Archivi del mese: gennaio 2013

Nell’ultima ora dell’elettore sarà Scheda Bianca?

I sondaggi? saranno attendibili, ma poi ci sono anche le nostre percezioni…

(voto, non voto…)
 La scena è fosca
la stampa è muta
e la politica
a sua insaputa
mangia e sgavazza
in allegria
che ti succede
Italia mia?
All’orizzonte
si scruta invano
se c’è un votabile
o un italiano
che rappresenti
democrazia.
Che ti succede
Italia mia?
Berlusca torna
e Monti sale
pure la Lega
sta non c’è male
il Grillo strilla
promette guai
e in Lombardia?
non si sa mai.
Ma Ingroia s’infuria
Bersani manca…
e l’urna rischia
la scheda bianca

ITALIA MIA : dialogo tra Italici e Italia

Italico medio:
“Italia mia che vedi debuttare
in politica pure i settantenni
e quei che n’hanno ottanta, a non sbagliare,
stanno arroccati sui più alti scranni,
ti guardi intorno, Italia depredata,
e vedi sanguisughe affezionate
cantarti l’Inno e pronti ad intascare
i lauti contributi elettorali.
Italia Italia, uniti nella lotta,
eravamo già tanto tempo fa,
e, adesso siamo in piena bancarotta,
ce manca er fiato pure per strillà.”
 Italia:
“Gratis e pe’ amore non verrà nessuno
a fa’ girà la ruota del destino;
c’è chi ruggisce e c’è chi conta carte
c’è chi zompa e pure chi promette
de favve tutti allegri e cojonati
Fiji d’Italia che ve devo dire?
Se manca er fiato dateve ‘na mossa
staccate la tv e… alla riscossa!”
Italico medio
“E pe’ quelli che scrivono giornali
pubbliche punizzioni corporali?”
Italia
“Ma no, solo ‘na cosa leggerina
campà con ‘na penzione da nonnina.”

Giorno della memoria: affinché perfino i simboli ci parlino ancora

Personalmente non riesco a trovare in me parole; associo il giorno della memoria all’inverno della pietà umana: l’immagine e il freddo  dell’inverno mi fanno pensare con terrore alle madri deportate coi bimbi ancora attaccati al seno, o ancora nella pancia, non nati. So che il dolore non fa distinzioni, ma una madre che subisce la violenza che colpisce i suoi nati mi sembra ci parli dentro, e che non si possa ignorare il suo urlo.
E ogni volta mi viene in mente l’inizio del libro di Levi, Se questo è un uomo, dove racconta la partenza del lungo viaggio in treno; quel fumo mi fa pensare subito al viaggio verso il camino della morte, i neonati schiacciati tra le altre creature, e quella bambina piccola, per la quale l’umanità del macchinista spilla dalla locomotiva un po’ d’acqua calda perché possa, dopo tante ore di viaggio, essere lavata; forse l’ultimo atto di tenerezza, dal mondo, per lei.
I simboli sono importanti.
No, non riesco a trovare nulla di abbastanza giusto da dire per quello che è successo mentre non solo la ragione dormiva, ma soprattutto il cuore dell’uomo.
Ne scrivo però dire e per chiedere che i giovani sappiano, conoscano, siano educati a vivere da uomini e donne, non da belve, e perché la storia continui a dire la verità.

Perdibili le amazzoni al pubblico servizio

Perdibili: ma oramai non le ho perse, ed ho viste due amazzoni volteggiare impettite al maneggio mediatico di Servizio Pubblico, inneggianti al Cav direttore del Circo  delle libertà (l’attempatissimo ritinto a cui non si deve chiedere mai “perché sei tornato?”) e nel contempo esibenti pessime figure da mediocre scuola sul codice civile, penale e morale. Essì perché le sullodate, nel mentre caracollavano, hanno tentano di impartire lezioni di diritto, di costituzione ed etica al mondo e dintorni, ma sì proprio loro! ed hanno invocato “galanterie” dall’interlocutore.
Lo sventurato alzava gli occhi al cielo, ma ha sorriso.
Ah quanto fair play sprecato.
Ce lo potevamo aspettare, Santoro infatti è uomo d’onore e il suo parterre questa volta non ha avuto nemmeno bisogno delle solite provocazioni.
Del resto il Cav direttore del Circo  delle libertà aveva già dimostrato che quando si impegna nel torneo lui attira l’attenzione e non manca, ad apprezzarlo, qualche esponente residuo di un ammuffito maschilismo grossolano e zotico, volgare quanto basta ad esser definito di infimo grado nella scala Richter del pecoreccio.
Ma Santoro è uomo d’onore. Ed ha lasciato benevolmente scorrere una (im)provvida discussione evidenziante che ci sono anche donne, ancorché dotate di zigomo sopraelevato ed arrembante divisa educandale, pronte a non solo a sostenere il direttore del circo, ma a promuoverlo e sponsorizzarlo mettendo in vetrina tutta la mercanzia tipica dei cervelli che riescono a memorizzare senza capire.
Già, Antonio Ingroia ha finalmente sorriso anche se forse questa volta una faccia rabbuiata sarebbe stata adeguata. Ma forse, troppo ottimisticamente? ha immaginato che le cantonate insolenti delle due dame a cavallo fossero chiare anche per i telespettatori.
E Santoro, uomo d’onore, s’è astenuto dal sottolinearle.
Se serviva una dimostrazione che il Cav è solo il direttore del circo delle amazzoni e dei vecchi cavalli e non il più temibile tra gli avversari politici di ciò che rimane della sinistra, le due l’hanno probabilmente fornita.
Ma se invece l’elettore non lo comprende allora, e senza nemmeno tanta sorpresa, il cavallo da circo darà di nuovo scacco; magari in senato.