Archivi del giorno: 4 giugno 2013

Vogliono rifare la costituzione: cos’è, un trapianto da organi di babbuino?

Il babbuino che di rosso ha solo il didietro

E’ , per disgrazia, quasi un luogo comune il dire che la nostra Costituzione, la prima dell’Italia Repubblicana nacque dalla Resistenza, dall’antifascismo, dalla lunga lotta di liberazione, rossa del sangue dei tanti martiri morti ammazzati.
Ora si parla di cambiarla profondamente e praticamente di riscriverla. Allo scopo il governo Letta ha scelto e nominato ben trentacinque “saggi” vagliati in altro e più alto loco: un gruppo trasversale. Roba seria.
Nascerà dunque una seconda costituzione?
In questo momento mi sembra inevitabile un confronto e una domanda per chiedersi: se la prima nacque da padri costituenti formati e sorretti dall’antifascismo, da cosa nasce l’eventuale seconda? Dalle larghe pretese di una intesa bionica tra poltrone irrinunciabili? Da padri ignoti e recalcitranti madri in affitto? Da una sorta di trapianto di organi di babbuino su un corpo che fu umano, troppo umano per gente senza più passione e che ormai considera la pancia la miglior causa per cui vivere o morire?

Grigi nel cielo stanno i nuvoloni
a minacciare pioggia e temporale,
plumbei in Italia stanno i caporali
a minacciare la Costituzione.

Apre l’ombrello il popolo al maltempo
chiude occhi, orecchi ed occhi all’evidenza
mentre Ignoranza prende il sopravvento
tendoci occupati con la panza.

Ballottaggio a Roma: due candidati deludenti, due improbabili nocchieri nella livida palude romana.

Difficile, per me, decidere di andare a votare dal momento che non potrei mai votare l’Alemanno e non considero coerente col mio pensare Ignazio Marino.
Alemanno è, per me, invotabile per ragioni politiche; l’altro mi piacerebbe che fosse coerente con idee più profondamente democratiche, socialmente addentro al nostro tessuto cittadino, meno in cerca di piacimenti e più problematico e riflessivo, meno semplificante, meno preso dalla propaganda; insomma che conoscesse a fondo la città, e non a strati e che non ripetesse luoghi comuni volando rasoterra: nonostante la bici, lo zainetto, il sorriso stampato. E’ una brava persona? Mi va benissimo che lo sia e non lo metto in dubbio: ma in tanti siamo brave persone, anche io penso di esserlo, ma non per questo potrei fare il sindaco della capitale.
Non penso nemmeno abbia senso il votare per meno peggio o per la limitazione del danno; penso invece che votare una persona che non si considera valida, solo per evitarne un’altra, sia invece limitare e avvilire la nostra libertà e il nostro voto.
Il messaggio dell’elettore diventerebbe molto meno significativo. Dunque non sono per niente contenta di questa situazione. Anche perché, sempre che le notizie date in tv siano attendibili pare che anche Marino stia rincorrendo il voto cattolico. Su questo io sento un forte disagio. Vorrei che la politica e la fede religiosa fossero ben distinte. Capisco che nessuno sia contento, ma io voglio mantenere, anche nel disincanto della scontentezza, il mio coraggio di dire no anche se non fosse condiviso  molto apprezzato.
Amo infatti pensare che senza un filo di utopia, senza un netto rifiuto di un modello sociale classista e snobistico ma prepotentemente affermato, senza un forte desiderio democratico di uguaglianza, senza la determinazione a ottenere nuove opportunità, senza un progetto grande di rinnovamento della scuola e di costruzione di alternative serie all’esclusione dal mondo del lavoro non  usciremo dalla palude; e questa palude è sempre più livida, sempre più triste.

Lo sanno bene i nostri giovani, i precari, gli esclusi da esodi o licenziamenti; lo sanno bene quelli come me, apparentemente “sicuri” di sè ma (e qui Grillo sbaglia) fortemente e visceralmente coinvolti nella folle ingiustizia che massacra la generazione dei figli.
No, non va bene, non mi interessano persone sorridenti e buoniste: qui ci vuole tanta serietà, tanta preparazione e una conoscenza umile ma concreta della realtà. I diritti sono tanti e non vanno sponsorizzati in base alle tendenze, ma in base ai bisogni concreti.
So di dire cose spiacevoli e dure, ma è molto più duro e spiacevole vedersi privare del diritto di cittadinanza di fatto, e dei diritti politici con l’imbrogliona legge elettorale.
Marino parla tanto dell’Istruzione Pubblica per Roma: a differenza di molti io non ho preclusioni di principio verso l’istruzione privata perché, casomai, per principio penso che sia un diritto per le famiglie e gli studenti sia avere l’istruzione pubblica (fondamentale e nella quale ho insegnato oltre 30 dedicandovi praticamente la mia vita professionale e non solo) sia eventualmente scegliere e pagare quella privata.
Sono però convinta che chi, come lui, non ha frequentato la scuola pubblica e le nostre pubbliche università statali non possa avere competenze adeguate in materia di Istruzione.
Pertanto non penso che Marino Ignazio, candidato sindaco, e alunno dell’Istituto San Giuseppe de Merode (Roma) e poi studente l’Università Cattolica del Sacro Cuore sia la persona più informata e addentro all’istruzione pubblica di cui parla.
Il che non significa che non possa far qualcosa di buono, ma significa che, a mio modestissimo parere di prof di pubblica, si deve informare, deve studiare e soprattutto evitare i proclami sulla pubblica.
E potrei aggiungere anche : cara sinistra (ex) uno davvero laico no, vero?