Archivi del mese: giugno 2021

Ragazz :-), lavorare non stanca

28. Casa nel borgo, e nei sentimenti

Non ho avuto la fortuna di nascere in un luogo a cui rimanere legata dai ricordi d’infanzia, da persone care, da atmosfere e suoni e profumi familiari.
Invece mio marito un luogo del cuore lo aveva e lo ha: e lo abbiamo condiviso da subito, come condividiamo la nostra vita. In quelle strade ritrova ancora passi, rintocchi, voci, volti, persone che non si possono cancellare.
Per questo abbiamo affrontato l’impresa che racconto.

Una casa sulle colline

La casa scelta e poi acquistata, e che adesso è perfettamente ristrutturata, ci ha riservato sorprese, non prevedibili, non immaginabili o semplicemente non evidenti ai sopralluoghi. Può accadere. L’imprevisto è un pepe della vita. Nulla, tuttavia, può fermare chi ha carattere ed intraprenda, con passione e convinzione, un’impresa, piccola o grande, privata o non. E noi, noi famiglia, siamo proprio così. Del resto quando visiti un possibile acquisto mica ti puoi mettere a svellere le mattonelle. Non possediamo la vista fotonica di Mazinga e nemmeno, come Superman, quella ai raggi X e quindi in grado di attraversare la materia solida dunque non potevamo vedere che, mentre i muri erano solidissimi, il tetto, come gli infissi, in ordine e bisognosi solo di ordinaria manutenzione, esistevano invece antichi problemi nelle condutture d’acqua (definirle arrugginite è un eufemismo) che attraversavano il pavimento della cucina. La casa era sul punto di galleggiare.
Siamo persone…

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La canzone socialista cantava: ma oggi?

” Sebben che siamo donne, paura non abbiamo, per amor dei nostri figli n Lega ci mettiamo. ” La cantavano, ad esempio, le mondine che lottavano per i diritti dei lavoratori, per il salario giusto.
Lottavano per l’unità dei lavoratori, tutti.
Quel canto nasce come un inno delle donne lavoratrici in un periodo in cui le donne (nel primo novecento) non potevano ancora votare, avevano paghe più basse di quelle degli uomini, purtroppo questo succede ancora, ma nonostante tutto volevano far parte della protesta contro i soprusi dei padroni.

Oggi il mio timore è che il canto possa diventare “siccome siamo donne, poltrone noi vogliamo
E la canzone da socialista diventa cosa?
E la Lega Operaia? Possiamo accettare che il senso di quella definizione sia sfigurato per dare nome ad una rancorosa lega, razzista, che crei ulteriori divisioni?
E in questo caso quale pensiero politico rappresenterebbe?
Benissimo e sacrosanta la rivendicazione dei diritti femminili, ma qual è la vera strada, oggi?
Fino a quando le donne per essere pari all’uomo devono cambiare e diventare ad essere “come” un uomo non solo la meta è lontana, ma la strada è sbagliata.
Infatti quella strada conduce sempre al solito posto: il potere.
Penso che le donne non si riscattino davvero chiedendo il potere, ma solo esigendo ed ottenendo giustizia sociale e parità vera.
Il potere, di per sé, è già ingiustizia, discriminazione, differenza e disparità.

Tutto qui.

MariaSerena