Archivi del mese: agosto 2008

EDUCAZIONE CIVICA E FORMAZIONE DEI GIOVANI

MariaSerena-avatar-medio-traspare33 ore non sono poche, sono un’ora alla settimana. Probabilmente i singoli istituti studieranno moduli di argomenti e di orari opportunamente distribuiti e organizzati e l’iniziativa salperà verso la prassi didattica. Le notizie dicono che non ci saranno nuovi insegnanti e che l’orario complessivo rimarrà invariato. Lo spazio per l’educazione civica verrà dunque ricavato nell’area storico-geografica e storico-sociale. Sarà interessante anche verificare come la programmazione sarà organizzata nei diversi ordini di scuole.
Una considerazione di ordine pratico è tuttavia di rigore. “Cittadinanza e Costituzione” sono un insegnamento fondamentale ed è evidente la lodevole presenza dell’attenzione anche all’integrazione. Tuttavia c’è da augurarsi che, almeno questa volta, l’attuazione di un progetto così significativo non sia risolta buttando sulle spalle dei soli insegnanti di lettere tutto il carico educativo. PROFI CON pietro&compagni 001
Parlino di educazione (civica, alla cittadinanza, alla legalità, alla salute e così via) tutti i docenti. Quelli di scienze, educazione fisica, matematica, informatica, filosofia, lingua straniera. Tutti. Perché l’educazione e la formazione dei giovani non si ottengono delegando al solista, ma suonando con tutta l’orchestra al completo. Ne parlino dunque e ne diano chiari e inequivocabili esempi tutti. Compresa la programmazione televisiva, che quando manda fiction di ambientazione scolastica di tutto fa spettacolo, compresi i luoghi comuni, tranne che di messaggio alti e colti. Comprese le famiglie, prime responsabili, ma anche beneficiarie di una buona formazione ed educazione.
 
 

Il VOTO a SCUOLA: uno spauracchio?

Chi ha paura del voto cattivo? Edunet-square
 
Conosco abbastanza le giovani generazioni per poter immaginare che i bambini e i ragazzi finora valutati con un grigio giudizio di MEDIOCRE non si spaventeranno per un equivalente 5, né coloro che hanno conseguito un deprimente SCARSO per un analogo 4. Il cinque si rimedia con un 7, il quattro con una serie di voti positivi. Ed in fondo la competizione è sportiva.
In Europa e nel Mondo non mancano sistemi scolastici che non hanno mai accantonato il voto a numeri. Il giudizio ha sempre interessato poco i genitori, che al contrario hanno sempre dimostrato vivo interesse per il voto. Ma c’è una considerazione parallela che mi sembra ineludibile: questi teneri virgulti che costituiscono l’infanzia contemporanea e la vigente adolescenza sono creature che convivono con mostri virtuali e videogiochi in grado di terrorizzare certamente me, e probabilmente qualche anima candida che sta strepitando scandalizzata per il ritorno del voto.
Tranquilli: non stiamo tornando al Medioevo, e nemmeno alla clava.
Tranquilli: gli insegnanti che non hanno mai usato un giudizio come un manganello non approfitteranno del voto per diventare durissimi giustizieri.
Ho conosciuto bravissime colleghe di Matematica amate e rispettate nonostante i loro implacabili tre o quattro. Ho conosciuto indescrivibili colleghi di Matematica che regalavano il sei ed erano considerati, come giusto, degli incompetenti inutili.
Un insegnante vero e serio guarda negli occhi, dialoga, si rapporta con gli studenti, svolge lezioni impegnative e si pone l’obiettivo di portare i suoi ragazzi a raggiungere le competenze. Il voto è solo la misura di questo cammino verso la conoscenza. Misura e nulla più. Non sentenza.
Chi ha dunque paura del voto cattivo? Gli studenti legittimamente.
Ma non legittimamente le prefiche medianiche e le opposizioni strumentali che agitano, come al solito, i loro stracci svolazzanti. avatar profi1Prima di arrivare al mio centodieci e lode sono passata attraverso le forche caudine perfino dello zero spaccato (per chi se lo ricorda) e dei voti negativi (una prof di francese, matta o non che fosse, metteva anche -2, -3 e così via). No, non ci è piaciuto per niente, ma umiliavano assai di più le battutine o la mancanza di fiducia o il fare odioso di alcuni che insegnanti non dovrebbero mai essere.
Tranquilli: i nostri ragazzi e bambini ce la possono fare.
Non impediamogli di crescere imparando a confrontarsi e a superare le difficoltà.
Parliamone ancora.
 

News da fonte diretta : LIBRI SCOLASTICI DELLE MEDIE GRATUITI! MA PER CHI?

Splinder (28/08/2008) Una mia amica immigrata, che chiameremo Irina per riservatezza, fa la colf a dieci euro orari e abita, a spese del Comune, in un appartamentino in residence nuovo di zecca, fornito di portierato e dei seguenti servizi tutti gratuiti: lava-asciugatrice, condominio, pulizia scale, corrente elettrica, riscaldamento e condizionamento. Irina è irregolare Leggi ancora

Gelmini e i prof

Però Gelmini non ha torto.Tolto l’equivoco, rimangono i fatti. I risultati scolastici sono deludenti. E Edunet-squarequesto non può valere solo se lo dice l’ex, Fioroni.
Ma soprattutto rimangono le costatazioni non solo delle famiglie, ma ahimè degli insegnanti stessi. Proviamo a osservare la realtà, proviamo a frequentare e leggere, anche su forum telematici, gli interventi  con cui continuamente i docenti lamentano la scarsa collaborazione, quando non l’ostruzionismo, di una parte dei loro colleghi e dirigenti in materia di aggiornamento verso l’uso di nuove tecnologie e tecniche di apprendimento, di sensibilità verso le nuove problematiche pedagogiche, di resistenza al confronto e al dialogo.
Sono proprio i docenti più seri e bravi che da tempo si scontrano con queste difficoltà. Non è semplice valutare i docenti, ma non è nemmeno impossibile. Possiamo parlarne invece di seguire una scadente prassi pseudo sindacale di chiusura a riccio e di difesa imprescindibile di una categoria. Parliamone, e non alziamo barriere.
Una richiesta anche a Gelmini: benissimo monitorare la scuola, ottimo però non farlo solo con le statistiche alla mano, ma scendendo nelle scuole. La monnezza va guardata in faccia: è allora che perde volume. Provare per credere. E’ già successo.
Provare anche a riflettere sulla composizione delle nuove classi con forte componente di bambini e ragazzi di culture diverse. Difficile mantenere gli attuali numeri. Occorre calarsi nella realtà: discipline come latino e matematica non si possono trasmettere a 30 ragazzi che a stento comprendono l’italiano, che hanno atteggiamenti problematici, le cui famiglie fanno resistenza a collaborare con la scuola. Eppure l’istruzione è una sfida che va affrontata e vinta e l’abbandono scolastico deve essere fronteggiato.