Archivi del mese: marzo 2014

Invito alla Lettura: Marco Annicchiarico al Pentatonic

I pomeriggi delle domeniche, i mezzi pomeriggi a dir il vero, trascorsi con gli Inviti alla lettura organizzati da Anna Maria Curci al Villaggio Cultura –Pentatonic, iniziano alle 17 e dovrebbero terminare verso le 19; in realtà può accadere che non termino affatto perché l’eco che suscitano ti tiene legato al di là della dimensione formale spazio/tempo. Non si tratta di una tracimazione di input, bensì di un effetto semina. Si vengono a scoprire autori, si ascoltano, si dialoga e si continua a riflettere.  E si può dire che il pomeriggio di domenica 23 marzo 2014 abbia avuto un effetto semina particolarmente interessante: del resto è primavera e piove; piove di quella pioggia che ammorbidisce i semi e li fa germogliare e forse tutto questo ha concorso a far sì che le parole di Anna Maria Curci sul poeta e musicista Marco Annicchiarico, e le parole di Marco Annicchiarico stesso abbiano messo radici nei pensieri.
Radici tenui ma ostinate tanto che, se si dovesse dare una definizione, o meglio una sintesi delle scoperte di ieri, si potrebbe dire di aver incontrato la visione di una specie di microscopio cosmico. Le parole scritte da Marco Annicchiarico, e di cui certamente non si può pretendere di esaurire l’interpretazione in poche righe, più che descrivere, esprimere o cantare tendono a gettar luce sulle fessure della vita; fessure in cui sembra infatti nascondersi, a volte, quella polvere che serba memorie, che protegge dall’erosione quotidiana, che trattiene l’essenziale.
Con personale soddisfazione non ho incontrato ostensione di analogie, di simboli, di suggestioni sognanti: ho trovato, in quelle poesie e in quelle musiche cantate piano con voce tenue e corretta, il suggerimento a fermarsi ad osservare dettagli importanti, oggetti che troppa luce o troppa ombra impediscono di veder nitidamente, ponti e passaggi che troppo spesso trascuriamo di attraversare. ma che possono condurre verso una realtà più concreta di quella che sfugge alla nostra distrazione. Quel microscopio puntato sul cosmo non si lascia distrarre dagli infiniti eccessi che tutti ci sollecitano, ma va al dettaglio imprescindibile sia che si tratti di storia civile e sociale che ci riguarda, sia che si tratti di esperienze personali e ne provo a dare due esempi mediate due brevi citazioni.

Nel primo caso:

Sedici Marzo Settantotto

Quattro lettere il nome
e quattro il cognome.
Anche la città,
teatro della vicenda,
sempre e solo quattro lettere.
Solo il destino non più
da pace a inferno. 

Nella strada cinque corpi
quattro avieri, una donna
quattro falchi.
Nove i comunicati
e tante le verità
nascosta la più vera.
……………

Nel secondo caso:

Fiori viola
Ci sono fiori viola sul balcone.
l’ho notato questa mattina.
Il sole disegna ancora le loro ombre
sulle piastrelle e alcune formiche
si fermano sull’orlo
come se in quel momento fossero arrivate
al limite del mondo.
……………………

E mentre i semi fanno il loro prezioso lavoro sarà bene cercare i libri di Marco Annicchiarico, mentre l’eco si protrae,  grazie anche alla sua esibizione musicale, e il pomeriggio dell’Invito alla Lettura al Pentatonic, ancora una volta, non finisce più.

