Proprio così: “Bravi” d’estate e in migliaia d’autunno.
Era fine Agosto nella dolce località adriatica dove ho trascorso poche settimane ahimè. In quella bella cittadina la ferrovia corre lungo la costa e, per arrivare in spiaggia, bisogna passare lungo stretti sottopassi, sopra i quali corrono, sferragliando forte, i treni.
Indossavo la prescritta mascherina e stavo per imboccare il sottopasso quando, dalla direzione opposta, vedo arrivare una truppa di almeno dieci persone: sbracate, cannottierizzate, ciabattanti, sbraitanti ad alta voce tra loro e senza mascherina.
Ligia e pensosa mi faccio da parte e, con un gesto automatico, aggiungo il mio foulard di crespo di cotone alla mascherina.
Immediatamente sono notata, e parte la reazione della truppa: una serie di sghignazzamenti, ancora più chiassosi, i più civilissimi tra loro si mettono anche a rumoreggiare fingendo un improvviso attacco di rauca tosse secca. Naturalmente non replico. Si allontanano continuando a lanciare apprezzamenti o meglio, come direbbe il mio Manzoni:
“s’allontanarono, cantando una canzonaccia che non voglio trascrivere.”
Post scriptum “L’abito, il portamento, e quello che […] si poteva distinguer dell’aspetto, non lasciavan dubbio intorno alla lor condizione.“
Manzoni, Promessi Sposi, cap.I
E nemmeno aggiungo, della loro provenienza geografica.
W l’Italia!
