Archivi del mese: gennaio 2014

Tifo e ti interrompo, dunque sono

e8ccf-emoticonScelgo la brevità, più utile e leggibile anche se meno ricca in argomentazioni, per esporre una constatazione su un aspetto della comunicazione.
Possiamo, con facilità, rilevare che la modalità di partecipazione e di espressione da stadio-tifoso ha contagiato ogni campo delle opinioni e della comunicazione tanto che sembrano spariti i momenti di confronto o di ragionate analisi critiche. E chi li propone lo fa a rischio di essere subissato e azzittito. Prevalgono invece, e dominano, le frasi fortemente assertive, avversative, esclamative; quelle ipotetiche, interrogative e dubitative spariscono ogni giorno di più. La forma verbale “a me sembra che” è morta per esser sostituita da qualcosa del tipo “no! il discorso è un altro” (oppure diverso, più profondo).
Il forse è infatti sostituito da in qualche modo o ben altro.
Osserviamo ad esempio qualche modello mediatico in cui l’interruzione, l’apostrofe o addirittura qualche sgarbo  espressi apertamente o manifestati con la mimica, non possono mancare tra i partecipanti e non solo; durante i talk-show la conduttrice Alessandra Sardoni, o il conduttore Gerardo Greco (cito due dei più significativi esemplari di assertività) non passano da un ospite all’altro dicendo qualcosa di analogo a qual è la sua opinione; ma si rivolgono all’ipotetico sig/on Tizio chiedendo “allora, ha ragione Caio?” che è stato, per l’appunto, appositamente interrotto.
Questa formula induce, e non solo in chi ascolta, l’idea che lo scontro sia necessario e quindi voluto e cercato, un po’ come in un combattimento di cani o di galli.
Ovviamente l’essere in onda euforizza, lo scontro si accende, l’esempio dilaga e l’atteggiamento ostilità diventa virale e più o meno scopiazzato nel mondo reale e virtuale.
Del resto tanti, troppi italiani sembra preferiscano essere guidati da briglie e gestiti da chi pensa al posto loro e non capire, approfondire, prendersi tempo per pensare.
Si aggiunga che, per quanto riguarda i nostri politici in campo, ben poco c’è da ragionare: abbiamo di fronte personaggi che non argomentano, ma si impongono con le battute ironiche e i giudizi derisori e peggio verso gli avversari (“Chi?” di Renzi ha fatto scuola), oltre ovviamente ad esibirsi con le metafore calcistiche e dei tifosi. Peccato.

A chi l’auto e a chi l’espatrio? Quant’era bella la mia Fiat.

Peppe in 500 Croce di Casale_bUn autorevole giornalista del Corriere della Sera (che non mi ricordo come si chiama) ha spiegato stamattina alla soave annuente Isoardi (che non capisco perchè faccia continuamente palpitare le sue lunghe ciglia nere sì che par che pianga ma di piacere ecc ecc) ha spiegato, dicevo, che prima di Marchionne la Fiat stava per fallire, ora invece si espande più bella e splendente che pria. Altrove, chissà dove, chissà dove.
Peccato che io sia la solita diffidente rompina e che mi sia sentito salire il dubbio, assai poco soave, che le auto date in leasing amichevole agli editorialisti e giornalisti dei giornaloni aiutino a pensare positivo.
Peccato: mi sono guastata l’ameno quadretto. Non bianco, ma quasi fatto virente, anzi irridente.

Tenerezza

??????????Oggi ho visto un gesto di tenerezza che mi ha restituito la gioia che in tanti potremmo donare: una coppia di anziani dal dentista; lei lo aiutava a indossare il cappotto, con le mani sfiorava le spalle sistemandole; lui, reduce da un piccolo intervento, scriveva diligente il suo assegno: lei indaffarata intorno prendeva sciarpe, borse, cartelline. Nessuno dei due si parlava. Non ne avevano bisogno. Sono usciti seri seri insieme, completati reciprocamente. E lo so, il matrimonio non va di moda, ma quando è così perché non riconoscerne la saggia tenerezza e perché non a lungo, il più possibile?

Lorenzo Poggi : Le tracce dei monti

Ecco un regalo bellissimo: ho messo su fB questa foto nella quale ho ripreso le colline marchigiane che dal paese di Petritoli (Fermo) digradano verso ponente e poi s’innalzano verso i Monti Sibillini, e l’amico poeta Lorenzo Poggi ne ha tratto una delle sue poesie. L’arte di Lorenzo si potrebbe definire concreta; essa spesso, infatti, s’ispira dalla realtà. Colori, odori, luci e suoni della natura si intrecciano a stati d’animo e a vicende umane che ci rappresentano. Lorenzo Poggi è un poeta contemporaneo estremamente fertile; pubblica quotidianamente le sue opere che regala su web, ma attenzione a definirlo, riducendone la portata, poeta da web. Non lo è. Lorenzo è un ponte tra questo tempo e questa umanità e la sua possibile trasfigurazione. Grazie ad autori come lui l’amarezza e la verità possono diventare sopportabili e a volte affascinanti.
Poesia Lorenzo Poggi con foto