Bio-bibliografia di Marco Annicchiarico

BIOGRAFIA

Marco Annicchiarico nasce in una mangiatoia milanese nel maggio del 1973, lo stesso giorno in cui La Malfa padre annuncerà il ritiro della fiducia del P.R.I. al Governo. Da quel momento capisce che è meglio accantonare la politica e si appassiona alla musica e alla letteratura.
Se ne perdono le tracce fino agli anni zero, quando compare in diverse antologie con poesie che non gli varranno mai il Premio Nobel.
Nel 2007, con l’amico Giacomo Rabiti, cura e produce un cd tributo a Vinicio Capossela, chiamando diciotto artisti del panorama indipendente italiano tra cui Bugo, Federico Sirianni, Roberta Carrieri e Nobraino; il ricavato viene devoluto all’Amref per la costruzione di un pozzo in Africa.
Nel 2009 pubblica e poco più lontano (LietoColle). Nello stesso anno, tre giorni dopo il suo decesso, resuscita nella fredda Torino, dove realizza siti internet, scrive recensioni musicali (anche per il mitico Fuori dal Mucchio), fonda un’Associazione Culturale, una rivista letteraria (Fuori Asse) e ritorna a suonare. Sotto la metropolitana.
Nei (pochi) concorsi ai quali partecipa colleziona pergamene e targhe varie, evitando accuratamente qualsiasi premio in denaro (è una questione di principio, dirà in un’intervista radiofonica).
A fine 2012 realizza su carta riciclata Canzoni da stonare, libro di poesia interamente autografo in tiratura limitata e incide con i Pura Follia il disco eVenti ascensionAli. Due di queste canzoni saranno poi incise anche dall’Orchestra Grande Evento di Moreno il Biondo.
Nel 2013 con Gattili Edizioni pubblica le plaquette Alessandro Bono (nella collana Monografia musicale) e Ventuno settembre (nella collana di Poesia).
Attualmente collabora con la cantautrice Rosa Mangano al progetto musicale Turi Mangano Orchestra, circondato dalla natura, da sogni grandiosi e da tanta voglia di fare. Nulla.
Attualmente vive.

Bibliografia essenziale:

 

Fuori Asse – Speciale Fumetto (Febbraio 2014)

Fuori Asse 10 (Gennaio 2014)

Verba Agrestia, LietoColle (aa vv, 2013)

Fuori Asse – Speciale Labirinti Festival (Dicembre 2013)

Ventuno settembre, Gattili Edizioni, 2013

Alessandro Bono, Gattili Edizioni, 2013

Fuori Asse 9 (Ottobre 2013)

Le strade della Poesia, Delta 3 Edizioni (aa vv, 2013)

Fuori Asse 8 (Luglio 2013)

Canzoni da stonare (autografo, rilegato a mano), 2013

Il segreto delle fragole 2013, LietoColle (aa vv, 2012)

Poesia 274 (Settembre 2012)

Fuori Asse 2 (Maggio 2012)

Poeti e Poesia 25, Pagine Edizioni (aa vv, 2012)

Fuori Asse 1 (Marzo 2012)

Sfrutta il segno, La Vita Felice (aa vv, 2012)

Arbor Poetica, LietoColle (aa vv, 2011)

Fuori dal Mucchio 93 (Dicembre 2011)

Fuori dal Mucchio 92 (Novembre 2011)

Fuori dal Mucchio 91 (Ottobre 2011)

Il segreto delle fragole 2012, LietoColle (aa vv, 2011)

Le strade della Poesia, Delta 3 Edizioni (aa vv, 2011)

Poesia 260 (Maggio 2011)

Poesia 258 (Marzo 2011)

Il segreto delle fragole 2011, LietoColle (aa vv, 2010)

Corale per Opera Prima, LietoColle (aa vv, 2010)

Rosso – Tra erotismo e santità, LietoColle (aa vv, 2010)

Demokratica, Limina Mentis Editore (aa vv, 2010)

Il segreto delle fragole 2010, LietoColle (aa vv, 2009)

e poco più lontano, LietoColle, 2009

Il segreto delle fragole 2009, LietoColle (aa vv, 2008)

Stagioni, LietoColle (aa vv, 2007)

Il segreto delle fragole 2005, LietoColle (aa vv, 2004)

Clandestini, LietoColle (aa vv, 2003)

 

Piovono hashtag per supermanager italiani: Ferrovie e Poste

Immagine hashtag#supermanagerMoretti
Nel treno affollato si viaggia all’impiedi?
Il bagno è tappato, se piove entra l’acqua
e il treno che viaggia ti sembra una vacca?
Se sei pendolare ti alzi alle quattro
t’ammucchi a più strati e arrivi disfatto?
Ti pestano i piedi e pur i cosiddetti?
Sii lieto o italiano: ci pensa Moretti!

