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TESTI SCOLASTICI: da ADOTTARE, SCARICARE o ELIMINARE? di Mariaserena Peterlin

I testi scolastici e la scuola: quanto sono vivi?

TERZA_a_2003-AQualche anno fa una mia collega mi ha raccontato, molto divertita, di un consiglio di classe in cui era all’Odg un noto argomento “conferma ed adozione libri di testo”. Come tutti sanno su questo argomento possono esprimersi anche i genitori rappresentanti di classe e in quella classe il rappresentante era, di professione, impresario di pompe funebri.Iniziò la discussione e l’impresario  prese arditamente  la parola chiedendo: “Voi che articoli avete?”

Ne seguì uno sghignazzamento mal represso degli insegnanti presenti: l’impresario di pompe funebri fu marchiato per il suo linguaggio, forse un po’ commercial-mortuario,  e, imbarazzato rientrò nei ranghi. I prof , trionfanti e soddisfatti, procedettero senza remore al dovere d’ufficio e la seduta terminò.
D’accordo, i testi scolastici non sono casse da morto (anche se non mancano riesumazioni di capitoli riciclati), ma perché farne una questione formale? I libri sono libri e (a torto o ragione) possono essere oggetti di culto e cultura; ma i testi scolastici spesso sono altra cosa. Spesso sono una semplificazione per il lavoro dei docenti e,  approssimando per eccesso, mi sento di affermare che un bravo insegnante potrebbe anche farne a meno, e non sarebbe un errore o una stravaganza da reprimere.
I libri di testo, che è d’obbligo adottare nelle scuole, rappresentano anche un lucroso affare, un business per gli editori.
Le famiglie lo sanno bene, ma lo sanno ancor meglio le case editrici medesime che s’ingegnano a modificare capitoletti e paragrafi per allestire nuove edizioni aggiornate, rivedute e corrette per costringere ad acquistare il nuovo e a lusingare qualche docente per indurlo all’adozione e alla conferma.
Non tutto si può ridurre al discorso del denaro: ma è pur vero che se le famiglie investono centinaia di euro per acquistare è corretto ascoltarle su tutte le loro esigenze e perplessità e non tentare di metterle in condizioni di soggezione pseudo-culturale o d’altro tipo. Insomma secondo me aveva ragione l’impresari di pompe funebri: “che articoli avete? che ci volete far comprare?” e, di conseguenza… “è proprio necessario farci spendere tanto denaro?”.
Professori abbassate il ponte levatoi e non alzate troppa polvere, una buona ragione si può, si deve spiegare con semplicità. Altrimenti ha ragione la Carlucci  quando strologa da par suo sulla imparzialità (vera o presunta) dei testi scolastici. Se le ragioni della scuola sono buone allora è giusto dirle in forma chiara e dimostrando competenza. Altrimenti lanciare segnali di sdegno e insofferenza verso le ingerenze di Carlucci, di Pinco Pallino o del malcapitato impresario-genitore di turno serve solo a rendere grottesca (o funerea) la situazione dell’insegnante che adotta testi vecchi, di vintage o finto-nuovi senza perplessità e considerandolo un suo sacro privilegio. Del resto, considerando l’abbondanza delle fonti di informazione e di testi scaricabili gratuitamente dalla rete potremmo dire che i libri scolastici vivono di una vita artificiale, ma che anche la scuola non sta tanto bene. 

Volare nel WEB, ma senza finire nella rete – di Mariaserena Peterlin

Tutti linkiamo, spesso a manetta. E linkiamo un po’ di tutto. La pratica è interessante e a volte ci aiuta a scambiare idee oltre che a rammentarci qualche video, spezzoni di film, musica e così via.
Stare su internet sfruttando questo megafono comunicazionale potrebbe indurci a esprimere un pensiero proprio, una personale opinione. Perché no?
Ma non sempre è così; di solito si linka e ci aggiunge a una filiera di opinioni pre-confezionate e la riflessione sull'opinione, e su come si forma, rimane ai margini.

