Archivi del mese: marzo 2022

Varano (s)comodo

Varano di Komodo

Come ci sembrano quelli che imbracciano armi e invitano a combattere (sempre gli altri s’intende)
Eroici, gloriosi? Troppo poco, no, meglio definirli carismatici, sì diciamo carismatici che suona bene.
E poi chi non godrebbe di poter dire “abbiamo un presidente carismatico ?”

(Dubbio: ma carismatico, poi, cos’è? Sarà solo una parola? O è un titolo? Oppure è una medaglia, un riconoscimento da appuntarsi sul petto?

Unica certezza: carismatico è parola jolly, vuota come sempre tutte le simili e come mai come oggi)

Carismatici dunque e anche emotivi, energici, chiaroveggenti, strateghi?
O manovratori fuori controllo, con tanta voglia di battersi, ma pronti a farlo da dietro le sottane bianche di un anziano Papa che non ascoltano.

Ma poi ci sono i varani, gli uomini, o meglio i leader varani. Quelli veloci e potenti, ma crudeli e pronti a divorare. Sembrano nati apposta. E se non ti stritolano coi denti ti abbattono con colpi di una coda terrificante.
Dunque siamo a questo? Carismatico vs Varano?

Appare necessario stilare un
“Manuale di brevi consigli a un carismatico alle prese con un feroce varano affamato”:

Titolo: Come difendersi da un feroce varano.

Sintesi: girandogli al largo, oppure dandogli in pasto qualcuno.

Cosa scegli, carismatico? Mi sa che hai già scelto la seconda. Gli dai in pasto i carismaticizzati.

Nemici o cosiddetti nemici

Gli abitanti di questo pianeta non nascono nemici, non sono diversi tra loro, ma vengono allevati, cresciuti, suggestionati e istruiti per diventare anche nemici del prossimo.

Il diffondere idee di diversità, variamente proclamate e declinate, dalla meritocrazia fino alla superiorità di razza, religione o civiltà, dalla esaltazione della competizione fino alle pretese di aver diritti che distinguano da altri, solo per citare una linea di pensiero sommariamente, è ciò di cui si servono i reali nemici per dominare, spogliare, usare violenze, far tacere il dialogo.
I cittadini che disgraziatamente subiscano ed accettino queste forme perverse di pensiero e e queste linee violente di comportamento diventano possibili nemici.

Ma tra di loro ci sono anche chi subisce gli ordini o non ha possibilità di elaborare una cultura di pace. Penso, o meglio tutti sappiamo, che tra i soldati che uccidano ci siano anche persone che sono, a loro volta, uccise.
E i morti, alla fine, sono solo poveri morti; fratelli incapaci di riconoscersi o impossibilitati a farlo.
Se accettassi una logica mi sentirei disperata.
Voglio sperare che si superi tutto questo.

Zelenskij, ci appare come un capo di stato che difende il suo paese, a me sembra che non difenda realmente la vita dei suoi, specie se si inalbera (come umanamente è comprensibile) su posizioni che fomentano altra guerra.

Ma mi affretto ad aggiungere una precisazione: si cita spesso in questi tempi una frase: “La guerra è nemica della verità”. E allora aggiungo che forse la verità ci è raccontata parzialmente. Il dubbio è inevitabile.

Di Putin non posso dire nulla. Le accuse verso di lui sono schiaccianti. E a un politico siffatto non so se sia pensabile far arrivare una cultura della pace fondata su principi di uguaglianza, fraternità, libertà e pace: in fondo sono i fondamentali della nostra tradita civiltà.
Chi li ha fatti tacere?

Una guerra, ma senza la Storia

Se la Storia fosse maestra di vita allora non ci sarebbero più guerre.

Il nostro passato, infestato di guerre, invasioni e dominazioni e relative conseguenti tragedie sarebbe definitivamente classificato come esempio da non imitare e archiviato.

Ma non succede.

Tuttavia mentre il tempo passa tutto cambia profondamente e radicalmente: società, economia e concetto di sviluppo, trasporti e consumi, conquiste scientifiche, istruzione e comunicazione.

Tutto cambia e solitamente si considera sorpassato e inapplicabile oggi quello che accadeva ieri o accadde l’altro ieri, anche ciò che potremmo considerare positivo (ad esempio io personalmente penso a istruzione, famiglia, regole sociali per dire qualcosa di semplice e comprensibile).

E nemmeno i paralleli tra passato e presente si dovrebbero perciò considerare credibili.

Ma allora perché stabilire, come fa ad esempio molto giornalismo (Gad Lerner, uno per tutti) un parallelo tra la resistenza italiana al nazifascismo con la situazione tra Zelensky e Putin?

Perché l’unica possibile scelta del passato potrebbe essere anche l’unica possibile soluzione a un conflitto del presente?
Se tutto cambia allora cambiamo anche noi, anche la Storia, la nostra Storia, e che sia diversa. cioè davvero nuova e ispirata a tutti i princìpi che sono stati, in questi decenni, proclamati, festeggiati, diffusi e celebrati in assise internazionali, convegni, congressi e meeting peraltro costosissimi e pagati dal solito popolo che poi viene mandato al macello, già perché poi?
Perché c’è la guerra, il nemico è alle porte e la patria si difende. Col sangue degli altri, preferibilmente.

Armi italiane, armi europee alla guerra

Un Insegnante Italiano ammonisce i potenti: “Invito dunque Lei e la società civile tutta alla riflessione, e a recuperare la tradizione del pensiero pacifista e nonviolento”

cianfrusaglia

Gentile Presidente Mario Draghi,

proprio ieri Le scrivevo una lettera aperta, nella quale La esortavo a non alimentare la guerra gettando legna sul fuoco, e anzi a fare il possibile per disinnescare il conflitto.

Più o meno nello stesso momento, Lei dichiarava che il Governo italiano è pronto a inviare alle forzeucraine armi ed equipaggiamenti per far fronte all’offensiva russa, così come sono disposti a fare gli altri Stati dell’Unione europea.

Il tutto, naturalmente, al fine di riportare la pace, per quanto sia difficile credere che la pace possa essere costruita con le armi.

Ecco, come cittadino italiano, come europeo e come essere umano, io non sono d’accordo con questa decisione del Governo. Sappia, per quanto ciò possa importare, che Lei non sta agendo con il mio consenso o per mio mandato.

Ciò premesso, non posso non sperare che la linea dura adottata dall’Unione porti a una…

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