Archivi del mese: gennaio 2023

Nel nome della memoria

Chi, come me, ha avuto una famiglia (e già questa è un’eccezione) che ha trasmesso i valori, di cui tanto si parla e poco si pratica, il messaggio del tragico dolore per la vergogna dell’olocausto è stato una costante della vita e un messaggio costante nella memoria, nel suo nome.

Le ricorrenze sono fondamentali per trasmettere sempre quel messaggio e rinnovare quei valori.

La viva speranza è che non se ne faccia un ossessionante baraccone mediatico e politico che serva ad acchiappare consensi.

Se accadesse questo oltre a infangare un dolore che deve essere di tutti, e nostro il lutto, si ritornerebbe a dar spazio e voce a quelle infami logiche di propaganda, nonostante le eventuali buone intenzioni.
Infatti se tutto nacque da una disumana, corrotta e abietta ideologia fu proprio l’infame propaganda a rendere possibile che quel dolore, che poteva essere condannato e rifiutato da tutti, sia divenuto reale tortura, devastazione di vite e morte atroce di milioni di esseri umani scientificamente perpetrata.
Ed è proprio quando l’atrocità dei delitti può diventare, e senza scandalo, addirittura “legge” di uno stato che l’umanità cede, e lo ha fatto, lo scettro ai demoni più crudeli e sghignazzanti.

Mi verrebbe da dire il solito “giù le mani da…” ma sarebbe comunque un seme di moralismo supponente e negativo che si deve fuggire.

Nemmeno i geni sono profeti

Anche i geni, a volte, non mirano bene

La mia baldanzosa generazione ha ammirato Umberto #Eco e spiegare le ragioni sarebbe lungo e comunque insufficiente esercizio.

Forse sono una imbecille anch’io, ma mi diverte pensare che quando il genio stigmatizzò il web affermando che avesse dato “diritto di parola agli imbecilli” non aveva immaginato e probabilmente non poteva immaginare la inarrestabile e sterminata diffusione, almeno per ora, del fenomeno social e delle sue infinite parole.

Eco in quegli anni conosceva certo Internet e i blog, ma non fB, twitt e così via. Non poteva conoscerli e, forse, non poteva prevederli.

Ma tant’è; e dell’eco del suo monito terrei da conto, specialmente quando noi eco_imbecilli (mi scusino) ci facciamo prendere dalla fregola del #citazionismo e facciamo copia-incolla di motti, frasi, detti e frasette estrapolate da contesti.

Del citazionismo è, in un certo senso, vittima lo stesso Eco geniale, genio in tutto ma non della lampada del futuro.

Siamo umani, esorto, restiamo umani: esortare non è citare infatti, ed è pratica modesta che vien dal cuore, non dallo screenshot.

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Il merito e l’orgoglio

Il merito e l’orgoglio

Niente panico, non descriverò il merito.

Direi solo che certe nostre qualità e condizioni sono un dono, non un merito.

Di ciò che siamo, di dove viviamo, di quali sono i nostri titoli, amici o beni e così via dovremmo essere grati e non orgogliosi.

Di ricordi e di immagini

La mia veranda con le brutte sedie,
ma ingentilita da panchine scabre,
fioriva di lillà gli archi di ferro
e viola diventava in primavera.

Il vento scapigliava quei bei fiori
e li piegava in danze ottocentesche:
inchini e sventagliate intiepidite
da un vento che scherzava coi colori.

Nulla ritorna e nulla vuol finire
nelle mie mani poco stringo adesso
ma punge ancora ruvido quel gesso
e quel cemento. E il vento e i fiori
miti raccontano il tempo ai miei ricordo.

MSP

(come una cartolina demodé)