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Maria Serena Peterlin
Ascolto, osservo e leggo. Mi interesso di letteratura. Mi occupo di formazione, scuola ed educazione. In questo blog parlo soprattutto di problematiche giovanili e di interessi culturali e questioni di attualità. Pubblico qui i miei scritti, racconti, ricordi, foto e disegni e le mie libere parole-
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la vita al tempo del coronavirus
Archivi del mese: agosto 2012
Unomattina e il verbo montiano secondo bocconi e ab_bocconi e via con lo slogan su vecchi e giovani
Fa dunque bene ilpremiermonti a snocciolare la sua giaculatoria a Rimini.
Tuttavia si sta riuscendo, con la complicità di accademici, sociologi, economisti ecc a far passare per credibili dei semplicistici slogan cancellando, nel contempo, la nostra storia sociale.
Potremmo anche ricordare che i diritti sono sempre stati una conquista e mai una concessione o anche semplicemente documentare l’orda, (evidentemente anaffettiva e gaudente?) di nonni, a volte un po’ barcollanti, che impestano le strade di paesi e città con nipoti di tutte le età da accompagnare a scuola o al parco, per cui far la spesa e cucinare, da vestire-lavare-intrattenere, a cui comprare scarpe e videogiochi.
Pubblicato in notecellulari
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Emilia del terremoto – Campo Chiesa Nord 15 –
Campo Chiesa NORD 15. La terra trema, noi no. A Rovereto sul Secchia
mzelocch@gmail.com
Perchè questo portale
LEGGETE QUESTO PORTALE ne copio-incollo qualche riga.
.Tra il sentir dire, il vedere in tv, e il vivere direttamente, c’è naturalmente un abisso, ma uno degli scopi di questo portale, è anche tentare di dare una narrativa scritta, più dettagliata di una fredda notizia giornalistica.
Così come è accaduto che persone, e, aimè, istituzioni e organizzazioni che, in tempo di pace, credevamo vicine a noi non abbiano nemmeno voluto vedere, nè capire, è anche accaduto che persone che non conoscevamo, si sono presentate qui, viaggiando anche per centinaia di chilometri, per portarci aiuti ed un conforto morale, offrendo contatti stabili. Addirittura, due gruppi di “ultras”! Ecco perchè la parola “ricostruire” non rende l’idea. E’ talmente radicale la presa di coscienza e l’atto di verità sul contesto che ci circonda, che poco o nulla si manterrà uguale, nel vissuto delle persone. Dunque è più corretta la parola “superare, riprendersi, reagire”.
(leggete tutto sul link) http://campochiesanord15.wordpress.com/
Pubblicato in EMILIA, TERREMOTO
Contrassegnato da tag ricostruzione, terremoto emilia romagna
No doping?
Quando a scuola mi dichiaravo, parlando e discutendo con ragazzi e i colleghi, contro tutte le droghe, canne comprese, i ragazzi mi guardavano assorti o impazienti, ma i/le prof evoluti e culturalmente avanzati mi guardavano come si guarda un vecchio servizio incrinato della nonna; con affettuosa compassione. “La canna non è droga” mi dicevano; ah sì? meglio così, sarà una sostanza che rilassa, però nemmeno è una tazza di caffè d’orzo visto che non ne possono fare a meno e le cercano avidamente.
Non entro nel merito, se però una sostanza ci modifica, anche parzialmente, vorrei essere sicura che è necessario assumerla. Altrimenti, pure se fosse citrosodina, betotal o aspirina, meglio non prenderla.
Allora questo “epo” è, chiediamocelo, una sostanza o un accidente? È una causa o un effetto? È una medicina o un abuso di medicina? E soprattutto: se è giustissimo che un atleta non si deve dopare (e io penso che non debba) perché le prove antidoping, etiliche, e test di coerenza logica delle capacità decisionali non sono obbligatori anche per chi si candida a cariche del parlamento, della magistratura, delle aziende, della finanza e pure alla carica dei centomila dei concorsi pubblici?
Troppo proibizionismo?
Certo che è proibizionismo.
Ma penso che sia un diritto avere un’opinione scomoda, e credo che dovremmo cominciare a mettere in seria discussione, e non solo a farne dei talk-show sponsorizzatissimi, l’invasione della pubblicità, l’esaltazione delle immagini da superman iper palestrato, e le subdole pratiche del condizionamento al consumo.