Dal mio piccolo osservatorio personale faccio un po' di birdwatching e mi pare che la fauna avicola: simpatica, zampettante e stagionale abbondi; qualcuno getta due briciole e il volo planato arriva.
Mi piace, dissento, consento, rilinko, commento, condivido… rubo!
Condividiamo, infatti, anche un lessico standard e che man mano si è consolidato.
Questo va benissimo specialmente se ci aggiungiamo qualcosa di nostro, il che non è affatto scontato.
Sarebbe utile, infatti, d’occhio l’insieme.
I giornalisti dei media tradizionali sono spesso bravi e brillanti professionisti, i politici (di qualsiasi colore e casacca) e il premier e i leader, le associazioni di industriali e di categorie ecc ecc ci lanciano le briciole  della loro interessante e interessata presenza: è ben difficile che non antepongono l’interesse del cacciatore di consenso a quello degli uccelli: di passo, di palude, di mare, di rovo, di bosco o di voliera.
E la nostra rete, che immaginiamo libera, diventa trappola e recinzione.

Non sono “loro” siamo noi che dovremmo aver testa e pensiero.
Chi, infatti, ha testa e pensiero si interroga. 
Ma chi invece sceglie di volare senza attenzione rischia di invischiarsi o di finire in gabbia dove parteciperà al cinguettante, e a volte lezioso, coro di chi si interroga sui soliti problemi dell'altro ieri, sulle mezze stagioni e l'acqua tiepida (digitale o analogica?). Allora non so quanto si meriti il nostro/mio sostegno per minuscolo possa essere.
Io spensierata, disobbedirei. E disobbedisco svolazzando guardinga.
Mentre il vento soffia. Ancora.

NARRAZIONE – Raccontare ossia spalancare. di Mariaserena Peterlin

Perché è tanto difficile scrivere e scrivere bene? ( disegno di Nadagemini  )

Si racconta prima a se stessi, quando ci si ascolta. Si inizia quando ci si guarda dentro cercando quello che siamo vuoto per pieno. Vogliamo capire anche quello che non siamo, ci interroghiamo su come dovremmo essere.
 
Torniamo, per un poco, ai pensieri dell’anima bambina che vuole capire, che scruta, che individua i rapporti. E’ allora che nascono i primi dubbi su come siamo e su come gli altri ci vogliono. Il bambino assorbe, cerca di individuare una strategia di esistenza/resistenza al mondo esterno. Molto presto gli arrivano i no e i sì dei genitori, li vede sorridere o disapprovare. Ma lui vuole essere amato e quindi inizia a ritagliare quei contorni e sbavature che potrebbero non farlo amare abbastanza. Per poterlo fare immagazzina i messaggi, dà forma ad un’idea di sé, prende quella forma e la sovrappone a come si percepisce. Ragiona e si racconta quell’esperienza. Tagliare il troppo e colmare il poco non è facile e può essere anche doloroso. Allora si aiuta raccontandosi quanto amore in più potrà ricevere, quanti sorrisi e quanti sì potrà ottenere, quali aspettative in sarà capace di colmare. Rassicurato da questo inizia a ritagliare piano piano: non si dice, non si fa, non si deve nemmeno pensare; e non lo racconterà più.
 
Perché è tanto difficile scrivere e scrivere bene?
Perché a scuola il tema è un supplizio e la composizione scritta una sciagura che viene seconda solo (per molti) al compito di matematica?
Non è difficile da capire. Gli alunni, resi edotti dall’esperienza in famiglia, sanno già che l’adulto può approvare/disapprovare e a scuola ciò diventa addirittura giudizio o si decodifica con un voto che a sua volta meriterà gratifiche o reprimente famigliari.
Non è una bella prospettiva.
Non è nemmeno una sfida generosa.
Tantomeno è corretto chiedere a chi scrive di “esprimersi” o di dire la propria opinione quando la matita rossa-blu incombe sul foglio, la stanza ha le finestre chiuse e dal mondo interiore ed esterno non filtrano che fiochi rumori.

