Archivi del mese: ottobre 2015

Ribellarsi necesse est!

(vecchia Roma)

A Roma i personaggi
in cerca dell’untore
ora salgono, e poi scendono,
le scale di Preture:
niente so, nulla vidi, nulla sentii;
non scrissi, non firmai
non ero io;
e, se facevo, io facevo altrove.

Amara come bile
la parola
che annebbia ed avvelena:
ma è prassi e inganno
di Roma quotidiana.

Re travicelli e turaccioli da naso

E’ usanza diffusa su social, e non solo, iniziare la frase dicendo: “la verità è che….”; ma io no, non sbandiero verità per principio.
Sbandiero, casomai, costatazioni personali sul reale.
E, se anche non è verità scientifica,  penso modestamente sia realtà quotidiana che troppi cittadini italiani (e romani) non sanno vivere senza re travicelli e senza tapparsi in naso per accoccolarsi sul meno peggio, meglio ancora se un meno peggio un po’ garrulo.
Questo spiega tante lacrimuccie sul Marino sindaco oggi uscente e ieri oggetto di quiete e sterili querimonie.
E zan zan ci sta tutto.

Piangete romani, non è troppo tardi
Ignazio gentile, vi da venti giorni,
piangete piangete che forse ripensa
piangete e tremate, non starete senza:
è sempre in attivo la fabbrica antica
che vende turaccioli pel naso, e le dita
serbatele nette, che insieme alla mano
le mettete al fuoco, e bruciatele… piano.

ps. anzi psssss: per chi non ricordasse la preziosa satiretta di Giuseppe Giusti eccola qui Il Re Travicello: