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Dipendenti dalla movida

bevande_alcoliche_movidaE lo chiamano diritto di divertirsi.
Sono #movida, irresponsabilità e #sballo le sirene dei ragazzi.
Dobbiamo aver il coraggio di vederci chiaro e ammetterlo.
Il modello di divertimento o passatempo in cui gran parte dei giovani ragazzi sono stati ormai irretiti è quello della nottata fatta di discoteca, movida, alcol e sostanze, a volte tutt’insieme: rave party.
Secondo me è una vera e propria pesante dipendenza: complessa, ottundente, pericolosa ma proprio in quanto tale irrinunciabile.
E si continua. Anche se sempre più sovente accade che finisca in violenza, stupro o incidente stradale si continua, si cerca, si invoca addirittura come un diritto.
Dobbiamo anche ammettere che una enorme fetta di genitori di adolescenti e giovani ormai non sanno più essere né educatori né guida per i ragazzi: troppa fatica essere impopolari. Eppure è indispensabile saperlo essere.
Amen.
Non se ne esce. Personalmente spero nei pochi che vedo come nuovi genitori. Ma il ruolo è stato smantellato, i genitori fanno fatica a diventare adulti essi stessi.
Quel ruolo ad oggi è reso ridicolo, i genitori non figliano, figlieggiano: imitano gli adolescenti invece di educarli di tenerli a bada, di stabilire regole.
Ed è evidente no? L’interesse delle lobby dello spaccio, della malavita e in finale del liberismo è che i giovani si riconoscano in modelli fasulli, ma docili alle tendenze.
Già da qualche anno diciamo che a #scuola diventati i sindacalisti dei loro figli e non è una battuta.
Se a scuola sono sindacalisti nella vita quotidiana sono promoter di una pseudo vita irresponsabile.
Sta andando malissimo.
Qualche settimana fa sono morti in casa due ragazzini che avevano assunto droga e, pur sentendosi male, non hanno nemmeno chiesto aiuto alla famiglia. E mi sono chiesta: ma come, un ragazzino ti rientra di notte a casa e tu non sai nemmeno a che ora, come sta, se è andato tutto bene? Dormi?
Ecco il diritto alla felicità cosa diventa: sonno, relax, la propria vita, ciascuno la sua. E il covid19 è solo la tragica cartina tornasole.
A ciascuno il suo, ma perdiamo tutti.

C’è una Scuola da difendere

V A 2004 001

una mia classe agli Esami di Maturità

Leggo (ormai inizio spesso così) sulle bacheche di social post e commenti in cui si parla di fatti che accadono, in questo periodo, nelle scuole. Leggo commenti di studenti, di ex studenti, di genitori, di prof (di ogni ordine e grado).

Leggo di: – docenti scherniti e a volte picchiati da loro studenti – di docenti presi a botte da madri e padri allertati dal ragazzino per fatti irrisori (rimproveri) – di docenti filmati mentre sono sottoposti a sommosse costruite ad arte
ma anche
– di insegnanti che maltrattano con atti e parole piccoli al nido (!) o alla materna – di insegnanti che tranciano e trinciano giudizi come se stessero affettando un merluzzo surgelato – di docenti che seducono, plagiano e ottengono prestazioni sessuali dalle loro studentesse (ma non mancano nemmeno molestie ai maschi).
Di fronte a tutto questo alcuni generalizzano, altri tirano giù santi e beati, altri decidono che la scuola sia da buttare, a vantaggio delle private sulle quali, tuttavia, si abbattono i recenti scandali. Probabilmente accade perché è facile attirare l’attenzione su quello che non va, sulle violenze, sugli abusi; mentre poco interessa alla nostra valutazione, malata di sensazionalismi mediatici, parlare di quello che va bene. Poco si sa parlare di buone pratiche, di bravi docenti, di ragazzi che vanno a scuola con fatica (perché no) ma tutto sommato ben motivati Ci avevamo provato con La Scuola che funziona messa in rete da Gianni Marconato tempo fa, e di questo network il documento più significativo è, e rimane, Il Manifesto degli Insegnanti, una bella esperienza. Adesso di buona scuola si parla, ed è giusto e corretto lo si faccia (a patto che non diventi una vetrina per dire solo “sono innovatrice/ore: quanto sono brava/o); ma si dice poco se funzioni o meno, molti bravi docenti dicono di no e motivano; altri di sì. Non è questo il mio temino di oggi. Scrivo infatti tutto questo sollecitata sia da recenti denunce verso maestre picchiatrici, sia dagli attuali fatti di abusi sessuali di insegnanti (di scuole pubbliche, ma anche di illustri Istituti privati apparentemente insospettabili, ma va a capire). Non difenderei nemmeno per un miliardo di euro né con parole, né con azioni chi alza le mani, chi insulta, chi abusa di un minore. Sono “debolezze” che considero un vizio irresponsabile, violento, odioso. Non sosterrei mai, allo stesso modo, chi tenti ipocritamente di coprire vicende che coinvolgono bambine o bambini, ragazze o ragazzi e tanto meno quegli orribili docenti che, approfittando del ruolo, plagiano le persone che dovrebbero educare.
la mia cattedra, di Italiano

