Archivi del mese: agosto 2015

Mario Badino, Cianfrusaglia, Notte d’estate


Confusi, fuori fuoco,

il mondo ci lascia passare

contro uno sfondo fisso

fatto cielo e pietra.

 

Malgrado la luce sia accesa

sopra la scena vuota

gli attori disertano il palco

sospinti da nuove passioni.

 

Tutto il rumore umano

finisce per evaporare

dentro il canto stridulo

della cicala antica.

 

C’è una saggezza quieta

nell’aria silenziosa e fresca,

che ti punge le braccia

delle notti d’estate.

Non tutte le riflessioni e non tutti i pensieri ricorrenti delle notti estive conducono a un esternare autoreferenziale attorno a quegli ombelichi che tuttavia giocherebbero da protagonisti tra bronzi spiaggianti e rinascenti sirene.
La poesia di Mario Badino sembra tollerare, quasi ignorandola infatti, la quotidianità apparente e lascia che la stessa si perda sulle autostrade infestate da troppe parole.
Mario si concentra sul fuori fuoco sull’assenza delle scene vuote disertate da attori indaffarati e raccoglie quel poco che resta del rumore umano (rumore, appunto, non voci, non suoni, non sensi) nel vapore, ossia nel prossimo dissolvimento, del canto stridulo della cicala antica.
Trova infine anche lui la quiete, sorella amata da tanta poesia, nell’aria della notte d’estate.
Quell’aria che la saggezza popolare vuole si purifichi, nel silenzio delle tenebre, da ogni eccesso delle calure del giorno.
Non un canto sofisticato dunque, ma una voce schietta, scolpita  ed essenziale: la voce di un giovane poeta che sa valorizzare la cianfrusaglia del presente ma anche individuare l’essenza di quel senso che non si perde nel trascorrere del tempo e indica il futuro.

I riferimenti del libro Cianfrusaglia qui