Archivi del mese: luglio 2008

BAMBINI : cittadini senza cittadinanza

Gravi interrogativi calano sull’afa estiva: per i bambini sarebbe preferibile la carta di Edunet-squarericonoscibilità o la raccolta delle impronte digitali?
Ma le questioni importanti, io obbietto, non sono invece quelle che riguardano la loro sicurezza, i diritti fondamentali compresa la salute e la speranza di crescere da bambini felici?
Altra incombente ponderosa preoccupazione: un bambino abbandonato o senza famiglia potrà essere dato in adozione anche a un single (donna o uomo) o solo a coppie “regolarmente sposate”?
Ma mentre noi ci facciamo prendere da scrupoli vi sono mamme (ed anche i papà) con piena e legittima patria potestà sui figli che se ne vanno in vacanza senza i loro bambini o li affidano a un altro genitore e parente … oppure li dimenticano in automobile o addirittura scatenano su di loro frustrazioni diverse.
E nel frattempo bambine rom annegano sul litorale, bambini italiani cadono in piscina ed annegano e bambini africani muoiono su un barcone di disperati vengono gettati in mare.
L’allarme e lo scandalo sulla proposta di adozione per una persona single hanno senso di fronte alla sorte in cui versano i bambini del nostro pianeta?  
Per quale motivo dare a una persona single la possibilità di adottare un bambino dovrebbe aprire la strada alle adozioni da parte di persone omosessuali? Questo significa che un bambino adottato diventa “proprietà” del genitore adottivo? Che una volta consegnato si accetta la ricevuta e non c’è più alcun controllo?
Se ci documentiamo veniamo a sapere che un minore può essere ceduto dai suoi stessi genitori a pedofili in cambio di denaro, e i genitori possono rimanere impuniti o cavarsela con pene irrisorie. Succede tutti i giorni: come può un bambino riuscire a denunciare papà o mamma?
Il problema è ben più grave, a mio parere.
Il problema è che i bambini non sono considerati cittadini con diritti,  ma solo una proprietà del genitore (vero, presunto, adottivo, acquirente ecc) e lo stato, insieme alla comunità umana se ne infischiano.
E un motivo forse c’è: tutti noi diventiamo interessanti come cittadini italiani, europei ecc quando cominciamo a lavorare e a pagare le tasse. Fino ad allora si può esistere e vivere benissimo o si può essere massacrati di botte, sottoposti a pedofilia e violenze: tanto resta tutto in famiglia.
Ma quale, ahimè, è a volte la famiglia?
Le persone single, e specialmente le donne single che molto più spesso degli uomini avanzano questa richiesta, possono invece essere buoni e bravi genitori, perché non potrebbero?
E’ invece preferibile che un bambino cresca da solo in istituto o passi da un affido temporaneo ad un altro?
Una donna single è una buona mamma e spesso lo è già per necessità: a volte per le situazioni(anche drammatiche)  in cui la vita ci colloca, a volte anche per la crescente latitanza del padre naturale e legale, ma assente ingiustificato.
Non chiudiamo gli occhi e aiutiamo i bambini.
 

In paese: tra suoni e profumi della memoria

Splinder (28/07/2008) Visti ed sentiti da queste finestre… (Via Mongibove) Era bella e unica la campagna collinare che circonda Petritoli, e lo è ancora. Speriamo lo sia sempre. Io l’ho conosciuta molti anni fa; la vedevo affacciandomi dal balcone della grande casa di via Mongibove che apparteneva alla famiglia del dottor Ricci. Perché quella era una casa di famiglia. D’estate il Leggi ancora

Dedicato alla mia nipotina che ama Il Flauto Magico

Da "Il flauto magico"  (Die Zauberflöte)

Libretto di Emanuel Schikaneder –  Musica di W. Amadeus Mozart

Loro: troppo giovani e imprudenti per valutare le conseguenze. Ma i genitori?

Edunet-squaremariaser1 news 07Leggendo l’articolo di Ida Magli, che espone le sue perplessità sui matrimoni tra persona di religione diversa, sono ritornata su una domanda che in questi mesi mi è sembrata sempre più consistente e motivata.
I nostri giovani riflettono abbastanza sulle conseguenze delle loro azioni?
Non mi esprimo sulla questione matrimoni misti. Ce ne sono di riusciti. Come ce ne sono di falliti tra cristiani ed occidentali.
Il problema sono le conseguenze. Nel caso di un matrimonio tra persone di cultura e religione diversa il problema delle conseguenze non è insuperabile, ma va attentamente considerato e mai sottovalutato.
 
Sulla portata delle conseguenze riemerge spesso, anche per situazioni ben diverse, la domanda di cui sopra.
I comportamenti assunti da tutti, ma certo dai giovani in modo e quantità più intensamente liberi, hanno conseguenze molto importanti e spesso irreversibili; come tutte le azioni umane (e non).
Spesso le scelte che i giovani fanno vengono indotte da mode e modelli sociali.
Questi modelli e mode sociali sono veicolati da media (di tutti i tipi) e rappresentati attraverso i cosiddetti personaggi emergenti (o emersi) che non è necessario elencare. Resta però il fatto che un comportamento, una decisione, una sfida, un’esibizione di sé hanno effetti diversi a seconda del luogo, delle compagnie, delle circostanze in cui accadono.
Una festa, diciamo, trasgressiva che ruoti intorno all’ambiente di Lapo Elkann non avrà probabilmente le stesse conseguenze di un rave in spiaggia ai Murazzi; quest’ultimo potrebbe teoricamente essere, per i partecipanti, più o meno estremo, ma il contesto e il contorno, le compagnie e la mancanza di riferimenti può renderlo un andare, senza ritorno, verso la morte.
Un viaggio intercontinentale per vacanza all’estero con un gruppo di amici liberamente assemblati, ma che si garantiscono un reciproco appoggio anche in caso di serate a base di alcool e giro di locali, può essere più o meno apprezzabile o condividibile, ma probabilmente non si concluderebbe come il viaggio di due ragazzine venete sconsiderate e convinte di poter mantenere il controllo di situazioni rischiose e, invece, incontrollabili.
Di esempi potremmo farne a decine; ma resta un ammonimento di base. Nessuno si può permettere di abbassare il livello della prudenza, della riflessione e della necessità di pesare prima l’effetto delle scelte sugli altri e di pensare con attenzione agli effetti delle proprie azioni.
E’ di questi giorni la notizia che i ragazzi cominciano con la cocaina a 12 anni; costa poco e pensano di divertirsi. Non hanno nessuna attenzione a sé stessi. Sono in età di possibili ricatti e condizionamenti pesanti anche a livello sessuale.
Ma sono anche nell’età in cui i genitori devono assolutamente continuare a fare il loro dovere di educatori costi quel che costi. Ma lo fanno?