In breve. Uccidere mette qualunque omicida dalla parte del torto.
Ci sono altri modi per offendere il prossimo, non solo violando la persona umana fino a toglierle la vita che è certamente un modo abbietto oltre che irrevocabile.
Per quanto mi riguarda, le vignette di cui si parla, sono spesso offensive verso chi abbia a cuore la sua fede religiosa, qualunque sia. E aggiungo che la fede religiosa è, per chi la professa, un valore importante.
Considero quelle vignette espressione di notevole abilità artistica e non solo, ma per me sono sovente blasfeme e possono creare dispiacere e disagio . Ribadisco; uccidere è una violenza brutale, insensata e in nessun modo sopportabile .
I morti assassinati sono sempre e comunque troppi .
Io vorrei infatti che la reazione ai delitti e alle violenze fosse sempre ugualmente alta, forte, numerosamente rappresentata. Sempre, e non solo quando riguarda il mondo dei media che è, certamente, simbolico, ma sul piano umano riguarda comunque la storia delle vittime, di tutte le vittime .
Quelle vittime senza voce, deboli, misere, miserabili o mandate a morire nonostante la loro volontà, quelle che si misurano in uno scontro impari con la guerra avrebbero diritto a uguale indignazione, agli stessi rammarichi, alle stesse manifestazioni pubbliche.
Altrimenti qualcosa non torna .
E perdonatemi se mi ripeto, ma torno a dire che, nonostante passino le ore, a me pare che l’unico sentimento esprimibile sia quello del dolore impotente e partecipe.
Se proprio dobbiamo esprimere una identità io vorrei che si dicesse “noi siamo con le vittime”.
L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 ( un pochino).