Archivi del mese: Maggio 2013

Caro Grillo, 2: tu non hai fretta, noi sì

Rifondiamolo pure, ma con un progetto. (MsPeterlin)

Caro Grillo, tu scrivi che non hai fretta, tu sei il tempo.
Quelli come me invece hanno aspettato abbastanza, non hanno molto tempo e soprattutto non si sentono in sintonia con questo tempo.
Quelli come me non sperano, né hanno sperato, che che l’Italia cambi con il pdl o il pdmenoL ed hanno smesso di votarli da tempo e spesso cercano alternative.
Una di queste, caro Grillo, per alcuni di noi sei stato anche tu.
Quelli come me, e ora parlo a titolo personale, pensano che lo snobismo di giudicare sia chi vota diverso sia vota conforme sia comunque antidemocratico.
Non si è ottenuta la democrazia per selezionare gli affini su basi elitarie o intellettuali,  ma per confrontarsi.
Per cui, si vincano o perdano le tornate elettorali (per quel che può valere l’espressione vincere in questo caso di elezioni amministrative) pensiamo che comunque vengano prima i cittadini e i loro diritti e solo dopo, casomai, l’apprezzamento verso chi si è fatto eleggere.

Quelli come noi sanno bene che le promesse sono tante e belle, ma sono i fatti a parlare.
E fin qui quello che ho scritto potrebbe voler essere pure inteso, da m5s ossia da te e Casaleggio, come acqua che scorre dal rubinetto.

Invece quello che non è acqua è, probabilmente, quello che scrivi tu quando, nel post di oggi dici: “L’obiettivo del M5S è di cambiare il Sistema, le regole del gioco, di introdurre nella Costituzione strumenti di democrazia diretta, oggi totalmente assenti o disattesi. “
Allora qui la questione diventa seria. Se per cambiare il Sistema vogliamo intendere eliminare sprechi e privilegi, cambiare questa politica di destra (con o senza la elle) che, solo per far qualche esempio, se ne sbatte del lavoro e dei lavoratori, che ci vuol portare a lavorare a 1 dollaro l’ora, che elargisce emolumenti da satrapi ad assessori e basso politicame vario, deprime l’istruzione pubblica, svende i beni dello stato (roba nostra), trasforma farmaci e salute in business per multinazionali…  allora ci siamo anche noi e la battaglia è la nostra, ma ci vogliono ricerche serie, progetti di fattibilità e progetti esecutivi.
Se invece cambiare il Sistema significa appollaiarsi su posizioni di principio allora anche eventualmente “introdurre nella Costituzione strumenti di democrazia diretta, oggi totalmente disattesi” non avrebbe significato e, se permetti, è pure contraddittorio.
E’ chiaro infatti che se alcuni strumenti nuovi devono essere introdotti non è pensabile che essi potessero funzionare prima di esistere.
Invece, caro Beppe Grillo and Friends, la Costituzione era cosa molto buona (non a caso la destra vuole cambiarla) e aveva funzionato già alla grande.

Noi eravamo, infatti, riusciti ad ottenere, tramite la nostra Costituzione, diritto al lavoro, allo studio, alla salute e così via; li avevamo ottenuti e potevamo proseguire su quella strada eliminando, tuttavia, la corruzione.
A cosa servirebbero, invece, strumenti di democrazia diretta se i nostri giovani non lavorano, i nostri adulti vengono sbattuti fuori, i nostri anziani invitati a morire alla svelta? Non vogliamo umilianti redditi di cittadinanza, non vogliamo elemosine, vogliamo l’applicazione dei diritti costituzionali dove è già tutto scritto, ricordi? Magari ricordiamolo anche a Casalegno.

“Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

 Non è una novità che l’obbiettivo serio di una forza politica, movimento o partito che sia, è il progetto fondato su idee chiaramente dichiarate, e non può essere solo un obbiettivo di cambiamento della serie “fatti più in là e lascia fare a me” perché allora la domanda sarebbe banale, e te la fanno in molti: “fare cosa”?
Ottimo ridurre le spese e rendicontarle, grazie per farlo; ma per far questo basterebbe far funzionare gli organismi di controllo: e nel frattempo noi?
Noi cosa dobbiamo ancora aspettare e perché?
Il problema è, anche se so che le parole potrebbero non piacere, squisitamente etico e politico. Se chi occupa il potere nella cosa pubblica lo fa per ambizione e non per servire lo stato e i cittadini, allora potremmo cambiare dieci costituzioni e cento sistemi elettorali ma il nostro mondo, la nostra Italia, continuerà ad essere diviso in sempre più ricchi e volgari e sempre più poveri e disperati. Con o senza tv.

