Archivi del mese: agosto 2022

La danza (tra Meloni e Letta)dell’Agenda

Naufragio del Titanic

Ancora un ballo?
Grazie, ma per affogare nell’Atlantico?
Poche parole, e spero brevi.

In questi giorni in Italia si festeggia fervorosamente, così narrano i media (e son loro che ci dicono come va? tutto ok!) per le ritrovate vacanze, per il ritorno del turismo estero, per le mascherine eliminate, per i concerti di massa e, ciliegina succosa, per successi sportivi e soprattutto l’inizio del campionato di calcio ed altre fondamentali fonti di godimento.

Poi ci sono Letta e Meloni alle prese con una sorta di “danza”, o meglio “scaramuccia sull’#Agenda” a cui partecipano altre formazioni non citabili, non le considero presentabili.
E ci sono i resti di quello che furono i #5stelle che, devo dire con una certa dose di zelo, ma alle prese con un complesso di inferiorità palese, ricuciono pezzi strappati.

Tuttavia il primo punto all’ O.d.g. di tutti è allarmante: tranquilli siamo Atlantisti.
Una sola domanda sorge, per me, inevitabile.

A che serve lo sbandieratissimo #orgoglio_italiano, il richiamo a tutto il nostro patrimonio culturale, e qui mi sembrerebbe necessario anche ricordare l’eredità di storici e politici, se poi ci ammassiamo sotto una bandiera che non è la nostra e non è, tocca dirlo, nemmeno Europa?

Banalmente e in senso figurato: in Italia abbiamo almeno 5 mari, ci serve proprio un oceano?

Dobbiamo andare a far buona compagnia al relitto del Titanic?
Grazie per le suggestioni, ma non li voto.
Penso che anche una voce microscopica come la mia abbia diritto di dire no.

O queste formazioni mettono al primo posto del loro programma la #PACE e l’autonomia da un atlantismo vecchio stile o cerco altre soluzioni.
In Italia, come ovunque, sono indispensabili la Pace e l’equità sociale, il lavoro e il contrasto alla miseria oppure, insopportabili signori da decenni in lizza, vi attaccate al vecchio sferragliante tram.
Prima fermata Atlantico,
Capolinea? La #guerra.

Merito_crazia

Fortunello

Merito, meritevole, meritato? Meritocrazia.
Si sciacquano il cavo orale e si propongono come saggi riformatori, tra costoro tale Di Maio, alias un incrocio tra Gastone Paperone e Mister Bean (ma non simpatico), affermando al Meeting che “i giovani devono essere pagati per formazione e merito”.
Il problema, per la mia coscienza di persona democratica, è solo che questo “merito” di cui si parla e straparla, non è una unità di misura scientifica come il metro, il litro, il chilometro o i drammatici kilowattora sempre più minacciosi.
Il merito è infatti una misura che dipende da una valutazione di un superiore su un dipendente, che si vorrebbe far credere oggettivo, ma che varia in funzione e secondo l’opinione di quello che un “Superiore Giudicante”, pensa su qualcuno che dipende da lui.
Tutti siamo d’accordo che c’è chi lavora molto, chi si impegna meno, chi è più veloce nel risolvere un problema e così via.
Ma da questi elementi non discende direttamente e logicamente una verità. Dovrebbero invece discendere, ad esempio, riflessioni, strategie, opportunità, confronto con il giudicato.
Il valore di una persona, di un essere umano è di per sé sacro e garantito da diritti sociali nati con la civiltà e faticosamente riconosciuti. Quello stesso valore è tuttavia correlato, almeno, a tutta una serie di opportunità e condizioni in cui una persona si trova a nascere e vivere o da cui è formato.
Se tutti nascessimo (ma qui dico una cosa superflua) figli di casa reale e allevati conseguentemente non dovremmo dimostrare un bel niente. E ci sono illustri cretini che hanno governato nazioni.
Ma siccome la nascita non garantisce eguaglianza sembrerebbe lecito contestare questa idolatria del merito non in sé, ma come unica unità di misura di un essere umano che si inserisce o tenta di crescere nel mondo del lavoro.
Concludendo: Gastone paperone Giggino la finisca. Dovrebbe baciar per terra e dileguarsi pudicamente. E non da solo.