
un completino, GRIGIO
Quando si sceglie un vestito o un colore per arredare, e comunque ogni volta che la nostra anima bambina o artistica è indecisa su come orientarsi nella scelta di un colore, non manca il consiglio dell’esperto di turno che suggerisce: “Il grigio! quello va su tutto.”
Ed è proprio così.
Anzi non è così affatto.
Perché il grigio prova ad andare su tutto, ma in realtà tutto si spegne quando s’accosta a quell’insipido colore buono solo, in passato, a colorare le tempie dei signori interessanti e che non si avventuravano negli esperimenti tintometrici per apparir più giovani.
Il grigio spegne, dunque, ammoscia, affloscia. Però fa fino.
Ed è forse per questo che mi vien da associarlo, in politica, a quegli immarcescibili protagonisti delle seconde file, quelli che non si espongono mai in prima battuta, ma tuonano, per l’appunto, in seconda.
Quelli che non superano mai il 3.4% di consensi alle elezioni, ma pretendono di far l’ago della bilancia.
Quelli che con una lista di sfigati e di mosca cocchiera fanno ballare l’orso delle maggioranze sul filo della crisi di governo, qualunque esso sia.
Quelli che io ho le mani pulite, ma il …. sporco.
Quelli che il sussiego è il mio mestiere, e anche se non ho niente da dire scuotono la testa compunti
Quelli che, e questo mi fa proprio indignare, le monetine le lancio, poi passo con la scopa e le raccatto.
E quando tutti quelli che di cui sopra finiscono, per una volta, nell’occhio ciclonico-ciclopico della burrasca giudiziario-mediatica allora io non posso solidarizzare, ma me la cavo con un sussulto onomomatopeico apperò appererooooo! Sono quelli che per questa volta ballano, trullallero trullallà.