No, non gioisco anche perché non mi piace vincere facile, solo mi lecco un po’ baffi e graffi costatando la penosa sorpresa dei molti che basiscono, si addolorano e si mostrano delusi per l’inchino e il consensuale abbraccio di Benigni verso Renzi.
E non mi chiedo come si potesse pensare che quel provincialotto pratese fosse qualcosa di più di un ben raccomandato, abile affabulatore di ciarle in salsa ideologico-populista, uno che sfodera un film su un olocausto camuffato da novella per la buonanotte, uno che legge Dante come se fosse un romanz-fumetto con Dante e Virgilio sospesi tra Robin e Batman e uno che legge la Costituzione come se fosse il regolamento del fantacalcio.
Non me lo chiedo, altrimenti avrei trovato la risposta che non io sola sto cercando; si tratta della risposta a una semplice, ma fastidiosa, domanda: perché troppi italiani sono felici succubi dei media e altrettanto felici, come l’inconsapevole trionfante tacchino di natale, della continua affermazione del liberismo in casa nostra?
E mi piacerebbe trovare quella risposta, ma mi attenua il fastidio il non essere la sola a cercarla.
Il fenomeno Benigni, tolti gli esordi e poi e poi, penso sia un imbroglio ben pagato e ben costruito, ma appagante per chi non voglia farsi domande almeno finchè riesce a pedalare col naso fuori dal guano.
Lo penso, l’ho pensato, l’ho pure scribacchiato. Il potere emana un fascino pari solo alla brama di successo e denaro. E Renzi s’addice al Benigni.
Aggiungo al tuo commento le lodi del giullare toscano , in arte commentatore di tutto , a Papa Francesco .
Condivido le tue considerazioni .
grazie
L’ha ribloggato su Notecellulari.