Altrimenti è consigliabile che non si sia così sadici di pascerci di lacrime post-factum specie se distillate da teneri occhi verdi, belli e con l’anima, che cercano ancora una verità.
Ecco perché, allora, io continuo ad essere anche contro l’acool (che i ragazzi assumono di mattina, venendo a scuola, come birra, liquori e vino: si tratta di merce in libera vendita o che trovano facilmente in casa); e sono contro le canne, e sono fortemente contro perfino al condizionamento delle immagini spesso volgari e all’overdose di videogiochi per i bambini e i ragazzini; considero inoltre dannosissima e vieterei l’alimentazione basata su zuccheri, bevande e salse zuccherate tanto quanto quelle zero calorie (che fanno malissimo) e contesto le pratiche sportiva da fanatici istillata da genitori narcisisti che le impongono ai figli allevati come campioncini o piccole winx.
Perché perdo tempo a proclamare questo autodafé sicuramente impopolare?
Perché, almeno, mi tengo abbarbicata ad un moralismo coerente e biologicamente sano.
Invece il buonismo “ad personam” mi scoccia un filino.
E voglio anche precisare: “essere contro” le cose suddette significa contestare e contrapporsi decisamente verso chi ne asseconda l’uso e le pratiche, non significa affatto essere contro le persone che ne usano. Tanto meno contro i ragazzi, che sono consumatori indotti e si accorgono troppo tardi degli effetti a cui vanno incontro.
E , tornando una attimo al caso Schwazer l’allenatore Didoni si sente proprio “a posto” ? boh!
Doping, escluso Schwazer, l’allenatore Didoni: “Mi ha preso in giro”
Pubblicato in notecellulari
Contrassegnato da tag alcolismo giovanile, alcool, allenamento, canne, Didoni, doping, droga, olimpiadi, Schwazer
BASTA! ARRABBIAMOCI
Ormai lo sappiamo: chi ha un problema qualsiasi si trova, a meno non sia un privilegiato, drammaticamente solo.
Si tratti della salute, del lavoro, di problemi sociali, di anziani, disabili o bambini da accudire, si tratti di disagio, di indigenza, di fame siamo soli.
E allora chiediamoci perché.
Chiediamoci perché c’è ancora gente che dice “non ci voglio pensare, ora sono in vacanza”. Il motivo è semplice: per ora ha vinto un grande sistema comunicativo-mediatico che ha insegnato a non pensare, a non essere solidali, a vivere solo per se stessi senza riflettere e capire che non funziona così. E allora è anche necessario aprire gli occhi e dire basta.
Basta con una “classe politica” che svolazza per l’Europa con lo scopo principale di mantenere in vita se stessa; basta con queste stupidaggini sull’anti-germania, che non ce ne può frega’ di meno.
Basta! Perché invece siamo in tanti a considerarci amici del mondo e non delle nazioni, dei popoli e non dei poteri. Finchè dobbiamo sopportare un governo del tecnico cavolo, almeno pensassero a ricostruire. Ricostruire è generare lavoro, e generare lavoro significa benessere.
Basta! Perchè in tanti noi non vogliamo ricchezza e finanza, vogliamo pace, lavoro e giustizia.
L’Emilia dei cittadini che stanno scavando tra le macerie delle loro case è un esempio drammatico di quanto interessino allo “stato” il cittadino, i cittadini che paga per mantenere l’apparato inutile e fastoso. Non gliene importa nulla.
E allora basta anche con tutte queste corporazioni di fatto: insegnanti, medici, infermieri, operatori della comunicazione, giornalisti, artisti, artigiani, professionisti, architetti, idraulici, imprenditori edili, commercianti e via dicendo che si covano il loro cantuccio sperando che passi la bufera mentre ognuno protegge la sua categoria di pochi intimi.
Ecco, infatti, qual è il solito vecchio problema irrisolto dell’ex classe media: non solidarizzare, considerarsi esenti, reputarsi immuni, immaginare piccoli escamotage o grandi compromessi come vie di uscita.
E non si è ancora capito che ormai la “classe media” non esiste più e non siamo nemmeno proletariato visto che non abbiamo più la forza morale e umana della disperazione che però è comunque fede nella vita.
Non è forse vero che abbiamo perso quel nobile e umano istinto di sopravvivenza che porta a generare figli anche sotto le bombe?
Basta dunque. Liberiamoci da questa prigione mentale. Arrabbiamoci!
Pubblicato in bambini, cambiamento, insegnanti, mariaserena peterlin, notecellulari, vita
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