Archivi del mese: dicembre 2009

Storia di Capodanno (non raccontata a Natale, per rispetto del Protagonista) di una singolare lettera al Bambino Gesù

Stava nascendo, al buio. Talmente scuro e pesto che non riusciva ancora a distinguer bene il dentro, da cui proveniva, dal fuori.
Il calore: sì quello lo sentiva.
Lungo e in pace, sul seno della Madre. Come tutti i piccoli.
Si chiese se fosse proprio necessario nascere così: più povero dei poveri e privo a tutto; anche a un lettuccio da poco.
Ma suo Padre aveva deciso e il piccolo chinò la testa.
La paglia pungeva un po’ e gli animali ansimanti non avevano un buon odore.
Si strinse dunque al seno di lei, unica certezza in quel momento di inizio e di separazione.
La prima di tante altre separazioni.
Sapeva che era giusto esser nato e avrebbe fatto la sua volontà.
Adesso però si godeva l’amore e il respiro di sua madre. Le stelle riempivano il cielo buio senza illuminarlo, un ovattato rumore di passi non interrompeva il silenzio del vento, caduto come un mantello senza colore su uomini, animali e cose.
All’improvviso una voce stridula come un metallo graffiato squarciò quel silenzio di presepe gridando:
“Gesù Bambino!! Gesù Bambino, tu lo sai bene com’è fatto il diavolo. Tu lo sai bene che non ci si può fidare di lui. Tu lo sai bene che a un certo punto l’hai dovuto pure mandare via dal Paradiso per relegarlo all’inferno.
Perché con alcune persone, soprattutto con il diavolo, non si può dialogare!”

“Angeli ed Arcangeli!” disse tra sé il piccolo, “ma che vuole questo?”
Perché il diavolo " continuava la voce sempre più concitata "si monta la testa. Pensa! Voleva perfino prendere il tuo posto! Capisci che cosa voleva fare il diavolo?
“Magari!" (sussultò il piccolo)"Magari! Con tutto il rispetto per la mia missione, un bel posto davvero il mio: nato in una stalla, senza nè panni, nè culla, nè casa! Nato, per morire a 33 anni! Ma chi è questo esagitato? Perché non si informa? Mamma mandalo via, vorrei solo dormire e prendere un po’ di latte. Bell’inizio davvero…”

BUON NATALE!

 
 
 
 

Scrivo questi AUGURI di BUON NATALE perché mi è caro questo giorno. Poco fa mi è sfuggita, rivolgendomi a una amica, una frase spontanea: “Buon Natale, senza se e senza ma”. Una specie di lapsus spuntato dal linguaggio mediatico più stereotipato, da un modo di dire così consumato dall’uso da essere banale, ma che esprime quello che mi passa per la testa in questo momento.
In questo momento penso infatti che sia inutile cercare il Natale forzando le situazioni.
Il Natale viene.
Come tutti gli anni ha cornici imprevedibili o consuete, organizzate o impreviste e si svolge in situazioni famigliari o atmosferiche, sociali o ambientali, di costume o di affetti diverse.
Per fortuna aggiungo, non siamo obbligati all’omologazione della festa.
Oggi non cerco di organizzare il giorno di Natale e lo considero un sollievo.
Ogni volta che l’ho fatto è stata una gran fatica, non so quanto utile.
Ora lo lascio venire come vuole.
Cerco semmai di togliere, di alleggerire, di rendere semplice.
Il Natale non è un racconto per bambini, però è la festa dei bambini.
Ma quel racconto ognuno lo sa o può cercarlo per poi ripensarlo dentro di sé.
La festa invece è giusto organizzarla per i bambini: dunque che sia semplice e senza complicazioni di nessun tipo.
Non commento i pretesti di natali non Natale; eppure ce ne sono.
Mi piace invece l’idea che per molti, volendolo, si possa pensare in pace alla pace.
Nel modo più semplice possibile e sperando che arrivi per tutti.

 

Buon Natale dunque.

 
 
 

PER LA SCUOLA: CONCRETAMENTE E CON AFFETTO

La scuola, quella che non funziona e quella che funziona


E’ ora di smetterla con le chiacchere.
E’ ora anche di dimostrare coi fatti che c’è già la scuola di qualità.
Si tratta di metterla in luce, di renderla più visibile in modo sistematico, di farne un contagio virtuoso.
Esiste anche la scuola non buona e che non funziona.
Ma noi  vogliamo parlare, e fare, la scuola che funziona.
Cominciando da quella che già esiste.
Da quella che esisteva già prima delle tecnologie, delle lavagne multimediali e dei piccì.
Esisteva prima, esiste ancora e continuerà ad esistere: le tecnologie aiutano e sono preziose, ma prima ed insieme ci vogliono la testa, la professionalità, la dedizione, la passione, la competenza e il cuore di noi insegnanti.

Da qui nasce il progetto, il grande nerwork di Gianni Marconato e i suoi collaboratori.

PROPRIO DA QUI  clikka !

C’è anche un invito a partecipare. Coraggio. Parliamone e dimostriamo che la scuola siamo davvero noi, e non solo le vetrine sui bei propositi.

I MIEI LIBRI

autopubblicati e scaricabili anche in formato ebook

Cos’è oggi la scuola? E’ ancora possibile insegnare ai giovani la letteratura? Come si dialoga con i ragazzi? Una insegnante di lettere di scuola media superiore vive tre anni di dialogo con una sua classe molto speciale. Il libro non è un romanzo, ma racconta, in prima persona, una storia vera, senza prediche e senza facili pedanterie.

"Non esiste un solo modo di insegnare o di essere persone. Esiste una realtà, in questo caso scolastica, con cui si deve interagire inventandosi un linguaggio complesso e dedicato. E non esiste un modo per farsi rispettare ed amare diverso da quello di amare e rispettare per primi. Questa è stata la mia vita di insegnante e sono contentissima che sia andata così." (Mariaserena)

[immagine in miniatura della copertina]Il mondo giovanile e il difficile rapporto tra studenti e insegnanti è qui raccontato mettendo in luce anche retroscena e fuori scena di momenti ed episodi di vita scolastica riservati, di solito. agli addetti ai lavori. I protagonisti sono i Lucignoli e gli adulti con cui si confrontano. Sono ragazzi come tanti, ma irripetibili; sono capaci di rabbia e di affetto, e di disperazione e di ironia, ci sfidano ma hanno bisogno di noi; il libro fa parlare la loro giovinezza invitando ad ascoltarla con attenzione. Il mondo in cui vivono non è un paese dei balocchi, ma probabilmente non lo è stato nemmeno nel passato. Il titolo è dovuto al mio lungo ininterrotto amore per il libro di Carlo Collodi. Essendo impossibile imitare Pinocchio, ho voluto dedicarmi al suo compagno Lucignolo che tutti, insegnanti compresi, considerano cattivo per dagli un’altra possibilità. I nomi dei protagonisti sono modificati per rispetto della privacy.

VISITA QUI LA MIA VETRINA VIRTUALE