Archivi del mese: Maggio 2008

AMOR DI PATRIA ovvero La MAGISTRATURA o il CHE der PIGNETO?

Splinder (30/05/2008) Meno male che c’è Omnibus gaiamente condotto da una tortorella puntigliosa. Stamattina era nuovamente in onda il Magistrato Bruno Tinti, di cui vale la pena ascoltare ogni illuminante sentenza. Ed è proprio vero che a parlar male dello Stato si fa peccato, ma si va in tv. Due giorni fa, da Latella su sky24 aveva già sostenuto che il pacchetto sicurezza era Leggi ancora

Ecologia e informazione corretta

Leggo un post di un amico di splider, persona seria e competente professionalmente. Una informazione non faziosa e ben fatta per chiunque voglia… attingere ad acque chiare:

 Blogger: topenz  topenz.splinder.com/post/17153197

Riguarda la questione dei rifiuti, delle discariche e… delle falde acquifere. Buona lettura

ROMA – IL PIGNETO

– Un problema di civiltà, di convivenza, di rispetto,

 di urbanistica, di architettura e di cultura

Un problema di Roma 

La foto, è presa da questo sito www.bandb-rome.it/roma_pigneto.html che contiene molte interessanti notizie di carattere sociale, storico e urbanistico  sul quartiere.

Ne cito solo qualche riga sulla storia più recente : "Attualmente il Pigneto conta circa 52.000 residenti, con una grossa concentrazione di anziani (circa il 20% di ultrasessantacinquenni, il doppio della media cittadina), gli abitanti storici del quartiere che hanno determinato quel tessuto di relazioni sociali, quel clima da città nella città che da sempre caratterizza l’anima popolare del borgo.
Alla popolazione storica si sono aggiunti gli immigrati africani, arabi, indiani e dei paesi dell’Est Europa (sono circa il 9% dei residenti, tra le pù alte concentrazioni di stranieri della capitale) che qui trovano tutt’ora abitazioni a prezzi bassi, molti studenti della vicina Università di Roma "La Sapienza" e tanti nuovi residenti, anche intellettuali e del mondo dello spettacolo.il quartiere è interessato da numerose opere di riqualificazione del territorio da parte del comune e la nuova linea C della metropolitana sarà aperta fra pochi anni; ciò non di meno conserva aspetti di marginalità e di degrado non indifferenti.
Il processo di riqualificazione (che inevitabilmente porta a una crescita dei prezzi delle case e degli affitti) e il tempo che scorre inesorabile, stanno via via espellendo dal quartiere gli abitanti storici."

Il Pigneto e la cronaca

Quartiere singolare e popolare, ma un tempo industriale e di dotato di abitazioni residenziali, ville, zone verdi e corsi d’acqua.
Attualmente è quartiere di palazzi, di palazzoni e giardinetti impolverati, confinante con San Lorenzo e sfiorato dalla sopraelevata che dirige verso le autostrade. Vicino alla famigerata ex-Pantanella. Non lontano dalla Sapienza. In passato il Pigneto era attraversato dal tram, dal trenino ed era adiacente alle ferrovie per Firenze, Pescara ecc.
Fino a pochi anni fa ci si poteva trovare ancora l’osteria con il vino bianco e il cartello "E’ vietato consumare cibo portato da casa", ma si poteva rimediare con pane e porchetta che l’oste affettava diligente con il suo coltellaccio e serviva su un foglio di carta paglierina su un tavolo di legno e con la fojetta der vino.
Nostalgia? Cartolina ricordo?
No.
Tutto è cambiato, e tutto deve cambiare non solo Roma e non solo il Pigneto. Non solo la popolazione del quartiere e i negozi, ora irriconoscibili e trasformati nel qualsiasi emporio vendi-tutto che possiamo trovare nella qualunque periferia globalizzata.
Un tempo il Pigneto non era solo periferia, ma lasciamo perdere.

Tutto è cambiato e sono cambiati i nostri giovani e i nostri adulti.
Non sappiamo più con chi prendercela, e se sparisce un portafoglio o andiamo a fare una denuncia o ci rassegniamo smoccolando, o qualche idiota pensa al fai-da-te. Idiota e delinquente tanto per capirci.
Sono anni che, almeno a Roma, facciamo denunce inutili.
Ti tamponano con la macchina e scappano, o un motorino ti sderena la fiancata e fugge? Denunci.
Uomini (non italiani) molestano una ragazzina all’uscita del supermercato perché non cede il carrello con la moneta? Denuncia.
Ti rubano la macchina sotto casa? Denuncia.
Ti demoliscono lo sportello e il finestrino per rubare dentro l’auto? Denuncia.
Zingarelli ti accerchiano e ti sfilano il portafoglio? Denuncia
Ignoti ti borseggiano sull’autobus? Denuncia.
[Per non esagerare ho elencato solo fatti veri e capitati alla mia famiglia, e nulla più]
Denunci e finisce là: o forse si aggiunge alle statistiche.

Questo non vuol dire che sia è autorizzati a prendere un asse da cantiere (detto spranga…) e si vada a sfasciare delle vetrine. Non significa che si possa minacciare nessuno; e non significa nemmeno che gli italiani non delinquano; anzi.
Il fatto è che gli italiani è, di solito, più facile prenderli. Infatti il delinquente che ha narcotizzato il turista a Roma Tiburtina (causandone poi indirettamente la morte orribile) è stato impacchettato in poche ore. Meno male. Così come l’assassino (pare anche cocainomane) che ha travolto, con l’auto, i fidanzati in motorino. Arrestato. Ma quei delinquenti sappiamo chi sono, sono riconoscibili, qualcuno li vede e li denuncia, le telecamere li inquadrano e vengono identificati.

