Senza educazione ed impegno avremo solo circenses, senza panem

io prof al lavoro

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Raccogliendo e ascoltando voci e pensieri accade spesso di trovare questioni aperte che riguardano qualcosa per cui, in queste ore sospese tra attivismi e concitazioni, siamo preoccupati in tanti.
In particolare ci si sta chiedendo:

a) perché si stanno cambiandole regole della Repubblica senza consultare né parlamento né i cittadini

b) perché i cittadini,presi come sono dai problemi della vita e della sopravvivenza quotidiana sono ormai disamorati dalla politica e provano rancore e ostilità verso i politici.

Dunque i cittadini hanno perso la fiducia nella loro possibilità di partecipare, di essere soggetti attivi della vita della politica partecipata.

[Detto per inciso davvero i 2-3 milioni di votanti alle cosiddette primarie sono poca cosa di fronte agli oltre 46 milioni di aventi diritto di voto, ma questo dovremmo dirlo a Renzi&soci,noi lo sappiamo già.]
Tornando al tema se è vero che è già un dato di fatto che il popolo non è più consultato non può sfuggirci che la situazione è ancora più seria.
Gli antropologi e i sociologi hanno già osservato il distacco tra cittadini e politica, ma noi sappiamo che gli attivisti dei cosiddetti cambiamenti (legge elettorale,abolizione senato, svendita patrimonio pubblico ecc ecc) sono ben lieti dell’allontanamento dei cives: questo dà loro campo ancora più libero per cui non solo i voti rimediati alle primarie ne sono enfatizzati, ma  diventa anche troppo facile fare carne di porco della pratica democratica.
Mentre infatti gli attivisti-azionisti del cambiamento concertato al Nazareno veleggiano sostanzialmente indisturbati verso la destrutturazione della democrazia, possiamo anche ascoltare il coro unanime di sostanziale (e sostanzioso) consenso dei media che ne declamano le imprese del fare fare fare riforme; fare per fare, fare per essere all’altezza del fare, fare per cambiare, fare per modernizzare, fare per governare: in realtà è solo questo ilbusillis, mantenere il potere. Potremmo anche chiederci: quanti di questi fatti da fare sono veramente nell’interesse del paese? Ciò che loro chiamano “Il bene dell’Italia” non è invece solo il loro interesse? Tra questo facenti troviamo chi persegue le proprie ambizioni e chi persiste, nonostante condanne e imputazioni, nel tener di conto solo i propri affari; altri sbavano per beccare qualcosa. Dietro cosa c’è? La grande finanza? La grande regia del progetto di un globale liberismo? Che altro se no?
I cittadini sono stanchi, sono disillusi, sono depressi e attendono una treguaracimolata alla meglio, ma non hanno forza, voglia o interesse a contrapporsi alla grande macchina che marcia trionfalmente, o forse sono saliti o stanno salendo sul carro dell’omino di burro pensando di essere diretti al paese dei balocchi allestito dalla gran madre mediatica; e le orecchie del somaro spuntano, ahimè, di già.

E mentre la gran madre mediatica tv distribuisce biada per tutti non è forse inevitabile che il popolo diventi sempre più plebe da pasturare di calcio, fiction assortite, tette ed altro di veline e o attriciotte,Festival di Sanremo, Xfactor, mastechef , isola dei famosi, c’è posta per te ed altri…circenses?

Se leggiamo i dati dello share troviamo le partite (coppe varie) sempre al primo posto seguite a ruotada Isole dei famosi e roba simile. Allora forse un tema da affrontare è proprioquesto.
Analizzare la questione dell’indifferenza del popolo verso la politicae cercare di capire se c’è una possibilità di suscitare una partecipazione utile, democratica, etica. Per questo segnalo nella mia bacheca gli interventiche trovo in rete (ma ce ne sono altri, tanti altri) di persone animate da cultura e sapienza democratica. Spero, ci provo almeno, nel contagio.

E quanto all’obiezione che gli italiani meritano la classe politica che hanno, beh la capisco e  mi preoccupa seriamente, ma sono stata (e un po’ sono ancora) una insegnante e so quanto sia fondamentale l’educazione; anzi l’Educazione.
Se le persone, i giovani, il popolo sono allevati deliberatamente all’ignoranza,se invece del gusto si induce la grossolanità,  invece della sensibilità si suggerisce l’emozione forte ed aggressiva, se invece di educare ai sentimenti si sbandierano la promiscuità e l’appagamento egoista o facile, l’imprudenza e ilrischio, la soddisfazione o il successo veloci, allora non possiamo poi immaginare un popolo impegnato a difendere i diritti, partecipe, attivo.  Avremo invece sempre più volgari circenses e sempre meno buon pane ottenuto con sano lavoro.

Ma qualcosa si deve pur fare invece di arrendersi alle facili sentenze fatalistiche o alla coltivazione del proprio orticello beato.

(PS – inutile fatica,oltretutto, seminare e coltivare orticelli personali: la Monsanto, la grande sorella omologatrice dei semi, si è impadronita di quei semi esattamente come i media si sono impadroniti dei cervelli. Ma questo è un altro grande problema)

Una risposta a “Senza educazione ed impegno avremo solo circenses, senza panem

  1. buonasera Maria Serena , ho letto e …sono molto d’accordo sulla tua analisi della attuale situazione politica e sociale .. credo che la nostra societa abbia contratto da tempo una grave malattia ed oiggi siamo in fase terminale che vuol dire aspettiamo la fine … credo che Renzi & B siano gli ultimi anestesisti per l’eutanasia di questa societa malata .. solo un bravo medico .. puo ridare vita al malato …. togliendo tumore e le metastasi oramai sparse in tutto il tessuto societario … comunque la speranza in un mondo migliore è sempre la cosa migliore in cui credere!! ti saluto e ringrazio !!

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