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Se lo dicevi prima, ma prima; #miur e #contagio
Il giorno in cui hanno deciso di chiudere le scuole si è agito sulla furia dell’emergenza, ma nessuno dei politici ha pensato che non abbiamo a che fare con una popolazione scolastica di soldatini obbedienti e rigorosi né tanto meno con famiglie, di soldatini, tanto ma tanto ligie alle regole.
Allora una brava e seria ministra avrebbe dovuto inviare, anche un giorno prima della chiusura, una circolare preventiva che a tutte le scuole e a tutti gli insegnanti che recitasse quanto segue.
“Cari docenti e studenti , in caso di una eventuale possibile sospensione delle attività didattiche, resa necessaria già in alcune regioni italiane, con conseguente chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in tutte le classi i docenti DOVRANNO distribuire A CIASCUN STUDENTE una NOTA informativa (della quale si allega una copia stampabile) con cui si informano studenti e famiglie su ragioni della chiusura, rischi e comportamenti da seguire per fronteggiare l’epidemia.”
Gente mia, il web si usa per questo, o non si usa.
La scuola non può rinunciare a educare, nemmeno in senso sanitario. Non in questi frangenti, non dopo l’esempio della infelice Cina.
E non si tratta di attribuire colpe ai politici o al governo, si tratta del fatto che parlamento, politici e, ahimè il governo e presidenze varie, non valutano la realtà in modo oggettivo e fanno scelte senza considerare a fondo le condizioni in cui agiscono nè chi hanno davanti: ossia un popolo disorientato, succube del consumismo liberista, drogato da desideri e pulsioni orientati al superfluo edonistico, un popolo che assomiglia sempre più a una mosca senza testa.
E’ tardi ormai per recuperare il presente.
Ma almeno pensiamo al futuro, questo è annientamento.