io prof in classe, con un mio studente, alla cattedra, gli altri nei banchi

Però difendo la scuola come istituzione, come corpo dei lavoratori docenti dei quali la quasi totalità è preparata, impegnata e in buona fede. Un corpo docente immerso nella realtà e che si confronta quotidianamente con una nuova dimensione giovanile complicatissima, distratta da tanti fattori che sappiamo, a volte priva di riferimenti famigliari importanti, sollecitata compulsivamente da mille esempi a volte fuorvianti. Non tiro in ballo liberismo, culto dell’immagine, perdita di valori e simili “catastrofi”; li conosciamo già. Però chiederei, se ne avessi autorità, ai bravi insegnanti di non coprire mai le scorrettezze, i sospetti, le violenze, le (lasciatemele chiamare così) turpitudini di quei pochi che sporcano la scuola e il lavoro onestamente svolto. Abbiamo bisogno, per i nostri bambini, ragazzi e giovani, di messaggi chiari e puliti. Se un docente sbagliasse perché si è dimenticato una data, una forma sintattica o una formula dobbiamo sapere che il primo a preoccuparsene e a rimediare sarebbe essere lui stesso, e non deve essere disprezzato per questo. Se invece un docente picchiasse un bambino, se si permettesse di avere comportamenti equivoci, se addirittura intrattenesse o richiedesse prestazioni sessuali a un minore non deve essere coperto e tanto meno giudicato con indulgenza perché non solo compie reato con effetti irreversibili, ma danneggia tutto un sistema di Istruzione che nonostante tutto funziona, che può funzionare meglio, ma che in ogni caso è essenziale funzioni per il futuro di tutti. Per questo difendo la scuola, la scuola pubblica soprattutto, dalla ipocrisia, dalla malevolenza, dalle calunnie ma anche dagli interessi di chi vuole metterci sopra le mani.

Sinite parvulos (aver cura)


Ho scritto questo testo in occasione di altri eventi tragici che hanno colpito a morte dei bambini, lo riscrivo per il bambino dimenticato, ieri, per otto ore a lui fatali, in auto.

 

 

SINITE PARVULOS
Sorridono bambini se il profumo
sentono di quel seno che li ha amati
che li raccoglie e serba
e che li nutre.
Sorridono alla voce che li chiama
e con piccole voci suggerisce
tutto un linguaggio che, accennato appena,
vive di suoni di sapiente intesa.
Continuano a sorridere indifesi
e indifferenti al mondo
ostile o buono:
finché le braccia
e il seno
e quella voce
piana e ben nota
al sonno li conduce
che un battito scandisce
sempre uguale.

Ancora tutto è salvo
se quel sonno
bambino tu prosegui
piano e sazio;
tutto è perduto
uomini infelici
se il male che li colpisce,
e a noi è condanna.