DICIAMO LA NOSTRA! Un sondaggio online per dare voce ai genitori – di Mariaserena Peterlin

Pubblico oggi il testo di un sondaggio che considero  molto importante progettato e realizzato da me insieme a Elisa Buratti e Susanna Garavaglia.
Lo scopo del sondaggio è raccogliere idee e valutazione, proposte e osservazioni sulla scuola e il servizio scolastico. Ci aspettiamo le risposte di tutti, ed in modo particolare delle famiglie.
Il sondaggio attualmente è pubblicato da un Gruppo si Facebook ma contiamo di renderlo disponibile direttamente online appena possibile. Sul sito di Susanna Garavaglia sono già  disponibili i primi risultati.

Il testo del sondaggio è attualmente consultabile anche sul gruppo di discussione presente su Facebook e che abbiamo chiamato DICIAMO LA NOSTRA!

Qui di seguito trovate il testo del sondaggio. Potete rispondere collegandovi al gruppo di Facebook in aerea discussioni.

TESTO DEL SONDAGGIO

Questa non è un'interrogazione finalmente!Nessuno ti metterà un voto, ma sarai tu che potrai metterlo alla scuola.
Copia/incolla qui sotto questo sondaggio mettendo una X davanti alle risposte che vuoi dare, e la serie di numeri davanti alle liste in ordine d'importanza partendo da 1.
Le tue risposte insieme alle nostre, serviranno a tutti noi per cominciare a capire a che punto siamo.

Indica se.
Materna
Elementare
Medie
Superiori: biennio
Superiori: triennio

1) Cosa chiedi, in ordine di importanza, alla Scuola che frequenta tuo figlio? 

Controllo della disciplina
Attenzione al talento specifico di tuo figlio
Buona educazione
Abilità degli insegnanti
Disponibilità ad attività di doposcuola
Continuità didattica (STESSO INSEGNANTE DURANTE TUTTO IL PERCORSO)
Attività come : visite di studio, gite, laboratori teatrali, musicali, artistici
Collegamento col mondo del lavoro (per le superiori)
Attenzione alla crescita armonica 

2) Se tuo figlio si trova male a scuola cosa fai?

– a) Di chiunque sia la responsabilità lo dici che la scuola prepara alla vita 
– b) Cerchi conferme e spiegazioni in un confronto con altri genitori e poi eventualmente vai a parlare con gl’insegnanti
– c) Non parli con nessuno ma chiedi subito agl’insegnanti
– d) Osservi tuo figlio senza dire nulla e ti fai raccontare cosa non va

3) Nel caso tu pensi che un insegnante abbia preso di punta tuo figlio che fai?

– a) Parli con l’insegnante e cerchi di capire se tuo figlio non si comporta bene
– b) Parli con tuo figlio e gli dai consigli
– c) Raccogli prove dai compagni e dagli altri genitori
– d) Gli cambi classe o scuola

4) Elenca le qualità di un bravo insegnante in ordine di importanza

E’ molto colto
E’ molto autoritario
E’ molto simpatico
E’ molto severo
E’ molto indulgente
E’ molto umano

5) mandi a scuola tuo figlio:

– a) perché qualcosa deve fare per essere impegnato durante il giorno 
– b) perché socializzi e perché sei convinto che possa imparare qualcosa perché è importante un titolo di studio
– c) perché sei obbligato sia per legge, che, successivamente, perché la scuola è un ascensore sociale
– d) perché si confronti con una realtà sociale diversa dalla sua

6) Compiti a casa. Come li consideri?

