Archivi del giorno: 21 febbraio 2012

Scrivere? A scuola no.

Mi sono spesso chiesta perché le ragazze e i ragazzi che odiano fare il tema, non perdono occasione per scrivere le loro parole altrove: non solo nel diario o con gli sms, ma spesso nei loro blog e nei social network. E non solo: scrivono poesie, coniamo slogan, lanciano nella lingua viva e vissuta modi di dire che diventano di uso comune, titoli di film o di romanzi. Insomma loro dicono, parlando e scrivendo, ciò che sono, sentono, provano, sognano; esprimono i loro sentimenti, le rabbie, le ansie, i desideri. Lo fanno con le loro parole, le scrivono, ma non nel tema. Non è facile dar loro torto.
Il tema è imposto da un o una insegnante che ha già in testa tutto: quello che vuole sentirsi dire,  il modo in cui deve esser detto, il tono con cui pretende sia espresso. Un ragazzo è polemico e diretto?
Errore! Deve essere moderato ed equilibrato.
Una ragazza è esplicita e sincera?
Errore! Deve esprimersi con  moderazione ed equilibrio.
Ragazzi e ragazze pretendono di dire quello che pensano davvero?
Doppio errore: devono esprimersi in modo equilibrato e corretto, essere in sintonia con quello che c’è nel cervello all’insegnante ed omologarsi.
E siccome non possono quasi mai farlo, allora odiano il tema. E continueranno per tutta la vita a sentirsi a disagio se devono scrivere qualcosa che esca dalla loro cerchia fidata. Come dargli torto? Forse la nemesi li potrebbe liberare? E se diventassero insegnanti? Meglio non pensare alle conseguenze.

Riflettere l’immagine, con ironia

Diversi, ma simili; simili, ma non per ciò che appare

Riflettere significa anche guardare l’altro come un riflesso della nostra comune immagine umana.
Ecco cosa penso. Riscoprire l’ironia, anche verso se stessi.
Smettere di incanaglire gli ambienti.
Pensare che comunicare non è aggredire
Convincersi che le nostre ragioni non sono quelle degli altri
Rispettare quello che non accettiamo
Accettare quello che non capiamo
Capire che non è detto che si capisca tutto
Mettere in discussione la propria intelligenza
Imparare dai piccoli.
Per oggi, carnevale, potremmo essere maschere, ma poi meglio togliere la maschera, specialmente quella
della vanità.