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Nel nome della memoria

Chi, come me, ha avuto una famiglia (e già questa è un’eccezione) che ha trasmesso i valori, di cui tanto si parla e poco si pratica, il messaggio del tragico dolore per la vergogna dell’olocausto è stato una costante della vita e un messaggio costante nella memoria, nel suo nome.

Le ricorrenze sono fondamentali per trasmettere sempre quel messaggio e rinnovare quei valori.

La viva speranza è che non se ne faccia un ossessionante baraccone mediatico e politico che serva ad acchiappare consensi.

Se accadesse questo oltre a infangare un dolore che deve essere di tutti, e nostro il lutto, si ritornerebbe a dar spazio e voce a quelle infami logiche di propaganda, nonostante le eventuali buone intenzioni.
Infatti se tutto nacque da una disumana, corrotta e abietta ideologia fu proprio l’infame propaganda a rendere possibile che quel dolore, che poteva essere condannato e rifiutato da tutti, sia divenuto reale tortura, devastazione di vite e morte atroce di milioni di esseri umani scientificamente perpetrata.
Ed è proprio quando l’atrocità dei delitti può diventare, e senza scandalo, addirittura “legge” di uno stato che l’umanità cede, e lo ha fatto, lo scettro ai demoni più crudeli e sghignazzanti.

Mi verrebbe da dire il solito “giù le mani da…” ma sarebbe comunque un seme di moralismo supponente e negativo che si deve fuggire.

Nel nome della razza lo sterminio scientifico, umano

crimini legali

Giornata della memoria.
Penso che la memoria possa essere un’occasione per riflettere sul dato storico che con la soluzione finale si è voluto sterminare scientificamente, totalmente e perfino legalmente un popolo, il Popolo Ebraico, nel nome della razza.
Oggi spesso sentiamo dire che i campi si sterminio rinchiudevano e eliminavano “per la maggior parte ebrei, ma anche rom e gay”.
E’ necessario tuttavia sottolineare che sono stati gli Ebrei a subire la persecuzione delle leggi razziali promulgate segnatamente contro di loro. Anche in Italia.
In quelle leggi si parla delle restrizioni contro di loro, contro chi apparteneva alla loro razza anche risalendo a diversi gradi di parentela nelle passate generazioni.
E non chiamiamo disumani i criminali nazisti e chi li ha lasciati agire. Quegli assassini erano invece prettamente umani, erano la dimostrazione dell’abiezione violenta, sadica, crudele ma intelligente e libera di scegliere: tali possono essere gli uomini e tali potrebbero anche tornare ad essere. A volte erano anche uomini o donne fisicamente attraenti: il mostro non sempre ha la faccia brutta e cattiva.
Gli uomini non nascono buoni, e purtroppo possono convincersi o essere convinti ad agire addirittura nel nome di una missione quando vengono allettati dall’interesse, dall’avidità, dall’ambizione e da tutte quelle pulsioni vergognose ma di cui si nutrono avidamente quando decidono di assecondare la libidine del potere.
Oltre che della pietà infinita per le vittime è di questo che, io penso, non bisogna perdere la memoria.