Archivi del mese: ottobre 2010

Ambizione, manipolazioni e travestimenti : attualità della favola della Rana e il Bue – di Mariaserena Peterlin

In tempi diversi o forse in diverse culture il condividere qualcosa di scritto, o anche solo detto, avrebbe un sigillo di verità garantito anche e soprattutto, dall’onore di chi pronuncia, scrive, detta o pubblica. Essere smentiti dalle evidenze e dai fatti o tentare di ingannare è, ed è sempre stato,  innanzitutto qualcosa che toglie per sempre credibilità.

In realtà e culture diverse da quella in cui siamo immersi  non sarebbero, come attualmente sono, così normali l’abitudine al piacimento esteriore o la disinvolta pratica dell’uso delle persone e della strumentalizzazione delle idee e, peggio, dei sentimenti.
In realtà il fenomeno non sarebbe tanto preoccupante o indegno in sé se non fosse evidente che l’ambizione personale è direttamente proporzionale all’effetto che si vuole ottenere. Si coniano slogan e proclami, si stilano programmi, si lanciano notizie-effetto non per diffondere idee e metterle a confronto, bensì per colpire, coinvolgere, fare vuoto clamore, ottenere visibilità e possibilmente un qualche potere o almeno una compartecipazione di potere.
Se poi quello che si afferma pubblicamente con enfasi (in varia quantità) è solo un involucro, se quello che si confida amichevolmente (con varia intensità) è solo strategia, pochi ormai se ne stupiscono o se ne indignano; forse perché la favola del bue e la rana è ancora sufficientemente nota.

Diritti e impegno: sospesi in attesa della luce dell'idea che riscatta – di Mariaserena Peterlin

Il mio non essere pessimista e non volerlo diventare, non mi esentano dal riconoscere che la società dell’apparenza ha fagocitato tutto: anche le anime e i sentimenti divenuti in molti casi solo parvenze, o immagini da addobbare e pronte all’uso.
Dal minimo al massimo si tende alla scalata, alla cordata o alla scalata in cordata.
A quale utilità comune può portare tutto ciò? Io credo a nessuna.
Dalla coltellata di condominio, alla propensione alla “alleanza contro” e su su fino alle grandi convergenze di grandi poteri, tutto segnala ed avverte il tentativo di sopprimere il pensiero condiviso, lo scambio di idee, l’onestà del confronto intellettuale.
Appare come un segno evidente di decadenza il fatto che troppo pochi tra gli operatori intellettuali o dell’informazione, gli insegnanti o chi per loro, sentano su di sé il dovere dell'impegno sociale che qualifica e distingue il loro ruolo.
Un ruolo che educa a usare la bussola dell’orientamento e del giudizio critico.
Adesso, in tempo di crisi economica e perdita di diritti da decenni acquisiti, gira anche una, a mio parere, squallida favola che si intitola “Il popolo si ribella solo se ha fame”.
Non è vero. La fame non crea pensiero, ma indebolisce e rende egoisti.
La fame ha tenuto e tiene in soggezione i popoli per millenni.

Solo l’idea riscatta l’uomo.
Viceversa al grido “si salvi chi può” si salveranno solo i muscolosi e forti per capacità, tradizione o violenza.
E’ questo che vogliamo? 

Rosa rossa – di Mariaserena Peterlin

leggi anche NOTECELLULARI OTTOVOLANTI – il blog della Rosa Rossa
grazie!

L'Adriatico in inverno – di Mariaserena Peterlin

Scrivi lentamente le tue parole 
mentre le onde scivolano chiare
e il mare sembra un bambino
addormentato da un canto lungo 
e da un lungo dondolare.
In pieno sole l'aria è lucida
e i sensi trasparenti.