Ecco perché non solo noi abbiamo capito e ti capiamo, ma noi abbiamo una certa urgenza ormai, e al contrario di te, abbiamo anche fretta.
Nel frattempo ci piacerebbe tanto tenere Alemanno lontano dal Campidoglio. E lasciare libertà, come sempre, di coscienza a tutti. Anche a chi probabilmente si asterrà annullando la scheda. Io probabilmente lo faccio.

Cordialmente

Caro Grillo, ti capisco anche io

Pensaci bene, Grillo, e parliamone

(Rispondo al “Vi capisco”, anche se io non li ho votati.)
Caro Grillo, scrivi “vi capisco” e distingui tra due Italie: ti capisco anche io, però penso che ci sia un errore di fondo nel tuo  schema, e non è un piccolo errore.
Esistono, è vero, due Italie, ma non è corretto distinguerle per censo, condizioni sociali, stipendi e pensioni eccetera come fai tu.
Distinguile invece tra cittadini responsabili e cittadini ignoranti (a volte colpevolmente ignoranti a volte no), tra persone che si mettono la vita sulle spalle e persone che vivono nella riserva dei privilegi piccoli o grandi; distinguile anche tra persone col cervello asfaltato dai media e che non si scostano dal dettato telegiornalistico e persone che si interrogano, che mettono in discussione, che criticano.
Distinguile tra chi cerca le soluzioni e chi vive di copia-incolla.
Distinguile tra chi ti ascolta e riflette e tra chi gode di “viva e muoia”.
Distinguile; e cominciamo a parlare di progetti fondati sulla riflessione politica sulla realtà sociale e non sugli slogan.
Nel frattempo grazie: forse, grazie a m5s, rubano un po’ meno, o almeno cercano di rubare con discrezione.

Noi non siamo di A o di B. Siamo li mejo; siamo quelli che questi nostri figli precari, vessati, sfruttati e arrabbiati, ad esempio, li abbiamo fatti perché crescano donne e uomini liberi e protagonisti e non appesi al filo del profitto altrui.
A bientôt.
Anzi: hasta la victoria siempre.
Pensaci, Grillo.

ASTENSIONISMO? almeno fosse consapevole

Astensionismo a Roma?
Forse non troppo, ma non è solo questo il punto.
Se l’astensionismo fosse di destra o di sinistra, se fosse possibile classificarlo, allora potremmo almeno dire che ci sono elettori che distinguono tra destra e sinistra, che conoscono due righe di storia recente, che si sono accorti che possono esistere idee diverse e divergenti su punti fondamentali, Potremmo avere un po’ di fiducia perché gli attuali astenuti sarebbero in grado riconoscere quando le proposte sbandierate (cambiare la Costituzione, fare riforme, valorizzare il “merito” ad es.) fossero almeno (almeno!) coerenti coi loro interessi e bisogni di base.
Potremmo sperare che, anche se non si tracciano grandi idee e progetti di vasto respiro, almeno una persona, un nostro concittadino italiano, sappia capire che il lavoro è ancora un diritto e non un premio, che la salute è un diritto e non una fortuna, che l’uguaglianza sociale è un altro diritto e non un appiattimento al basso.
Ma invece la desolazione vera è che troppo ottundimento è stato sparso a piene mani e ad incatramare i cervelli.
Non so come altro dirlo.
E lo dico con affetto anche verso i cervelli incatramati che continuano ad idolatrare la cabina armadio o la lettiera del gatto e non si accorgono di essere stati depotenziati e sterilizzati. Con tutto il rispetto a chi ama davvero gli animali e i vestiti carini.
Spero comunque, e ci sono sempre. Anche se di umore variabile.

La lettera di don Andrea Gallo ai giovani

Tratto dal libro di Don Gallo “Se non ora adesso”, la “Lettera ai giovani.

Comprendo profondamente quello che i giovani vivono, e sono costernato, addolorato per l’assenza di futuro cui sembrano condannati.
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