Archivi del mese: Maggio 2014

C’è chi dice no al compromesso del naso turato?

Ecco come e perché ho deciso di Auto-PubblicareSono stata tentata di dirlo estesamente, ma no, provo in brevissimo.
Proprio a causa della mia professione di insegnante ho imparato che niente è immutabile, che le realtà possono essere modificate, che si può cambiare e aiutare a migliorare, ma anche a peggiorare.
Per lo stesso motivo ho imparato che quando è necessario si deve saper dire di no, che le “giustificazioni” di chi dice “non sono stato io” possono essere false e interessate. Dire che uno è bravo per merito tuo è spesso una menzogna utile a meno che non si ammetta che anche chi è pessimo lo è per merito tuo.
Infine: se oggi l’Italia va male (e va male) non puntiamo il dito contro gli Italiani: abbiamo avuto un esteso campionario di governi, di deputati e senatori, di gente che comanda e da trent’anni votiamo turandoci il naso. No, ha ragioneFrancesco Erspamer nel suo recente illuminante post: Sturarsi il naso e votare contro. E’ proprio vero: sturiamoci il naso, adesso è il momento di dire no. Se il terreno non viene disinfestato e concimato e le erbacce estirpate sarà inutile seminare il nuovo seme. E poi quale nuovo abbiamo a disposizione?
C’è chi dice no? magari.

La memoria di un’Italia diversa

_donne.jpg_1955669422A volersi far del male si possono guardare i programmi di Rai Storia specie quando parlano della guerra di liberazione e delle donne e gli uomini che vi hanno partecipato, della nascita della Costituente e della Repubblica.
A volersi odiare si possono anche ricordare i primi anni della ricostruzione e della industrializzazione dell’Italia povera, sconfitta e distrutta dalla guerra
A voler proprio soffrire si possono confrontare quelle facce di donne e uomini: eroici ma modesti, lavoratori ma senza vantarsene, semplici e scavati, circondati da famiglie con nugoli di ragazzini e con le foto dei vecchi e senza quasi sorriso.
Ecco, finalmente ho capito, e ringrazio il mio narciso modo di ragionar scrivendo, perchè i rampanti e le rampati nuove generazioni di politici odiano le persone anziane, detestano gli intellettuali, non sopportano quelli che portano con sè memorie.
La memoria porta al confronto, e sanno che se si scuote la testa quando promettono di farci pagare le tasse con l’sms , la dentiera o na manciata di euro tolti altrove è perchè abbiamo in mente un’Italia diversa. Oh quanto diversa.
E non vi piace, vero? Non ci comprate con lo shortino del venerdì sera, col chiasso, col tacco 12; e lo so.
Ne sconfiggerebbe molti di più la memoria che la campagna elettorale

Metti un libro, a scuola

nessun problema?

Provo a dirlo con pacata ragionevolezza, spero.
Un corpo docente di liceo che offra letture ad adolescenti dovrebbe avere come scopo utile quello di contribuire alla loro cultura e alla loro formazione. Indubbiamente esistono valutazioni che, sottoposte al consiglio di classe, possono sdoganare qualunque argomento e sottolineo qualunque.
Tenendo conto del momento storico attuale, della situazione sociale contingente, della sensibilità e delle sollecitazioni a cui i ragazzi sono esposti e della complessità dell’impatto di ogni singola azione (a 360 gradi) di un adulto educatore sui ragazzi si potrebbe ragionevolmente desiderare che la scelta delle letture abbia obbiettivi formativi e culturali ben chiari.
Nessuna persona mediamente informata può pensare che i nostri adolescenti siano creature cresciute sotto una campana di vetro, ignare di comportamenti attinenti alle esperienze sessuali.
Aggiungerei che spesso la scuola è sotto accusa perché si ritiene che non formi né informi sufficientemente anche sul tema sesso; ma accuse sono anche quelle che imputano alla scuola che i ragazzi non sappiano cosa si festeggia il 25 aprile, cosa sia l’olocausto, come si usano l’accento e l’apostrofo, che mancgino di gusto e sensibilità artistica e musicale, che non amino la lettura, che siano ignoranti di matematica; si imputa alla scuola l’alcolismo, la droga, la violenza, il bullismo notoriamente piuttosto diffusi. I docenti universitari spesso denunciano una diffusa ignoranza (secondo loro) delle nozioni minime di cultura generale.
Bene: tra tutte queste carenze (e certamente pecco per difetto) in un liceo romano si ritiene che sia urgente informare mediante il libro “Sei come sei“.
Siamo proprio sicuri che valga la pena di lanciare una campagna antiomofobia se ci sono genitori perplessi o contrari? 
Ovviamente ci sono strumentalizzazioni e eccessi.
Ma proviamo a valutare l’insieme e non un singolo aspetto che, sia consentito dirlo, è anche troppo facile cavalcare animosamente con certezza di audience.
E chiederei, caso mai, quali altri libri sono in programma in quel liceo.
No? Non va bene? Pazienza.
P.S: Certamente l’editore ringrazierà.

 

1 Maggio – Concertone baraccone, anzi leopardesco.

 

che eleganza, Piero

Ci ho rimuginato un po’ su, mi ero detta che forse non valeva nemmeno la pena di spendere parole (anche se le mie sono parole di una nessuna).
Poi mi son anche detta che ragionare per sfogar la mente è un meritato premio per aver, nonostante tutto, ascoltato per forse mezz’ora  il concertone del primo maggio organizzato dalla triplice sindacale.
La musica mi piace tutta e questa premessa è d’obbligo.
Ieri sera, tuttavia, la musica non mi è parsa sufficiente a sopportare la voglia di apparire e di esibirsi su un palco enfatizzato fino all’ossessione dai conduttori. Beh sì, c’erano tanti suonatori e cantanti che definir musicisti sarebbe fin troppo indulgente, ma non è questo il punto.
Il punto è che non si possono approvare questi contenitori mixer in cui tutto viene omogeneizzato e spappolato fino a farne un pastone mediatico a cui non si può dire di no.
Ho trovato insopportabile il mescolare rievocazioni del martirio dei combattenti della Resistenza con un rock fatto anche di frastuono, ammiccamenti, simboli volgarucci.
Considero irrispettoso tentare di conciliare un minuto di buio e silenzio per i morti sul lavoro, per gli operai martiri della Tyssen con la festa iperpaesana.
Ho pensato che questa è una fiera sbagliata.
Il messaggio politico, se casomai ci fosse, non passa.
Quattro lazzi strillati pronto uso e pronte scuse non interessano a nessuno (nemmeno ai destinatari), non smuovono coscienze, non ottengono nulla.
Un concerto leopardesco, direi.
Si dice che la santificazione dei due papi, dei quali s’intravedevano sullo sfondo le gigantografie appese sulla facciata del Laterano, abbia prodotto un tappeto di rifiuti su Via della Conciliazione e adiacenze.
Per il fiaccante concertone leopardesco si parla di ben 35 tonnellate di spazzatura. Forse vince il concertone?
Se qualche giovane mi smentisse dicendo: io c’ero, ho capito tante cose e adesso lotterò per cambiare questa nostra realtà, forse perfino il senescente Pelù varrebbe la candela.
Ma succede?