#supermanagerSarmi
La posta tardava e più non arrivava
ma il manager Sarmi milioni intascava.
L’ufficio Postale una bolgia pareva
ma il manager Sarmi godeva e rideva.
Spedito alle poste il pacco ha perduto?
Evvìa! poche lagne chè il Sarmi, è saputo,
risolve i problemi, risparmia denaro
felice è l’Italia pel manager raro.

Meritocrazia ed eccellenze nonché medaglie al lavoro

Non appena è apparso all’orizzonte lo stendardo della Meritocrazia, anche i più torpidi tra i putrefatti che pisolavano ormai stecchiti negli stambugi-dormitorio (spesso del pubblico impiego, di enti e via dicendo) del “lascia perde è già tanto che sono venuto a lavorare, mica devo pure fare qualcosa?” si sono rianimati.
Si scopron le tombe, si levano i morti, diceva l’Inno Garibaldi;  e quelli che oziavano, aggiungiamo, son tutti risorti.
Improvvisamente hanno scoperto di essere laboriosi e costruttivi lavoratori indispensabili, preziosi, anzi no: eccellenti e dotati di ogni abilità. (E io ne ho visti, purtroppo anche a scuola).
Ma la loro più fine abilità, coltivata nel sereno far-poco-o-niente di lunghi anni senza fatiche, è e sarà, non c’è da dubitarne, quella di buttare bastoni tra le gambe di chi ha lavorato una vita senza mai alzare la testa, di chi non ha mai chiesto di essere sollevato dalle fatiche del dovere quotidiano né con pretesti né con validissimi motivi.
Ora lo stendardo della Meritocrazia attira, chiama e lusinga, come le Sirene che innamorano i marinai e troppi tra tutti, ma specialmente troppi tra i peggiori, arrancano col petto in fuori, gonfiandolo,prontissimi a offrirlo per raccattar medaglie.
E sapete qual è la cosa più, ehem, sorprendente?
Che i meritevoli saranno evidentemente scelti dai loro dirigenti; e anche se tra i dirigenti che sceglieranno fior da fiore ci sono certamente ottime persone, sappiamo bene ci sono anche, ahimè! non pochi capi-cordata di quelli che a loro volta hanno scalato con ogni mezzo, meritevole o non.
E adesso il merito, signora mia? A chi tocca tocca.
E come non citare, per chiudere, lo spietato “Testamento” di De Andrè, applicandolo al testamento della nostra Italia che vacilla tra Costituzione repubblicana e boiate pazzesche ma pericolose?

“Voglio lasciare a Bianca Maria,
che se ne frega della decenza,
un attestato di benemerenza
che al matrimonio le spiani la via
con tanti auguri per chi ci ha creduto
di conservarsi felice e cornuto”.

Riscritture sotto le righe: ORTIS

Fuggito da patria con gran sacrificio
il giovane Jacopo è alquanto stranito
tra studi e Plutarco accadde però
che sposa d’altrui, sventato! egli amò.

Tra gemiti e tremiti entrambi or tradivan
l’ignaro cornuto che intanto viaggiava
un bacio, sol uno! scambiavansi, ma
scriveva egli sempre a Lorenzo, che sa.

Perduta la patria e la donna piangeva
 quest’Ortis  e scriveva, scriveva, scriveva…
Fu forse per questo che inchiostro finì
e, dalla sua mano il meschino, morì.

Qualcuno leggendolo al Werther pensò
nol disse a nessuno, e fu meglio però.