Archivi del mese: novembre 2011

Ciao mondo!!

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Qui sotto un primo video sul come utiizzare il pannello di controllo, il vero cuore di questa piattaforma.

   

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Ricordiamo inoltre che, nel pannello di controllo di del vostro blog c’è una sezione video tutorial da poter interpellare quando volete, contenente tutte le guide d’utilizzo di questo sistema ed altre succulente novità!

Papà, mi leggi? Leggere ai bambini – di Mariaserena Peterlin

Papà, mi leggi? 

Serena_terza_elementare

 
E lui prendeva il libro dallo scaffale, accendeva la lampada e la posizionava in modo che la luce battesse sulle pagine e non sui miei occhi, si sedeva accanto a me e leggeva.
Di solito accadeva la sera.
Anche mamma mi leggeva.
Entrambi amavano la lettura e il rito del libro illustrato, adatto ai bambini, regalato a Natale o acquistato per qualche occasione, ma sempre letto con cura. Letto, riletto, imparato a memoria qualche volta.
Soffrivo di mal di testa anche da bambina e i medici, trovandomi sana, ne davano la colpa allo sforzo per leggere. Così erano frequenti le visite dall’oculista che mi prescriveva le gocce di atropina da mettere prima della visita e che lasciavano la pupilla dilatata anche per un paio di giorni.
In quelle occasioni i miei mi leggevano anche quando ero abbastanza grande da leggere da sola.
La tenerezza di quei gesti mi è rimasta nel cuore, è un tesoro inestimabile che porto con me e che riaffiora forse troppo di rado.
Dedicare il tempo ai bambini significa anche lasciare tracce e solchi fondamentali. E mai ho usato con più consapevolezza queste parole.
Tracce e solchi fondamentali.
Tracce impresse per sempre con le parole, le immagini suscitate, le suggestioni che la voce di mamma e papà che “mi” leggevano e suscitavano mente loro intenzionalmente  interpretavano il testo per me e gli davano vita e colore.
Solchi fondamentali: solchi per seminare, per impiantare nuova vita; solchi come fondamenta per le costruzioni del futuro, di visioni, di sentimenti, di modi di sentire.
Quei libri erano belli, emozionanti, divertenti.
Non me li sono dimenticati.
Ho letto anche io per le mie figlie, per i miei nipotini.
Forse non se ne dimenticheranno nemmeno loro.
E forse per questo ho messo nelle tasche del mio papà che se ne andava per non più tornare una lettera.
Parole avute, parole restituite per sempre.
Leggiamo le parole ai bambini.
Bambini, genitori di bambini, ascoltate chi ha vissuto prima di noi, leggete insieme i doni della narrativa, dei grandi narratori.
Ascoltateli dalla voce dei vostri cari.
Viveteli insieme, dureranno per sempre superando le miserie nostre e altrui; andranno ben oltre la precarietà del nostro presente.
 E potrete fare a meno dei videogiochi che vi tolgono affetto e vi danno in cambio solo emozioni virtuali e dopate.

Democrazia – di Mariaserena Peterlin

I have a dream.

Quello di vedere i politici arrivare in autobus.

Non mi dite che va bene anche in bici.

Devono prendere il mezzo pubblico.

Proprio un autobus, una metro, un tram.

Voglio vederli belli mischiati alla gente bella come noi.

Poi se ne parla, poi si vede, poi si ragiona.

I soliti grigi, le solite seconde file

un completino, GRIGIO

Quando si sceglie un vestito o un colore per arredare, e comunque ogni volta che la nostra anima bambina o artistica è indecisa su come orientarsi nella scelta di un colore, non manca il consiglio dell’esperto di turno che suggerisce: “Il grigio! quello va su tutto.”

Ed è proprio così.

Anzi non è così affatto.

Perché il grigio prova ad andare su tutto, ma in realtà tutto si spegne quando s’accosta a quell’insipido colore buono solo, in passato, a colorare le tempie dei signori interessanti e che non si avventuravano negli esperimenti tintometrici per apparir più giovani.

Il grigio spegne, dunque, ammoscia, affloscia. Però fa fino.

Ed è forse per questo che mi vien da associarlo, in politica, a quegli immarcescibili protagonisti delle seconde file, quelli che non si espongono mai in prima battuta, ma tuonano, per l’appunto, in seconda.

Quelli che non superano mai il 3.4% di consensi alle elezioni, ma pretendono di far l’ago della bilancia.

Quelli che con una lista di sfigati e di mosca cocchiera fanno ballare l’orso delle maggioranze sul filo della crisi di governo, qualunque esso sia.

Quelli che io ho le mani pulite, ma il …. sporco.

Quelli che il sussiego è il mio mestiere, e anche se non ho niente da dire scuotono la testa compunti

Quelli che, e questo mi fa proprio indignare, le monetine le lancio, poi passo con la scopa e le raccatto.

E quando tutti quelli che di cui sopra finiscono, per una volta, nell’occhio ciclonico-ciclopico della burrasca giudiziario-mediatica allora io non posso solidarizzare, ma me la cavo con un sussulto onomomatopeico apperò appererooooo! Sono quelli che per questa volta ballano, trullallero trullallà.