La ferrigna Fornero ben presto s’asciugò la lacrima d’esordio e iniziò a predicare massime moralistiche perfettamente allineate con il pensiero di “voi siete voi e io so’ io”; da lei abbiamo infatti appreso nuovi significati che hanno rivitalizzato i vecchi significanti.
Ad esempio licenziamento per motivi economici significa che chi ti licenzia si salva, e modificare senza stravolgere equivale a zitti e mosca; non solo, ma dire sono dispiaciuta è la stessa cosa che dire ma come ti permetti? Da Elsa abbiamo anche appreso che la politica è un intrattenimento televisivo e i politici sono incapaci, imbelli e ignoranti visto che, sostiene Fornero, “siamo stati chiamati noi tecnici perchè i politici non erano riusciti“.
Grazie, perciò Fornero che ci ammaestri e risolvi i nodi quotidiani.
Il tuo lessico è un’irta foresta di contorti labirinti chic-strafottenti citabili a caso:
scelte dure, ma eque
modifiche sì, stravolgimenti no
concordia ricercata, senza esasperazione
riforma seria, senza cedimenti
sull’articolo 18 non si cede.
Tra i lemmi ricorrenti “cedere” e “cedimenti”.
Eppure un cedimento l’ha avuto Fornero Elsa, provvisoriamente ministro. Quella paccata, non proprio elegante l’ha reso umana, quasi plebea dimostrando che anche il sussiego è volgare, nonostante tutto.
Paccata, ma lei lo sa perché a scuola era la prima della classe, vien da paccare (*), ossia “tastare palpare con particolare riferimento ai glutei“. Apperò Elsa.
“Vogliono soldi? Dategli una paccata di brioche”. E la storia insegna.
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(*) cfr: Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, vol XII. Ed Utet