Se Renzi ha vinto e può far suoi oltre duemilioni di consensi (lui ha fatto un su e su, e si attribuisce tutto il bottino) non si può far altro che prendere atto del risultato; personalmente mi sento di fare solo qualche semplice deduzione con una premessa.
La premessa è che mettersi a contestare il risultato sarebbe, a mio avviso, inutile; tuttavia mi pare ovvio chiedersi se questo tipo di legge elettorale, fatta-in-casa per le primarie, non sia di maniera casereccia e se quindi il risultato non debba essere considerato, esternamente al pd, un dato su cui ragionare, ma non un dato scientifico imprescindibile per il futuro del paese, dei cittadini e pure del governo.
Detta, tuttavia, la premessa, fragile fin che si vuole ma fondata, rimangono alcune deduzioni preoccupanti.
A) Abbiamo per decenni osservato e denunciato l’effetto dei media nell’orientamento delle opinioni: però non siamo riusciti a fronteggiarlo.
B) Il programma di Renzi lo conosciamo ed è stato votato nonostante lui condisca con la parola “bellezza” tutta una serie di misure che considera indispensabili ma che aggravano, tagliando, la condizione di molti cittadini.
C) Non c’è differenza nell’ascoltare Renzi o l’imitazione che ne fa Crozza. Per questo Crozza, bravo certamente, non mi fa ridere e forse non sono la sola a immalinconirmi.
Sono argomenti, i miei, semplici e piani, forse troppo facili. Penso che semplici e piane siano anche le motivazioni di molti cittadini che sono andati o no al voto delle primarie, che andranno o no a votare alle politiche quando ci saranno.
Se non abbiamo il coraggio di pensare in modo critico e di dire parole scomode, parole petrose, se non abbiamo il coraggio di uscire dal gregge liberandoci dell’invasione delle menti che fanno il talk politici, e stavolta non faccio nomi tanto sono sempre gli stessi, allora è tutto inutile. Inutile come andare a votare “diversamente sinistra” come quando si scegliesse il migliore tra i tre tenorini.
Specifico che la mia non è una critica a chi vota, è una riflessione espressa apertamente sperando in una piazzetta virtuale non addomesticata con cui dialogare. Una piazzetta, una stradina, un vicoletto magari, in cui ci si possa passar voce senza prima esser passati dalla tv. Sarebbe già qualcosa.