I miei studi sono prevalentemente letterari e storici, la mia passione la poesia e la letteratura, il mio impegno principale l’educazione, la scuola e quindi la pedagogia. In questi anni potrei dedicarmi con maggior tempo e libertà a scrivere di ciò che amo. Invece ogni volta che mi trovo davanti a questo display, che per me è come un foglio bianco, mi sembra più urgente sollecitare, per quel che possa una voce come la mia, a smascherare il perpetuo inganno in cui si tenta di trascinarci compulsivamente tramite i media e tanta politica. E mi sembra necessario smascherare qualcosa di cui anche molti altri si saranno certamente accorti. Le martellanti dichiarazioni degli araldi politici nostrani e dei loro padroni iniziano, intercalano e si concludono con un paio di di stilemi chiave: per il bene del paese, per ciò di cui gli italiani hanno bisogno. Su questa sorta di mantra (oggi si dice così) innescano qualunque nefandezza, giustificano qualunque sopruso, propinano ogni genere di fregatura. E poi c’è anche il contraltare; quelle/i che perentoriamente affermano che questo alla gente non interessa.
In questo modo sono coperte entrambe le aree di chi occupa la scena e i posti d’onore mentre noi, noi stiamo nel posto che spetta alla plebe di ogni tempo, sugli spalti più alti e lontani, a ingurgitare vergogne, tasse, riduzione di diritti, invenzioni funamboliche di provvedimenti generici (vedi ad esempio gli spot dei ministeri e del governo) e, recentemente, anche minacce di guerre, di invasioni, di pandemie.
Ma già tutto è per il bene del paese, per ciò di cui gli italiani hanno bisogno.
Ebbene rispondiamo: Quello che serve agli Italiani o di cui ha bisogno il Paese, egregi signori che sul collo ci state, sciabordando imperterriti sui vostri intoccati e intoccabili privilegi, sappiate che non è nient’altro che giustizia ed uguaglianza in termini di libertà ossia: lavoro, equità e sostegno ai davvero deboli e malati.
Per tutto il resto facciamo da soli e siete invitati ad andare a sciacquarvi la bocca, lingua compresa, perché avete proprio esasperato col vostro eloquente parassitismo.
Certo, mi piacerebbe tornare ai miei studi letterari, alla mia poesia e alla storia. Ma se anche un piccolo morso di pulce può servire a dar fastidio, e forse serve, questa pulce letterata vi morderà. Tutto il resto può attendere.