Archivi del mese: febbraio 2009

Jago, Shakespeare e noi. Ma c’è anche la scuola.

E’ sempre interessante sapere che ci sono nuove edizioni e rivisitazioni dell’opera di Shakespeare. Sono talmente frequenti che è inevitabile sottolineare anche come il genio ineguagliato rimanga tale e sia una fonte continua a cui dissetarsi di bellezza, arte, genialità e profonda conoscenza della natura umana.

La nuova rivisitazione di OTELLO si chiama JAGO. Un film con Nicolas Vaporidis in cui  la figura dell’antagonista diventa protagonista ed è uno studente  povero che non puo’ competere con Otello, architetto affermato e marito di Desdemona  a sua volta figlia del rettore dell’ateneo dove studia il ragazzo. ‘Il film – ha detto Vaporidise’ anche un tentativo di portare i classici del teatro al cinema, attualizzando l’opera e rivalutando, giustificandolo, Jago’.

Dunque andremo volentieri al cinema e vedremo lo spettacolo. Per amore di verità è tuttavia corretto ricordare che il cinema, in tutta la sua storia, ha sempre dato grandissime realizzazioni delle opere classiche e di Shakespeare in particolare. E non si può tacere che è comprensibile  attirare al botteghino usando il nome dell’ "onesto  Jago", ma questo studente povero e rivale dell’architetto affermato fa tanto telenovela e se modifichiamo la sostanza, sarà difficile acclamare la filologia della forma.

Vale anche la pena, per amor di verità e di scuola, rispondere al giovane Vaporidis che oggi in tv affermava che con Jago "è bello portare Shakespeare ai giovani di sedici anni" e dirgli, in tutta serenità, che i nostri insegnanti e la nostra scuola da sempre e con passione trasmettono queste opere ai giovani sia con letture, sia con visione di film, sia accompagnandoli a Teatro di pomeriggio e anche di sera, sia incoraggiando percorsi teatrali ed accostandoli alla drammatizzazione. Ed anche, quando è possibile, facendo conoscere superbe interpretazioni delle Opere Liriche.

Unicuique suum, caro Vaporidis,  parli di cinema e non di scuola, visto che un po’ più attenzione non fa male nemmeno alle star. 

Un tetto per Bonolis Paperone?

Un milione di EURO a Bonolis dev’essere diverso da un altro milione di euro perchè, a quanto pare, la Rai e l’Italia hanno pagato da signori e senza fare una piega.
E’ stato dunque leggero, lieve e godereccio quel milione.
Paolo B è il più simpatico, il più vivace e divertente di tutti dai tempi di Bim Bum Bam.
Paolo B ha la battuta fulminante e caustica, ha presa immediata, intuizioni e capacità organizzative. E poi ha una spalla perfetta ma non offuscante come Laurenti.
Insomma Paolo B piace e strapiace, solleva acclamazioni da stadio, inzucchera senza stuccare qualunque situazione.
Paolo B ha svoltato ricreando lo schema e sostituendo il valletto alla velina. Benissimo!
Paolo B appunto.
B come Bravo anzi Bravissimo, come Buona la prima, come Bellino ma non Bello, Biondino ma non Biondo, come Bischero ma non troppo, come Benignamente compatibile e come Beato lui.
E si potrebbe continuare perchè ha stravinto e straconvinto e ha fatto sorridere tutti.
E nessun italiano di buon senso avrebbe voluto un’altro al suo posto.
Apro solo un pertugio interrogativo sulla milionata di euro del suo compenso.
Ora che tutti hanno applaudito e che chi aveva avanzato riserve  si scusa; ora che tutti hanno promosso il Festival rimane, molesta, una domanda: un pisello secco sotto il materasso che infastidisce la meritata quiete.
Abbiamo approvato proprio tutto?
Allora ci siamo distratti o abbiamo anche avallato che non c’è, non può e non deve esserci un tetto per il compenso di colui a cui viene riconosciuto un talento di eccellente direttore artistico del Festival?
E perchè?
Solo questo.
Il resto è silenzio.
Anzi è BIM BUM BAM!

Non possiamo perdonare la pedofilia

Non ti perdoneremo violentatore di bambini  lupo_base
non abbiamo abbastanza parole per parlare di te,
non abbastanza sdegno da rovesciarti addosso
non abbastanza violenza da restituirti
non abbastanza indegnità per avvicinarti.
 
Non ti perdoneremo, essere senz’anima
corpo non umano, orrore senza fine.
Cinico manipolatore che insidi l’innocenza
e distruggi le vite per perpetuare il tuo male.
 
