Archivi del mese: giugno 2020

#Bergamo ha commemorato i suoi morti per covid 19

rendering-monumento-tricolore-e1593185397853

Leggo in giro frasi che non capisco sulla “retorica del dolore” che, secondo alcuni, avrebbe caratterizzato la #commemorazione di ieri sera, a #Bergamo di un numero indefinito di morti dei quali 6700 circa con diagnosi e tanti altri no.
Il coro ha cantato e gli orchestrali hanno suonato indossando la mascherina che sembrava anche simboleggiare l’impossibilità di gridare tutto intero il dolore.
Sono profondamente convinta che non si debba rispondere a chi riesca a non condividere tanta pena, ma giudica sentendosene immune.
Io sono, tutto sommato, una persona comune e ancora capace di piangere, e ho pianto commossa, partecipando al dolore ci cammina accanto quando non ci colpisce direttamente.

se fosse amico, noi pregheremmo

b23f9abc7f4019b982180f5b945440O animal grazioso e benigno
che visitando vai per l’aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso.  

Mi sono svegliata stamattina con questi versi nella mente e lo sgomento nel pensare a come sia inutile scrivere dopo aver letto il genio assoluto che nel contrasto, da un verso all’altro di significati e sensi, crea una situazione assoluta, perfetta, michelangiolesca nella quale ogni spiraglio della natura umana cerca invano di nascondersi e invece brilla del colore del sangue e della nostalgia della pace ormai perduta eternamente.
(noi pregheremmo, se fosse amico)

 

L’America che non c’è più

Troppe stelle su una bandiera.
Da bambina amavo l’America, quella dei film dove lo sceriffo tipo “mezzogiorno di fuoco” usciva da solo contro una numerosa banda di pistoleri violenti, di solito vestiti di nero, e affrontava la morte. Naturalmente ne usciva polveroso ma vincitore. Oppure quella dell’uomo giusto che difendeva i deboli facendo ragionare i violenti e mostrando loro come gettava la pistola allargando le braccia.
Ho amato anche l’America kennediana (sarà stata pure una infatuazione adolescenziale, ma lui era biondo-grano e di gentile aspetto e, indifeso, difendeva i neri) che si esponeva alla folla fino all’estenuazione fisica.

Ma poi è arrivata altra gente: satrapi seduti su montagne di dollari, e perfino uno di loro, Presidente, che se ne sta come un pavido ma feroce avvoltoio (ah quell’aquila snaturata) nella tana blindatissima ingurgitando antimalarici, bestemmiando contro il popolo e chiamando Legge e Ordine la minaccia di scatenare l’esercito.
Com’era bella la mia America, quella che raccontava la mia mamma degli alleati americani che sbarcavano ad Anzio, risalivano la penisola e liberavano il suo paese cacciandone i tedeschi e i fascisti.

gli americani a Novrenta_2

Alleati americani a Noventa Vicentina Foto originale di proprietà riservata della famiglia Peterlin – Gemmo

Ma anche quella di Joan Baez. 

Illusioni? ma difendiamole le illusioni! sono materia di sogni. e se sogni sono solo sogni, è anche vero che aiutano a vivere meglio.

Ma davvero schola mortua est?

imagesdx8o6tqmMi par di sentire i talebani della didattica in presenza che gemono sulla scuola, variando un poco come Catullo sull’infelice passerotto (che twitter ha ben riciclato)
«Lugete, o Veneres Cupidinesque
Et quantum est hominum venustiorum!
schola mortua est meorun puellorum”

Invece di fare dar luogo a isteriche esternazioni e scrivere sfoghi lunatici sui poveri giovani e bambini, a cui sarebbe negata la socializzazione eccetera, gli esausti talebani della didattica in presenza potrebbero riflettere sul fatto che la pandemia deve finire per lo meno con  il vaccino e certo finirà prima se si seguitasse sulla razionale linea della prevenzione. Dopo di che le classi ritornerebbero dove sono sempre più o meno state. Anche se tutti desideriamo che finalmente si metta mano alle strutture tutte della scuola.
Ma soprattutto i cultori di queste speciali passioni tristi dovrebbero essere ammirati dalla  dedizione con cui tantissimi docenti si son fatti carico della situazione drammatica in cui viviamo e si sono dedicati con passione a mantener viva una scuola autentica e i rapporti con i loro studenti. Sono loro, infatti, e non certo le varie circolari, il centro della vita dei docenti, i bambini e i giovani ai quali i bravi insegnanti tengono perché sono parte essenziale della loro vita professionale e del loro lavoro quotidiano. Quei docenti hanno immaginato qualcosa che non esisteva, e lo hanno fatto sperimentando e verificando passo dopo passo. Non è da tutti.

Tuttavia questa è solo una considerazione iniziale: ciò che mi sembra da mettere in chiaro che fino a ieri molti adulti mettevano il tablet o lo smarphone in mano ai pupi per poter “stare un po’ in pace” e tenerli imbambolati, perfino scarrozzandoli, sul passeggino per strada dove si potevano vedere anche piccini assorti e pallidini mentre l’adulto/a parlava al cellulare o faceva shopping o mentre al restaurant pasteggiavano con amici.

Attualmente una didattica a distanza (necessaria) o da remoto può dare una utile scossa e, per dirla semplice, far capire che usare il tablet o il PC ecc solo per i videogiochi significa passivizzare e omologare, mentre sfruttarli per apprendere è intelligente e può diventare creativo. Non perdiamoci in fantasie pessimiste.