Quelli che si divertono e godono da depravati, perché questo sono e fanno, nell’usare violenza fino all’uccisione e al delitto non rappresentano, e mi permetto di dire che dovrebbe esser chiaro, un problema educativo, né di disabilità o disagio.Questa gente grande e grossa, fisicamente dominante e pasciuta, calibrata su un livello perfino estetico narcisista deteriore propone un modello feroce vincente, non di sofferente emarginazione e perciò deve essere punita senza mediazioni pseudopsicologiche.A questo orrore non si può rimediare coi buoni sentimenti inclusivi, con la commiserazione e tanto meno con una forma di misericordia buonista. Al delitto debbono invece provvedere, con le modalità della legge scritta dagli uomini, lo stato, le persone preposte all’ordine sociale comune. La misericordia sia per i deboli, non per i violenti, non per i forti.Se non ricominciamo a rispettare ed applicare le più elementari leggi del consorzio umano, del patto sociale, quelle leggi che sono un sofferto, ma fondamentale, frutto della storia delle società civili allora torniamo ad accettare la legge del dominatore sanguinario e violento armato di clava, la legge della tribù che sottomette e schiavizza, che commercia in vita umana, se ne ciba, e se ne vanta e se la gode esibendosi infilando teschi su un bastone ed essendo perfino, oggi, ammirato da follower.Dobbiamo invece dire un bel NO: ci sono infatti tanti di noi che coltivano il futuro dei figli educandoli e ispirandosi a idee costruttive e civili perciò dobbiamo distinguerci da quelli che invece si ispirano a una evidente depravazione aculturale, ferina, feroce coltivatrice di odio. Li dobbiamo isolare.Non dovremmo consolarci con i pacchi avvelenati da mistificazione piagnucolosa. Non dobbiamo accettare che si dica, e non dobbiamo dire: e se fosse mio figlio, mia figlia eccetera. Se tale fosse prendiamoci a schiaffi duramente, non giustifichiamoci né cerchiamo alibi alla vigliaccheria.Il principio della responsabilità personale del singolo in età di ragione non può essere depotenziato da una idea di tolleranza e convivenza mistificata dalla vigliaccheria di non saper dire NO.Oggi è necessario distinguere e distinguersi e non sopportare, tollerare, subire.Altrimenti chiudiamo lo Stato, la Repubblica (e forse anche qualche Parrocchia canterina) e aboliamo i codici penali e civili per tornare al fuoco e alle caverne. Molto più rassicuranti.E dunque, e qui finisco, se edulcoriamo i fatti con l’ottica del più violento, chiunque esso sia, allora accetteremmo le logiche sadiche del nazismo (e del fascismo che cantava “bombe a man carezze di pugnal”) che vittoria della bestia sulla ragione sarebbe!Le vittime aumentano, siano esse nere o bianche, donne o ragazzi o uomini, anche perché la società che si considera civile non sa più dire dei grandi NO.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
(Salvatore Quasimodo, Uomo del mio tempo. 1935)
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