Archivi categoria: crisi

C’è crisi culturale, ma non lo sapevamo già?

Sto frugando nel mio pc per rimettere insieme certe  cianfrusaglie scritte e vedere se sono da tenere o cancellare. E’ sotto i nostri occhi una società sbrindellata, individualista, egoista e disincantata fino al cinismo, ma anche fortemente spaventata e preoccupata per il futuro nero che sembra incombere su di noi. Purtroppo non siamo di fronte a qualcosa di nuovo, inatteso, imprevisto; anzi.
Bene o male anche io, come molti, avevamo già da tempo capito che la crisi non è soltanto economica e finanziaria, ma è soprattutto culturale.
Infatti lo sapevamo già, e dal mio modesto punto di osservazione posso dire che lo avevamo anche scritto. Ecco, a riprova, alcuni miei pensieri annotati oltre quattro anni fa. Senza pretese, da una qualunque.

Pensamenti in libertà
Alcuni dei mali principali della nostra società italiana ruotano attorno a:

1)  La visione meschina della vita il cui valore si misura ormai solo in base al profitto economico di pochi e non più in base al suo ineguagliabile valore individuale.
2) La concezione utilitaristica della possibile convenienza traibile dall’assenso e dal consenso ottenuto in qualsiasi modo. Per cui azioni, comportamenti e pensieri non possiedono più valore intrinseco, ma sono considerati validi solo in seguito ad un possibile apprezzamento mediatico o sociale.

3) L’incapacità di pensare e concepire idee autonomamente, non omologate e non rispondenti a schemi pre-costituiti

4) L’eredità di vecchi schieramenti ideologici svuotati di significato, inadeguati, incapaci di fornire nuove interpretazioni della realtà e nuovi progetti per il futuro.

5) La perdita di valore di tradizionali principi e di categorie politiche dovuta, si badi bene, non allo svuotamento del loro significato intrinseco, ma piuttosto alla perdita di valore culturale per l’improprio delle stesse.

6) Vuoto culturale delle istituzioni educative

7) Perdita (colpevole) di prestigio delle figure istituzionali
(e scusate se è poco)

Il fedele pc mi dice che il testo fu scritto l’11 luglio 2008 h. 17.50.50 e mi pare che, dopo di allora, si sia andati solo peggio. E non diamo la colpa all’antipolitica, categoria stracotta, decotta, spappolata a cui non crede più nemmeno Casini.

Famiglia all’italiana, ma quale?

A Montecitorio si tiene una mostra fotografica che documenta i cambiamenti della famiglia italiana attraverso le immagini del nostro cinema; titolo “Famiglia all’italiana”. Pubblicità a manetta su giornali e media televisivi tramite anche interviste a soliti noti, i monsignori, i politici (Lupi) e altri. Un investimento in fase di piena fase di crisi e aumento delle tasse, una delle solite iniziative per mettersi in evidenza e rilanciare un’immagine affaticata della famiglia? In parte sì; ma niente da dire su una documentazione di immagine cinematografiche, a patto, però di ricordare che la realtà è sempre stata un’altra, che l’immagine rappresenta un altrove (mi vien da dire ben_altrove), e che la famiglia nelle immagini del cinema non è mai stata, tranne rare eccezioni e al contrario di quanto si afferma nelle presentazioni dell’evento, quella vera con il suo vero vissuto.
La pubblicità ci dice che “da ‘Assunta Spina’ a ‘Piccolo mondo antico’, dal ‘Cuore grande delle ragazze’ ad ‘Anche libero va bene’, il cinema italiano rende omaggio alla famiglia per quel che è” ; ma è proprio questo il punto: i problemi, edulcorati o inaspriti, non sono i veri problemi e l’immagine è altro rispetto al vero.
Tuttavia è noto che far passare una visione razionale non è agevole, a meno di non accettare il compromesso che il vero non sia altro che una mediazione tra tante visioni personali.

A voi, che avete la finanza nel cuore, noi rispondiamo con

Rapsodia in arcobaleno

Rispondiamo con la nostra logica.

Rispondiamo con il nostro

essere umani.

Con l’essere bambini, donne, uomini.

Rispondiamo che le loro regole

non sono legge,

Rispondiamo ai padroni del mondo

che il denaro non è un fine.

Rispondiamo che uccide

ma non ci compra.

Rispondiamo che un mondo diverso,

e di misura umana

non è un sogno né un’utopia.

Un mondo diverso

 è un progetto comune,

lavora seriamente

non prevarica

non imbroglia nè tradisce

non profitta, non usa violenza.

 

Rispondiamo che i nostri sogni

non sono mai stati in vendita

perché idee sangue e passione

non sono solo sogni.

Soffione (taraxacum officinale)

Un soffione, in pompa magna
tutto aperto, esposto al vento.
sia in città come in campagna
spesso prende il sopravvento -