Non ti perdoneremo perchè non è nostro
il perdonare te.
 
Non ti perdoneremo violentatore di bambini,
in nome di quel perdono tu torneresti a violare,
a ferire, a umiliare ad annientare:
sempre e poi ancora.
 
Non ti perdonerò; perchè tu hai scelto la tua strada
senza ritorno, senza vergogna e senza riscatto.
Ladro infame di luce pura
guardalo ora il tuo abisso.
Non ti perdonerò. Non ti perdoneremo.
Non possiamo farlo noi.

Violenza tra ipocrisia e statistica?

Non cito i numeri del Viminale sulle percentuali di stupri aggiudicatisi dagli italiani e dagli immigrati.
Dico invece che la scritta "olocausto rumeno" è dimostrazione di bieca e tragica ignoranza, non giustificata nemmeno dall’esasperazione, ed è una vergogna da respingere.
E’ ovvio che la violenza deve essere prevenuta, perseguita e punita, senza sconti, dalla giustizia e che il rispetto per la donna, i bambini e le bambine innanzitutto, ma anche per ogni essere umano sono un valore fondamentale, un principio morale e una garanzia sociale e politica a cui ognuno deve  essere educato e formato.
E’ necessario tuttavia aggiungere un’altra constatazione.
Le immagini del corpo femminile anche adolescente sono comunemente e continuamente diffuse in televisione, sui giornali, al cinema, nella pubblicità ed ovunque senza disapprovazione, né imbarazzo, né freni e dimostrano che con ipocrisia si riprova la violenza solo formalmente, ma si educa male, anzi si diseduca. Dimostrano che le battaglie femministe sono andate per strade incomprensibili o si sono purtroppo perse qualcosa.
Non c’è bisogno di confrontarsi con altre culture per rilevare che in Italia stiamo facendo, senza perdere il confronto con nessun altro paese o realtà, merce di tutto ciò che dovrebbe rispettare e che perfino il costume e gli atteggiamenti delle adolescenti vengono orientati verso la volgarità e l’esibizione. Essere disinibite e libere non ha niente a che vedere con ammiccamenti, esibizioni, provocazioni ambigue ed altro. Se un’adolescente, come è successo pochissimi giorni or sono, viene violentata da ragazzi coetanei dopo una notte in discoteca ed è tanto ubriaca da non ricordare nemmeno quale e quanti di loro siano stati a stuprarla viene quasi da chiedersi se i suoi violentatori non fossero altrettanto ubriachi da non essere in grado di capire la bassezza del loro comportamento. Viene da chiedersi, senza nulla scontare sulle responsabilità di chi ha approfittato di lei, perchè questo tipo di divertimento non venga messo in discussione dalle famiglie e da tutti. Non possiamo aspettarci che l’educazione, la moderazione, l’autocontrollo, e una necessaria moralizzazione (uso volutamente queste vecchie parole) vengano perseguite dai gestori di discoteche, da spacciatori, da produttori di superalcolici e insomma da tutto il giro di affari che ruota intorno allo sballo.
Queste sono cose che sappiamo? Ma se non fronteggiamo i nostri ragazzi e non li educhiamo allora perchè facciamo gli ipocriti e chiediamo freni a chi non può averne, orari ridotti sulle vendite di alcolici, rigore agli autovelox, maggiori controlli di etilometro ed altri palliativi che lo stato può attuare solo come deterrente a ciò che è però già accaduto?
In questa situazione possiamo davvero chiedere (sempre senza ipocrisia) a migranti, a volte entrati illegalmente e insediati tra fogne e baracche, che fuggono da guerre e persecuzioni, che sono stati forse allevati in orfanatrofi-lager, che hanno già commesso reati nei paesi di provenienza, che hanno esperienze e concezioni differenti possiamo davvero chiedere a loro di inserirsi civilmente e senza trasgredire né regole né leggi nel nostro tessuto sociale?
E se queste cose le sappiamo allora non possiamo fingere di non esserci accorti che i numeri del Viminale sono stati interpretati con superficiale ipocrisia da chi li ha diffusi.
Gli stupri sono commessi al sessanta per cento da Italiani (dunque cittadini di origine italiana e residenti) e da un quaranta per cento di stranieri. Ma perchè non citare anche la percentuale stranieri/italiani presenti nel nostro paese e quindi la proporzione tra i numeri dei reati? Perchè la statistica dei reati commessi da stranieri sarebbe stata drammatica? Ma deve essere seriamente affrontata.