– a) Utili anche se qualche volta noiosi
– b) TROPPO PESANTI PER I GENITORI
– c) Utili per l’esercizio della memoria ma in quantità moderata
– d) Del tutto inutili perché l’esercizio scolastico si dovrebbe concludere in classe

7) Come vorresti collaborare e partecipare alla scuola:

– a) non voglio né partecipare nè collaborare
– b) voglio collaborare per le attività sportive e ricreative o integrando le mie conoscenze con alcune materie (sono esperto in..)
– c) vorrei incontri mensili/trimestrali con gl'insegnanti, gli altri genitori e gli studenti, per mettere a punto le attività scolastiche delle materie del mese/trimestre in corso
– d) voglio essere propositivo e interpellato per la scelta di nuove metodologie

8) Come vorresti il tuo rapporto personale con i docenti:

– a) com'è ora (diario, colloqui scolastici)
– b) via telefono quando serve
– c) via email con rapporti mensili
– d) via sms / via chat in tempo reale

9) In cosa la scuola non funziona?

– a) Alunni troppo vivaci e maleducati 
– b) Poche ore di lezione
– c) Programmi con argomenti inutili e insegnanti con poco interesse al loro lavoro
– d) Nessun contatto con la realtà

10) In cosa la scuola funziona?

– a) E’ posto sicuro dove i ragazzi posso socializzare
– b) Mantiene viva la tradizione culturale
– c) Addestra alla competitività nella vita
– d) Aiuta a prendere conoscenza delle varie realtà sociali

11) Vieni a sapere di episodi di prepotenza e bullismo verso tuo figlio o verso altri cosa fai?

– a) Dubiti che sia vero, ma comunque hai fiducia che la scuola possa risolvere la faccenda
– b) Contatti subito gli altri genitori
– c) Vai a parlare con il Dirigente e chiedi l’intervento di uno psicologo
– d) Indaghi con tuo figlio e cerchi di capire la personalità di questi bulli

12) Tuo figlio dice che la scuola lo annoia e che non impara nulla di interessante. Tu come reagisci?

– a) Gli dici che anche tu ti annoi al lavoro ma che è necessario
– b) Te la prendi con gli insegnanti, ma non fai nulla
– c) Ti fai mostrare il diario e i compiti
– d) Gl’insegni a trovare nuove curiosità in quello che sta facendo

13) Attualmente i verbali dei consigli di classe, compresi quelli degli scrutini, possono essere consultati solo presentando una richiesta scritta in caso di contenzioso* . Escludendo (per ovvi motivi) che si possano consultare le pagine che riguardano tutti gli studenti pensi che quelle che riguardano tuo figlio e in generale l’andamento della classe dovrebbero essere:

– a) Consultabili solo con le attuali regole
– b) Consultabili in casi eccezionali
– c) Liberamente consultabili
– d) Inviate a casa d’ufficio ogni consiglio di classe

14) se la scuola proponesse giornate di lezioni itineranti, di casa in casa tu

– a) non saresti d'accordo
– b) saresti d'accordo ma non offriresti la tua casa
– c) saresti d'accordo e offriresti la tua casa ma lavori e non puoi
– d) saresti d'accordo e offriresti la tua casa

15 ) Gl’insegnanti di tuo figlio offrono una didattica personalizzata rispetto al singolo alunno?

– a) No ed adottano un unico metodo con tutti 
– b) No perché dicono che l’insegnamento deve essere uniforme 
– c) Dicono che c’è chi è portato per lo studio e chi no
– d) Sì

16) Indica, in ordine di importanza, su quali di queste tematiche la scuola deve fare prevenzione 

Educazione sessuale
Disagio giovanile
Alcolismo
Droga
Anoressia/bulimia
Bullismo
Legalità

17) Pensi che sia importante una socializzazione con i docenti anche al di fuori dell’ambiente scolastico (tipo “inviteresti a cena il preside con la moglie?”)

 
Mariaserena per notecellulari 2008 044


No assolutamente

grazie!!