Dissentire

Mariaserena

A qualcuno, non certo a me sola, accade di sentirsi dire, e con una certa sufficienza, che si è dei brontoloni a cui non va bene nulla.
In realtà non è così, e si sa a priori che la giustifica, presentata d’ufficio, non sarà accolta se non con garbo apparentemente.
Ma se è vero che il dissidente è un noioso e, per qualcuno, insopportabile guastafeste, è anche vero che quella del consenso è una dimensione del privato e del pubblico che sgomenta, appiattisce, distoglie e assoggetta.
Sappiamo infatti quanto, oggi, la comunicazione appaia, sotto qualsiasi forma o immagine o  formula verbale, una rappresentazione sovente artefatta e pilotata con abile astuzia verso il nostro cervello.
E possiamo facilmente costatare quanto i media ci circondino disposti e preparati, con sapientissime strategie,a determinare chi, come, quanto e quando dovremo essere colpiti.
Di qui il plausibile timore di essere manipolati, e dunque colpiti e affondati dal fragore mediatico, dal conformismo di una contestazione apparente, dalla gratificazione del coro, di sentirsi appartenenti e non esclusi.
Bene: in questa situazione il dissidente, a mio avviso, è un’utile risorsa proprio perché avvertecome direbbe qualche filosofo, la nota stonata della manipolazione e la segnala.
Può essere faticoso non appartenere, non conformarsi, non sentirsi circondati da un ambiente sociale conveniente in cui la si pensa nello stesso modo e può essere non meno fastidioso sopportare il dissidente.
Eppure chi provasse a togliersi gli occhiali rosa del consenso oppure le lenti monocromatiche del gruppo di similmente pensanti potrebbe ritrovarsi, perfino, esser grato a chi l’abbia avvertito che ci sono altre prospettive, altre interpretazioni, altre chiavi di lettura. Insomma che la libertà di pensiero è un’utile pratica da coltivare ancora.

3 risposte a “Dissentire

  1. Ma va?
    Io penso e provo esattamente le stesse cose tutti i giorni; sono riuscita a inimicarmi quasi tutti i colleghi perché dico sempre quello che penso che spesso dà fastidio o risulta antipatico.
    Sono sempre controcorrente. Mi chiedo come mai. Forse sono io che abituata ad essere esigente, tanto da essere feroce, con me stessa, ribalto le mie aspettative sugli altri.
    Sinceramente io credo di essere sempre disponibile alla discussione ma quello che ho da dire risulta sempre ostico alle orecchie altrui, forse perché uso metodi sbagliati di comunicazione.
    Dunque continuerò a coltivare la mia libertà di pensiero e a guardare senza occhiali rosa, ma sicuramente da un’altra parte. Essere semplicemente sinceri non paga.

    Ciao

  2. grazie Sabina, se qualcuno scambia onestà e rigore per intolleranza e intransigenza, dispiace, ma che ci si può fare di fronte allo sfacelo che ci sta soffocando?

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