli per istinto, per natura, per amore, anche con ferocia se costretta. E li difende senza chiedersi nulla. Genitori lo si è per tutta la vita, e certo nessuno (almeno così la penso io) è disposto a immaginare di sopportare una violenza contro i figli.
Però mi chiedo anche: “perché” noi dovremmo affrontare un nostro impulso ad uccidere?
È vero che non possiamo illuderci di vivere nel migliore dei mondi possibili, ed è vero che non possiamo nemmeno sognare di vivere in una società convertita alla non violenza e all’amore per il prossimo unito al quello per il bene comune.
Tuttavia manteniamo, per così dire, uno Stato Italiano a cui diamo tempo, lavoro, vita e soldi.
Ossia :
A) viviamo in Italia, abbiamo una Costituzione perfetta, abbiamo Parlamento, Senato, Giunte regionali e comunali  che votiamo e supportiamo con i nostri contributi
B) viviamo in Italia e abbiamo Carabinieri, Polizia, Guardie Municipali, e in alcuni casi forze speciali
C) viviamo in Italia dove esistono presidi per la sanità mentale, presidi sanitari, assistenze varie (lunghissime da elencare da quelle statali fino alle Onlus)
D) Nella nostra Italia abbiamo perfino una Magistratura complessissima e diffusa sul territorio !
E tutto questo, ed altro ancora, lo abbiamo voluto, votato e, scusate se ripeto una parola antipatica, lo manteniamo versando tasse, contributi, marche da bollo e tante altre gabelle che paghiamo senza nemmeno accorgerci ogni volta che acquistiamo qualcosa o usufruiamo di prestazioni (ticket, fattore ecc)
Allora mi chiedo: perché?
Non voglio semplificarla certamente con il classico refrain “IO PAGO”.
La semplifico caso mai, richiamandomi al Patto Sociale o al Contratto Sociale, se vogliamo così chiamarlo, che accettiamo essendo Cittadini Italiani, Europei.
SE allora Matteo Salvini pensa di cavarsela dicendo: ti dò facoltà di sparare, comprati un mitra, io non gli rispondo con un insulto a cui sto pensando. Gli rispondo dicendo:
“dovevate dirmelo prima!”
Non mi chiedete, ma nessuno e non solo Salvini, di votarvi e di mandarvi su una poltrona a lavorare di poltronificio creando altre poltroni e poltrone.
Dovevate dirmi: “ARRANGIATI! ” aggiungendo “questa, cara mia, non è l’Italia che lavora, che ha combattuto per la libertà e la giustizia, che condivide valori civili, etici, culturali e che li promuove trai i giovani. Questa è cosa diversa, di cui tu non fai parte. ”
Questa è la selvaggia giungla dove non regna più nemmeno la legge di natura, ma solo quella della ferocia disuguale”
Capito signor Salvini, capito signor Parlamento? Capito signor Presidente?”
DECIDETEVI VOI.
Io NON sparo. Io non compro pistole. Io uso il frullatore o la lavastoviglie, non le armi.
Ma se mi uccideranno chiederò, dall’al di là dove ci sarà ben qualcuno di più serio di tutti voi, di venire a farvi morire di paura nel vostro comodo letto, pardon sbagliavo, sulla vostra poltrona.
(ps se ci sono refusi arrangiatevi, sono troppo indignata per correggermi)

La guerra tra poveri è già tra noi

Ok, ok: spariamo pure sul pubblico impiego, ci piace vincere facile, vero?
Ci piace lo slogan invece che la riflessione critica.
Ma facciamo un giro sulla giostra della ragione, facciamoci anche qualche domanda non difficile.
Se nei ministeri, negli uffici pubblici e comunque dove esistono dipendenti statali c’è chi lavora male, poco, svogliatamente, rubacchiando lo stipendio e così via perchè non diciamo, invece di alzare barriere di astio che fanno male e peggio, perchè non diciamo che ci sono dirigenti pagati profumatamente che si disinteressano di far lavorare i loro sottoposti, che non seguono la quotidianità del lavoro, che approfittano del loro potere per trarre vantaggi personali e danno pessimo esempio?
Perchè invece di digrignare i denti contro i travet (anche se a volte se lo cercano) non denunciamo che i dirigenti, i direttori, i manager pubblici sono nominati a chiamata, fanno razzie invece che sviluppare il lavoro e controllare che sia ben eseguito e poi, fatto il danno, se ne vanno con liquidazioni da Paperoni e con la benedizione del Renzi di turno?
Perchè non riflettiamo, perchè ci hanno chiuso gli occhi, perchè cerchiamo il capro espiatorio più facile, e lasciamo pascolare i caproni indisturbati.
Amici miei, riavviamo il cervello: scusatemi se non uso un tono ameno, ma era la frase che dicevo ai miei ragazzi a scuola: accendete il cervello e, se è il caso, riavviatelo anche.
Con amicizia saluto.

Crì-crì e Crax-crax

Crì-crì & Crà-crà

C’è chi si mette degli occhiali da sole
per avere più carisma e c’è chi invece
gli occhiali se li mette dove duole
e dove, caso mai, non batte sole.

Ed è così che s’apre la gran danza
che, senza nemmen troppo mal di panza,
partorisce la terza maggioranza
che Trasformismo si chiama o transumanza.

La storia ce lo insegna ma si sa:
Cavour, Depretis e Giolitti o i nostri eroi
coi baffi o senza baffi,
c’è poco da cambiar.

« Se qualcheduno vuole entrare nelle nostre file, se vuole accettare il mio modesto programma, se vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo? » (Agostino Depretis, Stradella 1882) cfr: Trasformismo