Archivi del mese: luglio 2015

Tornerei in Romagna, solatìa.

Pensare a spiagge dal mare mozzafiato, resort da resurrezione a tante, ma tante, stelle per un turismo che disdegna la pensioncina nostrana, alla romagnola vecchio stile ad esempio (di quelle con la minestra alla sera per capirci) per volare invece verso un paradiso. O per volare direttamente in paradiso. Orrore, certo.
Orrore e barbarie come negarlo.
Riflettere, tuttavia, sul fatto che le tante stelle a prezzo poco sono il risultato anche di un affare (business si dice?) in cui i prezzi stracciati forse sono anche costruiti sulla disuguaglianza sociale.
E concludere che sarebbe meglio realizzare un turismo equo e solidale. Temere infatti che quello dei resort in cui il last minute tour ti regala il sogno non sia un sogno per chi vi lavora.
Ascoltare, infine, chi si dice d’essere certo che il turismo è una risorsa: sì mi va bene a patto che mi dicano anche chi ci si arricchisce e ci, invece, ci sopravvive.
Spero di sbagliare.
Ma tornerei, senza voli e senza last minute, alla ricerca di quello che c’è ancora, se c’è, in una pensione col caffelatte o il te per colazione e il burro a riccioli da spalmare sul pane fresco, con la minestrina alla sera e di rito le patate in tutti i modi a pranzo e cena; quelle con gli asciugamani stesi coi costumi bagnati sui balconcini e la doccia in corridoio, spesso solo tiepida; sì certo, una pensione di quelle che si chiamavano Nives, Mirabella, Corallo in Romagna, a tre stelle piccole, o forse due, sperando che la gestione famigliare, e non, sia proprio equa e solidale con quel personale cortese e non servile e amichevole all’ambiente naturale dove vola il pattino di salvataggio a remi, quello del bagnino.
Ci tornerei anche se, sbirciando su google, mi accorgo che alcune hanno cambiato Pensione in Hotel, aggiornandosi con nomi un tantino più internazionali (Miami, Atlantic) ma le pensioni Adele, Romagna, Dante esistono ancora e lottano insieme a noi.
La Romagna, come no? Per un piattino di minestra, le patate e le lasagne la domenica ci tornerei di cuore.