Non sempre è possibile fare la stessa cosa con persone senza identità.
Allora il problema è di ristabilire la legalità.
E il gestore del negozio vandalizzato non si deve permettere di dire in televisione "Da quando c’è questo Governo c’è il razzismo" (testuale).
Altrimenti io rispondo: " da quando ci siete voi è più facile essere razzisti". Anche se non sarebbe meno sbagliato.
Poche ore dopo quel sindaco è andato al Pigneto; dov’era finito l’opinionista dalla vetrina rotta?
Ripeto: non solo il Pigneto, tutto è cambiato.
Ma per non cambiare nel modo peggiore si deve ricominciare dalla legalità per tutti e, insieme, dall’educazione, dall’integrazione senza sconti, dalla scuola. Il presente si costruisce anche rispettando il passato

A titolo personale, e politicamente non corretto

… E lavorare?MariaSerena-avatar-medio-traspare
Quando vedo anziani che spingono carrozzine o portano nipoti a scuola o ai giardinetti penso che dedicano il loro tempo alla famiglia dei figli, cioè alla loro, e che è giusto farlo se si può.
Quando vedo altri anziani giocare a carte o leggere il giornale sulle panchine o sul balcone penso che c’è anche il tempo del riposo e che l’ottavo giorno della vita dovrebbe arrivare per tutti.
Quando vedo ragazzi in giro o che stazionano vicino a bar o muretti, penso: bella la gioventù, bello stare insieme a dirsi le cose, finché dura.
Quando vedo gruppi di donne impegnate a discutere animatamente per strada penso: forse hanno sistemato i loro impegni e adesso stanno decidendo qualcosa di cui occuparsi.
Quando vedo giovani a cavalcioni di moto e motorini raggrupparsi e rimanere a parlare fumare penso: forse partono tra poco e vanno a farsi un giro. Boh.
Quando vedo manifestazioni popolari di malcontento penso che chi protesta abbia buone ragioni e cerco di capire cosa succede.
Però guardo anche sempre l’orologio e che tempo fa. Perché?
Perché con qualsiasi tempo e a quella stessa ora le persone giovani che conosco io stanno in ufficio, a scuola, in viaggio per lavoro, in ospedale a curare i malati, nelle industrie insomma, come diceva l’antico canto “nei campi e nelle officine” ed anche altrove: ma sempre a faticare; oppure stanno riposando perché hanno già lavorato su turni.
E se invece si ha un’età compresa tra i sedici e i sessanta e si ha buona salute e si sta in giro a fare niente…  (o si sta sul lavoro fingendo si lavorare) mi scatta in automatico il ricordo dei miei nonni che per questo avevano pronte qualifiche adeguate: alcune corrette, altre politicamente scorrette. Insomma li avrebbero definiti “pelandroni”, “buoni a niente”, “fannulloni” (e quelle scorrette non le scrivo).
Perché se non si va a scuola, non si studia, non ci si rende utili si può avere anche qualche eccezionale giustificazione o motivo. Ma non si può fare della nullafacenza un regime di vita autorizzato e di cui vantarsi.
Perchè i giovani che conosco mi dicono  che non è vero che non ci sia lavoro: purtroppo invece si deve accettare lavoro precario, lavoro mal pagato e non garantito (e su questo ci si deve tutti impegnare per uscire da una logica vessatoria e alla fine anche antieconomica) : MA LAVORARE SI DEVE… E LORO LO FANNO e tutti dovrebbero farlo.
Per questo provo anche un moto di ribellione perfino per i cosiddetti poveri che stanno fuori dalla porta della chiesa la domenica mattina, col cartone del Tavernello tra le gambe e la sigaretta in bocca, e fanno domenica così … tra l’ingresso e il bidone della spazzatura pieno di altri loro cartoni (di pizza, del supermercato ecc.), scorie varie e, scusate la volgarità, tra le emanazioni delle loro scorie personali e biologiche depositate sui muri della parrocchia medesima. Se fossi il parroco li manderei a pulire la chiesa e poi li autorizzerei a chiedere la questua.
Per questo mi chiedo chi sia veramente, e chi mantiene a pane e coperto più tetto e bucato, coloro che vediamo anche in tv, per giornate intere, manifestare contro l’inquinamento, i termovalorizzatori e le discariche. E temo che queste persone abbiano scoperto l’america-mediatica, altrimenti perchè vivono in mezzo ai roghi di monnezza alla diossina da loro stessi accesi e negano l’esistenza della malavita?
Mi chiedo chi fomenta e agevola in benzina e motorini,  erba e birra eccetera persone che prendono a parolacce e insulti lo stato, ma non vanno a scuola, ma non studiano, ma non lavorano: nè in casa nè fuori. Altrimenti non sarebbero lì.
Anche volendo, io non avrei avuto il tempo, e non lo avrei neanche ora. E a casa mia, a memoria d’uomo, nessuno ha mai avuto tempo da perdere, perché la parola d’ordine è sempre stata : aiuta la mamma e studia,  e poi lavora e bada ala famiglia e infine … ti riposi quando hai finito tutto. Altrimenti … sono guai.